I terribili fatti di Parigi, meritano certamente una e più riflessioni. A mente calda è sempre difficile farla, col passare delle ore e dei giorni sarà forse più semplice o meglio agevole, provare a mettere ordine e cercare di capire. Se mai vi possa essere qualcosa da capire.

Stranamente, ci siamo accorti che esiste la guerra. Purtroppo, dovremmo aggiornarci: esisto svariate guerre.

16/8/2014 Iraq, Isis uccide 80 persone e ne rapisce circa 200 (donne e bambini)

Agosto 2014 Isis soffoca la rivolta della tribù Shaitat di Abu Haman, nell’est della Siria, decapitando, crocifiggendo e giustiziando oltre 700 persone.

24/5/2015 Isis uccide in Siria 400 persone (donne e bambini)

26/6/2015 38 morti in Tunisia (Attentato al Bardo)

giugno 2015 strage a Kobane, Brakh Bootan, 170 morti tra cui donne e bambini.

26/6/2015 attentati Isis in Kuwait, 26 persone morte e 220 ferite

13/11/2015 Beirut, Isis uccide 43 persone ferendone 239

Elenco molto provvisorio ed esemplificativo di alcuni attentati dell’IS, che conta nel suo “esercito” di pazzi e folli lucidi, circa 3000 occidentali (tra cui anche italiani partiti per la Siria). Tralascio quelli che riguardano altre guerre ed eserciti attualmente in corso.

Allora signori miei, le cose sono due. O esistono morti di serie B,C e D. Oppure siamo una bella massa di ipocriti, perché dovremmo stare a lutto un giorno si e l’altro pure. In quanto nel mondo non esiste giorno senza una qualche schifosa guerra che mieta vittime civili innocenti. A patto che esistano le vittime colpevoli.

Ma a noi piace commuoverci e indignarci solo quando ci fanno la cacca sul pavimento di casa nostra. Ci mettiamo la faccina colorata a seconda del momento, sotto dettatura dei mass media, per qualche giorno, in attesa del trend migliore. Allora se basta questo, mettiamo la coccarda nera oppure un globo listato a lutto.

Ci sentiamo umani e minacciati solo quando tocca a noi o stanno vicino noi, altrimenti che gli altri si arrangino pure. Non cambiamo nulla nei nostri stili di vita e nei nostri rapporti con il prossimo quotidiani. La globalizzazione ci piace solo quando questa ci garantisce la macchinetta, il viaggetto, l’Iphone5-6.6cs e tutte le diavolerie a seguito.

Continuiamo ad alimentare un’economia malata e schizzofrenica, che piange i morti di casa sua e alimenta con scelte quotidiane, guerre  in altre parti del mondo.
Ma non abbiamo capito che siamo tutti collegati. Quello che avviene dall’altro capo del mondo, prima o poi ha ripercussioni anche qui da noi e viceversa, con effetti boomerang triplicati.

Ci sentiamo minacciati, perché pensiamo di perdere molti privelegi e comodità conquistati – da altri – attraverso molti anni e sacrifici. Ma noi, di questi privilegi e di queste libertà oltre a non comprenderne la portata ne stiamo facendo un uso molto sbagliato in quanto in parte le stanno pagando altre popolazioni, spesso in guerra.
Se infatti è ancora vero, ed è vero, che il 20% (il cosi detto occidente) campa sulle spalle del restante 80% del mondo, qualcosa deve essere andato storto nell’interpretare il comandamento “non rubare”.

Nessuna giustificazione a chi agisce con violenza, ma dobbiamo avere ben chiaro che anche il nostro occidente opulente ed in crisi, ha agito e agisce violenza verso il resto del mondo e verso numerose popolazioni! Bisogna iniziare a chiedersi cosa siamo andati a fare in centro Africa, se non a deturpare e rubare risorse naturali? Cosa siamo andati a fare in Nord Africa, se non a portare guerra e morte per interessi economici? e questo vale per l’Afganistan, l’Iraq ed ogni altra zona mondiale dove con la scusa di “esportare democrazia” abbiamo invece portato ulteriori morti.

I prodotti che noi occidentali sovente abbiamo nelle nostre tavole, nelle nostre borse, sui nostri corpi e nelle nostre case, sono frutto, spesso, di materie prime prelevate a costi bassi in zone martoriate da povertà, miseria e guerre! questo va tenuto presente mentre osserviamo il mondo e quanto vi accade, e non per giustificare atti ingiustificabili e da condannare senza neanche pensarci sopra, ma per prendere coscienza che la pace arriva solo se c’è giustizia. E la giustizia diviene concreta e fattiva, se tutti quanti hanno libero accesso alle risorse del mondo e ne possono usare con libertà e rispetto. Solo così si può togliere terreno a fondamentalismi che trovano un humus fertilissimo nella povertà e nell’ingiustizia prolungata.

Quando inizieremo a capire che i rapporti umani e la vita sono fatti di tante sfaccettature e che sono infinitamente molto più importanti delle ore di lavoro?

Quando capiremo che la terra è di tutti e tutti hanno diritto a viverla dignitosamente e il dovere di rispettarla ed onorarla seriamente? Quando inizieremo a capire che non è la competizione che ci rende migliori ma la collaborazione? quando inizieremo a ribellarci ad una vita che ci vuole schiavi del tempo fino a rimbecillirci e a non darci il tempo di fermarci e pensare un attimo a dove stiamo andando? Quando inizieremo ad essere umani nel senso pieno e vero del termine?

Cosa vuole l’IS? e cosa vogliono tutti coloro che impugnano armi e ammazzano più o meno legalmente? Potere, soldi, denaro,dominio. E tutto questo genera perversioni e morti, ovunque, in una spirale che non si ferma.

E questa sarebbe la superiorità della razza umana? No, signori miei, non so voi ma se è così, io scendo alla prossima.

Alessandro Lauro

One thought on “Qualcosa da capire”

  1. Interessante articolo. Bisogna parlare più spesso di questo argomento che, in altre parole, va avanti da secoli e si chiama NEOCOLONIALISMO.

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