Anche quest’anno l’Associazione dei Comuni Virtuosi ha assegnato il suo Premio ai Comuni italiani che, più di altri, hanno saputo mettere in pratica politiche sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che sociale. Un edizione importante, quella del 2014, che ha visto una partecipazione di gran lunga superiore a quella degli anni passati. La Stampa – Tuttogreen, che quest’anno è stata il media partner dell’iniziativa, ha deciso di chiedere a Marco Boschini, coordinatore nazionale dell’Associazione, come è andata quest’ultima edizione, e come pensa che andranno quelle future.

Vuole ricordarci che cos’è il Premio dei Comuni Virtuosi?

E’ come una lente di ingrandimento con la quale cerchiamo di scoprire, dal 2007, esperienze virtuose in campo ambientale sperimentate in giro per l’Italia da comuni che non sono iscritti alla rete. Un modo, soprattutto, per valorizzare le belle storie positive, quelle che di solito la politica nazionale snobba e che i professionisti delle istituzioni guardano con fastidio.

Pensa che la maggiore partecipazione rispetto alle edizioni precedenti sia indice di una progressiva presa di coscienza da parte dei Comuni italiani che serve un profondo cambiamento? 

Quel che dico sempre è che la rivoluzione è in atto. Nonostante quello che vogliono farci credere e descriverci. Siamo circondati da un sacco di problemi, la nostra è una società piena di contraddizioni e di nemici dell’ambiente. Ma al tempo stesso l’Italia è piena di donne e uomini incredibili (anche negli enti locali) che sperimentano con successo progetti concreti che migliorano la qualità della vita, creando occupazione e ricchezza a livello locale. E’ un cambiamento lento, silenzioso, quasi impercettibile se osservato con le lenti distratte dell’usa e getta e del consumo sfrenato. Per noi ormai è evidente: i passi avanti da quando esiste l’associazione sono chiari. Ci sono centinaia di storie semplicemente spettacolari che, di fatto, hanno già dimostrato che si può uscire dall’attuale modello di consumo e cambiare paradigma.

Cosa rende un paese o una città veramente “virtuoso”? 

La capacità di mettersi in gioco facendo squadra, in una parola comunità. Non è solo una questione di buone pratiche (una buona raccolta dei rifiuti, un buon piano energetico comunale). Se manca il senso di appartenenza, la condivisione e partecipazione attiva dei cittadini il comune non sarà mai davvero virtuoso.

Chi ha vinto il Premio di quest’anno, e perché? 

Il Comune vincitore del 2014 è Frattaminore, un piccolo comune nel centro della cosiddetta “terra dei fuochi”. Hanno fatto e stanno facendo un sacco di progetti a favore della raccolta differenziata dei rifiuti, del risparmio energetico e della tutela del territorio. Hanno capito l’importanza della bellezza. Un territorio curato, pulito favorisce il rispetto e la condivisione. Il fatto di sentire che le piazze e le strade di un territorio “anche mie”, quindi di tutti.

La Stampa – Tuttogreen quest’anno è stata il media partner dell’iniziativa. Qual è stato il livello di interesse nei vostri confronti da parte dei mass media italiani? E degli italiani in generale? 

Da parte dei media in generale c’è, rispetto a questi temi, il “solito” interesse a targhe alterne. Quasi sempre vieni usato quando fa loro comodo – non è ovviamente il caso de La Stampa – Tuttogreen, che ci ha supportato nel diffondere la notizia del bando, dandoci spazio e visibilità per far conoscere le storie concrete dei comuni in gara. C’è un ritardo culturale importante, in buona parte delle redazioni di tv e giornali (le cose vanno molto meglio in radio), e questo non va bene in un Paese dove anche la politica, sui temi della sostenibilità, viaggia con almeno vent’anni di ritardo rispetto alla medie delle politiche ambientali realizzate nel resto d’Europa…

Quali sono gli sviluppi futuri previsti per l’Associazione dei Comuni Virtuosi? 

Vorremmo portare le buone pratiche locali ad un livello nazionale: proiettare gli ottimi risultati dei Comuni Virtuosi in un’ottica di politica generale. Riuscire a mostrare cosa accadrebbe se queste azioni si potessero fare non nonostante le leggi e lo Stato, ma grazie ad essi. Non più ostacoli, ma incentivi. Non più tagli, ma risorse e fiscalità che premi chi fa bene all’ambiente. Fantascienza?
Intervista a cira di @AndreaBertaglio
Fonte: La Stampa

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