Pubblichiamo la replica del presidente del movimento per la decrescita felice, Maurizio Pallante, al premier Matteo Renzi, pubblicata oggi da “Il fatto quotidiano”.

Abbiamo ritenuto importante rispondere alle solite e banali semplificazioni su di un tema che coinvolge migliaia di persone e che non può essere trattato come un semplice e secondario modo di vivere. La superficialità non ci appartiene.

preghiamo la massima diffusione.

Illustrissimo signor Presidente del Consiglio,

ho letto una sintesi del discorso che ha pronunciato il 16 settembre alla Camera e per deformazione professionale sono rimasto colpito dal passaggio in cui ha parlato in termini critici della decrescita felice. So che non si rivolgeva al sottoscritto, che non conta nulla, ma allusivamente a qualcuno che ha un rilevante peso politico e a volte ha parlato di decrescita seppure episodicamente e in modo non approfondito.

Mi stupisce che Lei, così istruito e brillante, continui a confondere il concetto di decrescita col concetto di recessione. Eppure nei libri di economia è scritto chiaramente che una crisi economica come quella che stiamo vivendo da 8 anni, caratterizzata da una diminuzione generalizzata e incontrollata di tutta la produzione di merci, si chiama recessione. Di decrescita, nei libri di economia non si parla, tutt’al più si legge la locuzione crescita negativa, come dire, per analogia, che una persona anziana ha una gioventù negativa. A differenza della recessione, la decrescita è la riduzione controllata e guidata della produzione di merci che non servono a nulla o, peggio ancora, creano danni. Per fare un esempio, nelle case italiane, che sono mal coibentate, si disperdono i due terzi dell’energia che si utilizza per riscaldarle. Se invece di sostenere genericamente la domanda regalando dei soldi nel tentativo di rimettere in moto l’economia, o di finanziare grandi opere che servono solo a devastare il nostro paese e a far guadagnare soldi a chi le realizza, Lei e i Suoi illustri collaboratori aveste sostenuto la ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente, non solo si sarebbe rimessa in moto la produzione e si sarebbero creati molti posti di lavoro, ma questi posti di lavoro avrebbero risanato l’aria riducendo le emissioni di CO2 e si sarebbero pagati da sé con i risparmi economici che consentono di avere, senza accrescere il debito pubblico. Tutti questi vantaggi si sarebbero ottenuti, pensi un po’, con una riduzione selettiva, con una decrescita dei consumi di energia che si spreca, che non serve cioè a riscaldare le case. Potrei farle molti altri esempi di tecnologie più avanzate di quelle attualmente in uso che consento di ottenere gli stessi risultati.

Detto questo, nel momento in cui il botto della ripartenza, di cui Lei ha sproloquiato col sottotono che La contraddistingue, era quello di un tonfo e, invece della crescita strepitosa dello 0,8 per cento annunciata, il 2014 farà registrare una riduzione del -04 per cento (ma negli ultimi anni le previsioni si sono sempre rivelate sopravvalutate), Lei si permette di dire nel Suo discorso alla camera che: «la decrescita è felice solo per chi non ha mai visto in faccia un cassintergrato, non ha mai visto un imprenditore andare in banca e versi respingere una richiesta di fido, non ha sentito lo strano odore di una fabbrica chiusa». Chi deve abbassare gli occhi davanti a un cassintegrato e a un imprenditore cui è stata respinta in banca una richiesta di fido è Lei, sono i Suoi illustri collaboratori e i Suoi illustri predecessori, perché sulla crescita avete fatto solo delle grandi chiacchiere – a Lei sulle chiacchiere non La batte nessuno – ma, pur avendo le leve del potere ed essendo convinti che la crescita sia la soluzione dei loro problemi, non siete stati capaci di far ripartire l’economia. Sono sette anni che dichiarate di vedere la luce in fondo al tunnel e quando i fatti regolarmente vi hanno smentito, avete avuto la faccia tosta di ripetere che se l’economia non era ancora ripartita come avevate previsto, prevedevate che sarebbe comunque ripartita nei prossimi mesi. Ho preparato un elenco delle vostre chiacchiere a vuoto e se il giornale che ospita questa mia lettera aperta, mi concederà lo spazio, le richiamerò alla memoria collettiva. Mi permetta inoltre di aggiungere che strani odori non ne ho mai sentiti provenire dalle fabbriche chiuse, ma solo da alcune fabbriche aperte dove, per far crescere la produttività non si è avuto nessuno scrupolo a utilizzare processi produttivi che hanno avvelenato non solo l’aria, ma anche i suoli e il ciclo dell’acqua. Ma facevano crescere il prodotto interno lordo, e tanto bastava.

Io credo, illustre Presidente del Consiglio, che il progresso non consista nel produrre sempre di più, ma nel produrre bene, nella capacità di sviluppare tecnologie più evolute che ci consentono di accrescere l’efficienza dei processi produttivi, cioè di ridurre progressivamente il consumo di materie prime e l’impatto ambientale dei processi produttivi. Meno e meglio. A uno che si dichiara cattolico ed è cresciuto tra gli scout, non dovrebbe essere necessario ricordare queste semplici regole di vita. A uno, che pur avendo avuto questa formazione, gongola perché il prodotto interno lordo cresce se si inseriscono nel suo calcolo la prostituzione, il contrabbando e la droga, suggerisco di ricordare alle forze dell’ordine che ogni carico di droga sequestrato comporta una decrescita selettiva ed è una stilettata al suo cuore generoso nei confronti dei cassintegrati e degli imprenditori che si vedono rifiutare un mutuo.

Maurizio Pallante

20 thoughts on “MAURIZIO PALLANTE RISPONDE A MATTEO RENZI”

  1. Caro Maurizio,
    parole al vento : il boy scout oltre ad avere l’intelligenza di una gallina , è in malafede : è il peggio del peggio….che ci possa essere….

    1. Non sono parole al vento perchè la risposta di Maurizio a Renzi è anche la risposta a tutti coloro che criticano la decrescita senza nemmeno sapere di cosa parlano. Bisogna ringraziare Renzi che ha fornito questo assist a Maurizio e ringraziare il Fatto Quotidiano che ha concesso spazio e diritto di replica a Maurizio. Secondo me la prossima volta renzi ci penserà bene prima di aprire bocca sull’argomento. E se lo farà, tanto meglio, di decrescita felice più se ne parla e meglio è!

  2. Tanto di cappello al Prof. Maurizio Pallante che ha impartito una lezione magistrale sulla decrescita felice al Presidente del Consiglio, che farebbe bene a prendere appunti e a mettersi a studiare un pò. Potrebbe imparare delle cose interessanti ed utili per lui, per il governo e per l’Italia.

  3. Complimenti al Dott. Pallante per la chiarezza e il rigore con cui spiega la distinzione fra decrescita e recessione, al di là di superficiali e arroganti semplificazioni, funzionali a conservare la status quo: produrre per produrre, senza chiedersi cosa, perché e con quali conseguenze per la condizione umana ed ecologica.

  4. solo 7 commenti a questo intervento che contiene la sola soluzione ragionevole, insieme all’economia del bene comune, alla crisi attuale. Se penso alle centinaia di interventi che leggo su argomenti che sono obiettivamente delle cazzate devo dire che ci meritiamo quello che abbiamo. Per fortuna tutti i commenti sono positivi, gli avversari non hanno argomenti, coda fra le gambe e via…

  5. Pochi commenti perchè da parte di chi ne capisce di decrescita felice c’è poco da aggiungere, tanto l’articolo di Maurizio è condivisibile.
    Peccato che pochi di coloro ai quali è diretto lo leggaranno, abbiamo molto da lavorare.

  6. più che una letio magistralis mi sembra una porzione logorroica di aria fritta , la solita descrizione di teorie filosofiche di vita,la dercrescita felice può essere solo un modo di vita personale ,non può essere imposto ci hanno già provato dal 1917 non ha funzionato, l’economia è altra cosa !

    1. Caro Adriano, mi dispiace ma lei (s)ragiona come Renzi, cioè non sa di cosa parla o non ha capito niente. Che c’entra il riferimento al 1917 ergo comunismo? Non c’entra proprio nulla. Quanto alla logorrea e all’aria fritta, il campione indiscusso in questo campo è Matteo Renzi. Infine è corretto affermare che la decrescita felice è una filosofia e scelta di vita personale, ma è anche un programma politico con proposte concrete: si legga un solo libro di Pallante e forse ne capirà qualcosa di più.

    2. Ma cosa dice?
      Sa quante scuole ci sarebbero da ristrutturare secondo magari i principi della bioedilizia che darebbero posti di lavoro?
      Sa quanti monumenti del nostro patrimonio artistico sarebbero da ristrutturare o avrebbero bisogno di manutenzione?
      Giusto per fare piccoli esempi.
      Renzi è vecchio.
      Vecchio mentalmente.
      Non ha la più pallida idea di cosa siano le energie rinnovabili e che tra l’altro produrrebbero lavoro.
      Non ha la più pallida idea di cosa sia il Progetto Rifiuti Zero,che oltre a tutelare la NOSTRA salute produrrebbe lavoro.
      Non ha la più pallida idea che si possono creare posti di lavoro non facendo grandi opere inutili,ma ristrutturando ciò che abbiamo e salvaguardando il nostro suolo.

  7. Intervento . Vorrei solo capire a chi si riferiva quando ha scritto:”So che non si rivolgeva al sottoscritto, che non conta nulla, ma allusivamente a qualcuno che ha un rilevante peso politico e a volte ha parlato di decrescita seppure episodicamente e in modo non approfondito.”

  8. chi confonde la decrescita con la recessione purtroppo non può apprezzare questa risposta stupenda che Maurizio ha dato a Renzi..felicità è capire 😉

  9. concordo su tutto, tranne che su “illustrissimo”. comunque, secondo me, non vale proprio la pena cercare di dialogare con questi qua; megli cercare di parlare ai cittadini comuni, in modo da organizzare una rivoluzione dal basso, che tra l’altro è gia cominciata

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