Far comprendere al grosso pubblico che il petrolio prima o poi finirà non è un compito difficile: qualsiasi persona dotata di buonsenso si rende conto che è una risorsa limitata, e che quindi andrà prima o poi in esaurimento. Quello che è un pochino più complicato è spiegare che i guai cominciano quando abbiamo ancora parecchio oro nero a disposizione; anzi, si può dire che i grattacapi inizino proprio quando in tutta la storia del petrolio non ne avevamo mai prodotto e consumato così tanto. Il punto cruciale di tutta la questione è incentrato proprio sull’abbondanza: non ci importa nulla di stabilire quando arriveremo a consumarne l’ultima goccia, la crisi nasce quando quello che riusciamo ad estrarre comincia a non bastarci più. La domanda di energia e la richiesta di petrolio continuano a salire, mentre il numero di nuovi giacimenti che si trovano continua a calare: i costi delle estrazioni aumentano, ed i pericoli derivanti da trivellazioni sempre più difficoltose causano situazioni come quella che è recentemente avvenuta nel Golfo del Messico. Il momento in cui la produzione, raggiunto il suo massimo, inizia a declinare si chiama “picco del petrolio” perchè oltrepassato il momento di maggiore disponibilità, il greggio immesso sul mercato mondiale comincia a calare, e le nostre necessità non riescono più ad essere soddisfatte. In un sistema economico come il nostro, basato sulla crescita continua, è facile comprendere come i primi segni di declino della risorsa che finora ha mosso il motore dello sviluppo mondiale possano portare a delle ripercussioni enormi.

D’accordo, ti obiettano le persone, siamo arrivati sul picco, ma ci sono le rinnovabili in rapida crescita. È una totale novità per loro sentirsi spiegare che non esiste, allo stato dell’arte della nostra attuale tecnologia, nessuna fonte di energia che per potenza e per bassi costi possa paragonarsi, e quindi sostituirsi al petrolio: quand’anche una transizione verso fonti rinnovabili fosse attuata in tempi rapidissimi, occorre abituarsi all’idea molto difficile da metabolizzare che non ci sarà concesso di mantenere gli stessi livelli di spreco che l’opulenza energetica dell’oro nero ci ha permesso in questi anni di velocissima crescita. Nella testa delle persone, putroppo, si tende a confondere la freccia del tempo, che non torna mai indietro, con quella del “progresso”, scritto tra virgolette perchè viene scambiato con il concetto di sviluppo, il quale a sua volta viene interpretato come crescente abbondanza ed opulenza di beni e di servizi. Il presunto “benessere” materiale che abbiamo acquisito (altre virgolette diventano d’obbligo) diventa una fatto assodato: il sistema ci ha abituato a non porci la domanda da dove esso provenga, e quindi non si mette nemmeno in discussione che possa essere una condizione reversibile.

Attualmente, siamo tutti presi dal tentativo d’intravedere il momento di uscita dall’attuale crisi economica, e siamo lontani anni luce dall’idea che il nostro modello di vita, anzichè essere ripreso come prima, andrà invece cambiato. per causa di una deficienza energetica che non ci consentirà di continuare a sostenerlo. D’altronde, oggi viviamo malissimo perchè l’attuale paradigma economico-produttivo è ormai alla fine della sua parabola: siamo imbottigliati in un vicolo cieco che contrappone lo spettro della crisi e della disoccupazione a quello del collasso ambientale definitivo, che avverrebbe nel caso di una eventuale ripartenza dei consumi. Negare che esista il problema del rinnovamento, o fare finta che non ci sia, non serve certamente a risolverlo.

Lo spettacolo “Petrolio, cambiamo di nuovo vita” si prefigge di portare queste tematiche all’attenzione del pubblico, intercettando la voglia crescente che tutti quanti abbiamo di riuscire a “vivere meglio” di quanto oggi non ci riesca di fare. Se tutti fossimo più aperti verso il mutamento, se lo temessimo di meno, se non lo vedessimo come un nemico ma come un alleato, se i nostri sforzi fossero tesi a cambiare le cose anzichè cercare di mantenerle uguali a loro stesse, riusciremmo a realizzare che in una transizione – peratro ineluttabile – avremmo una gran quantità di cose da ritrovare, che sarebbe bello scambiare con quelle che è necessario lasciarsi indietro.

Il Progetto Cambiamo presenta:

UNO SPETTACOLO SUL TEMA DEL PICCO DEL PETROLIO

2 Novembre 2010 – ore 21:00
presso Spaziomusica, Via Faruffini 5, Pavia

“PETROLIO, CAMBIAMO DI NUOVO VITA”

INIZIA IL DECLINO DELLA RISORSA CHE HA RIVOLUZIONATO GLI ULTIMI DECENNI DI STORIA MONDIALE MODIFICANDO COMPLETAMENTE LE NOSTRE ESISTENZE

Nessuno si è mai preoccupato di spiegarci che stavamo vivendo un momento di abbondanza energetica transitoria. Ora CAMBIEREMO NUOVAMENTE MODELLI DI VITA ED ABITUDINI.  E ne usciremo ritrovando molte cose che ci eravamo persi per strada.

MUOVIAMOCI, IL FUTURO CI ASPETTA !

Uno spettacolo con la partecipazione di:

Alessandro Carnevale Pellino (attore, Terremoto Teatro)
Martina Fontana (voce)
Gian Maria Franzin (pianoforte)
Arianna Girard (attrice, Terremoto Teatro)
Gabriele Porrati (monologhi)
Marco Rovati (chitarra e voce)
Irene Squizzato (attrice, Terremoto Teatro)

Da un soggetto di Gabriele Porrati 
Una collaborazione Spaziomusica e Progetto Cambiamo

Locandine ed informazioni sullo spettacolo ed approfondimenti sul tema del declino della risorsa petrolio sul sito www.cambiamo.org

 

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