Non credevamo fosse possibile, ma è successo. Una società che dovrebbe essere al servizio dei cittadini di Parma ne porta in tribunale tre, insieme all’associazione che si batte da anni per la tutela dell’ambiente.

L’associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma non è però soltanto contro l’inceneritore fermandosi lì, ma sfuggendo alla logica del Nimby (non nel mio giardino) ha sempre lavorato per informare sui rischi dell’impianto ma anche per proporre alternative credibili per la gestione dei rifiuti del territorio parmense, consapevole delle responsabilità che ci dobbiamo prendere come produttori degli stessi.

Negli ultimi anni, a nostre spese ed impegnando il nostro tempo libero, abbiamo portato a Parma alcuni tra i maggiori esperti italiani e mondiali sul tema, affrontando questioni che mai erano state poste pubblicamente durante l’iter di approvazione del progetto.

Abbiamo cercato di dialogare con tutte le parti sociali: abbiamo bussato alla porta degli amministratori di entrambi gli schieramenti, partiti politici di qualsiasi colore, industriali, consorzi, sindacati, cittadini, spiegando con pacatezza il nostro punto di vista.

Abbiamo partecipato a confronti pubblici, anche accesi, con la passione che mettiamo in quello che crediamo, ma sempre in modo corretto, anche con i sostenitori più accaniti dell’impianto di Ugozzolo.

E’ mancato il confronto con Iren, più volte richiesto ma sempre disatteso, come ad esempio all’incontro di Monticelli dell’ottobre 2010, una serata organizzata dal Pd locale, oppure al Convegno sui rifiuti del Cavagnari, dove i ragazzi del Rondani avevano invitato ripetutamente Iren senza successo.

La chiusura totale ha portato alla decisione, forse radicale, ma riteniamo legittima, di dare vita al boicottaggio. Abbiamo chiesto ai cittadini di Parma contrari all’impianto di scegliere un altro gestore per manifestare il proprio dissenso verso l’azienda.

Una scelta resa possibile dalla legislazione, il decreto Bersani, che ha liberalizzato il mercato dell’energia per favorire la concorrenza a favore degli utenti.

Questo gesto ha provocato la reazione di Iren.

Non quella che avremmo auspicato, cioè un contatto per mettersi attorno ad un tavolo e discutere di come superare il problema, ma quella squisitamente muscolare, attraverso la forza legale di una società che fattura oltre 3 miliardi di Euro.

Un ricorso al Tribunale civile che colpisce non solo l’associazione ma anche tre privati cittadini, rei di averci messo la faccia.

Iren ci accusa di denigrazione.

Noi abbiamo denunciato la loro scarsa trasparenza, che ha portato la società a non rendere pubblico il piano economico che mostra come si intenda rientrare dell’investimento di 194 milioni di euro.

Noi abbiamo chiesto il piano, ma non abbiamo mai avuto risposta.

E’ la stessa Iren che, proprio a causa della sua insufficiente trasparenza, è stata multata di 84 mila euro dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas per le sue bollette indecifrabili.

Ma, ci si domanda, i nostri amministratori cosa fanno?
Rimangono in silenzio. Assoluto.

Silenzio, da parte di chi, come il sindaco Vignali, ha dichiarato che se dovesse decidere oggi l’inceneritore non lo farebbe.

Ci spieghi allora Pietro Vignali il perché di questa scelta.
E’ evidente che tema ci siano ricadute negative sul territorio, è evidente che creda che l’impianto tanto innocuo non sia.
Altrimenti, perché non sostenere una decisione a cui ha contribuito a suo tempo in prima persona?

Silenzio anche per Luigi Giuseppe Villani, vice-presidente Iren, che solo una volta ha speso parole sul tema con un giornalista di Repubblica. Vale la pena di citarle testualmente “Non ho voglia di rispondere su niente… se vuole continuare a rompermi i cog…”.

Silenzio ora più che mai anche da parte di Giancarlo Castellani e Vincenzo Bernazzoli, assessore all’ambiente e presidente della Provincia di Parma, che già erano entrati in silenzio stampa a dicembre 2010, per evitare qualsiasi inciampo.

Il Gcr da una parte, il Resto del Mondo dall’altra, in una partita impari, che dovrebbe avere un esito scontato, se non ci fosse in palio la salute di tutti noi.

La salute dei nostri bambini, il nostro futuro, che ci riguarda tutti trasversalmente come individui, non importa se siamo rossi o neri, poveri o ricchi, milanisti o interisti.

Per difendere il nostro territorio abbiamo deciso di sfidare un colosso, esercitando quello che crediamo sia un diritto fondamentale della democrazia. Il diritto di critica.

Il diritto di criticare scelte che non condividiamo e che continueremo a contestare punto per punto, fino a quando l’impianto entrerà in funzione e oltre.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
Parma, 5 giugno 2011

Fonte: gestionecorrettarifiuti.it

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