[tube]https://www.youtube.com/watch?v=_WOPAm2Ljg0&feature=youtu.be[/tube]

L’Agricoltura Sociale (AS) si presenta come un fenomeno complesso, difficilmente riducibile alla pura prospettiva economica “tradizionale”; non risulta inoltre sufficiente l’analisi dell’AS dal punto di vista strettamente socio-sanitario. Entrambe le visioni non danno conto di tutti i risultati e gli effetti di tali esperienze. Per capire in profondità il ruolo e prospettive dell’AS occorre quindi adottare una prospettiva sociale ampia, che valuti gli effetti sul benessere e sulla qualità della vita delle persone, una prospettiva che superi le visioni settoriali e l’ottica della “contabilità”.

La crisi generale e radicale del sistema economico e finanziario che caratterizza questa fase a livello mondiale accresce sempre più l’esigenza di ripensare l’attuale modello di sviluppo delle società occidentali, guardando così alla costruzione di un sistema economico sostenibile. L’Agricoltura Sociale si pone in questo quadro come uno dei possibili strumenti di risposta ai bisogni crescenti della popolazione, sia in termini di produzione agricola sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale, sia in termini di offerta di servizi socio-sanitari. Essa mira infatti a riunificare bisogni, identità, tutele ed istanze di libertà per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro più o meno elevate abilità. In questo si ritrova il valore del lavoro non solo come fonte di reddito individuale, ma anche come elemento fondante di una società più giusta, più coesa e sostenibile.

In Italia, l’AS comprende l’insieme di pratiche svolte da aziende agricole, cooperative sociali e altre organizzazioni del Terzo Settore, in cooperazione con i servizi socio-sanitari e gli enti pubblici competenti del territorio, che coniugano l’utilizzo delle risorse agricole e il processo produttivo multifunzionale con lo svolgimento di attività sociali finalizzate a generare benefici inclusivi, a favorire percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura, a sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione, a favorire la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo. In queste esperienze risalta la valorizzazione delle identità locali, di nuove culture e la partecipazione di giovani e donne impegnati nella realizzazione di interventi fortemente innovativi per quanto riguarda le produzioni di beni, l’erogazione di servizi, la creazione di spazi di confronto con i consumatori e la creazione di forme alternative di mercato (filiera corta, GAS ecc.), per affermare un nuovo modello di agricoltura.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *