Decrescita non significa recessione. È questo il principale messaggio che continua a portare in giro per l’Italia Maurizio Pallante, fondatore e presidente del Movimento per la Decrescita Felice (www.decrescitafelice.it).

Il 30 agosto scorso abbiamo avuto il piacere di ospitarlo di nuovo anche qui a Verona, precisamente nella Sala Polifunzionale di Valgatara di Valpolicella, dove insieme a Fabio Salviato, fondatore di Banca Etica, ha tenuto una conferenza sull’attuale sistema economico che, fondato sulla crescita illimitata e sulla finanza senza regole, è in profonda crisi e non ha futuro.

La sala piena nonostante l’estate ancora in corso e la sede decentrata dell’evento hanno confermato quello che Pallante ha riferito all’inizio del suo intervento: “C’è un’attenzione crescente verso i temi proposti dal Movimento per la Decrescita Felice. Complice la crisi economica, che è in realtà la somma di tante crisi(energetica, occupazionale, morale, etc.), la gente comincia a rendersi conto che serve una svolta radicale o siamo destinati al crollo della nostra società.”.

La crescita economica infatti, ossia l’ossessione per l’aumento del PIL, non è la soluzione ma la causa della crisi, ha spiegato Pallante. Il PIL non è un indicatore di benessere, ma solo un’entità che misura il valore monetario delle merci che si scambiano. L’uomo deve tornare ad essere il fine e non il mezzo delle strategie economiche attuate dalla nostra società. Dobbiamo puntare su autoproduzione, scambio di beni e altre pratiche del buon vivere per liberarci dalla mercificazione del benessere e della crescita”.

È qui che si inserisce il concetto di decrescita che, sottolinea Pallante, non significa recessione ma semplicemente il contrario di crescita ossessiva. Citando le sue parole: “Con decrescita intendiamo una riduzione selettiva delle merci che non hanno nessuna utilità per l’uomo. Se sprecassimo meno energia (basti pensare alle nostre case, che consumano il triplo delle peggiori case tedesche), o meno cibo, staremmo forse rinunciando a qualcosa?”

In risposta a chi lo accusa di voler tornare all’età della pietra, Pallante spiega che, al contrario, la decrescita sostiene la necessità di “sviluppare tecnologie innovative che possano ridurre significativamente la nostra impronta ecologica su questo pianeta. Vanno create nicchie di economie alternative, che facciano funzionare il nostro sistema nazionale smettendo di mantenere le multinazionali, per dimostrare che invertire la rotta è possibile”.

E Verona può vantarsi di essere stata la sede dell’importante incontro sabato 31 agosto tra l’Associazione per l’Economia del Bene Comune ( http://economia-del-bene-comune.it) di Bressanone, la cui sede internazionale è in Austria e gli esperti di tecnologia del MdF, per studiare insieme come sviluppare concretamente dei progetti tecnologici per la decrescita. “A questo puntiamo: ad uno slancio della società civile che, in assenza di una politica presente, si attivi per trovare nuovi modi di produrre, combinando innovazione e bene comune  grazie anche alla collaborazione di consumatori consapevoli e imprenditori responsabili”. Questi ultimi – ha spiegato Pallante – verranno formati in una Scuola della Decrescita che MdF sta contribuendo a fondare (maggiori dettagli su www.agrivillaggio.com).

Seguiteci per restare aggiornati, e visitate il sito di MdF Verona per maggiori dettagli: www.decrescitafelicevr.org. 

Eliana Rapisarda (Mdf Verona)

Fonte: Veronagreen.it

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