Non si esce dalla crisi globale avendo più soldi. Non si esce da questa crisi globale  rimettendo in moto una macchina ormai moribonda. E non si esce da questa crisi neanche se riuscissimo a dare a tutti quanti gli esseri umani un reddito ed una casa sicuri.

Certamente in quest’ultima situazione saremmo tutti molto più sereni e tranquilli, e lo auspico di vero cuore, ma potrebbe non bastare.

Perché?

Per il semplice fatto che avere non sempre equivale ad essere. E il compito di ognuno di noi è di essere quello che la sua unicità richiede.

Pensiero forse strano in questo momento storico ma che sempre di più va affermandosi. Non sentiamo sempre di più frasi del tipo: “bisogna seguire le proprie passioni”? oppure: “devi fare quello che ti piace fare”?

Una bella domanda potrebbe essere: ” ma chi ci ha vietato di farlo fino ad oggi”? La mia risposta è che il sistema di disvalori che ci ha allevato, ha messo dentro la nostra testa l’idea che è più utile ed importante fare quello che porta più soldi e successo. Sono cambiati i mezzi, gli strumenti, ma quello che si persegue è sempre l’autoaffermazione.

Fino a pochissimi anni fa era quasi impensabile mettere tra i criteri di scelta di vita variabili quali la reale utilità comune di quello che si fa; oppure l’impatto ambientale di ciò che si vuole intraprendere; o meglio ancora la reale realizzazione integrale della persona.

Questa crisi scoperchia il vaso di pandora ed è forse una benedizione perché molte persone costrette dalla necessità, forse stanno aprendo gli occhi e prendono consapevolezza del grande inganno.

Cosa allora può cambiare le carte in tavola?

Prima ancora delle nuove tecnologie e di un nuovo modo di intendere e vedere il nostro mondo, deve avvenire (e sta già avvenendo) una riscoperta della propria interiorità, della spiritualità.

Nessun discorso religioso in senso stretto o specifico, ma riprendere contatto con il proprio mondo interiore è la base necessaria per un reale cambiamento del mondo esteriore.

Riscoprire la spiritualità che abita ognuno di noi e farla crescere e trasmetterla come compito educativo importante. Questo dovrebbe essere uno dei punti fermi per il nuovo paradigma culturale che diciamo di voler costruire.

Spiritualità che rimette in moto la creatività. La vera ed unica “arma” che abbiamo contro questa crisi globale. Del resto cos’è pensare una vita sostenibile e buona per tutto il pianeta, se non un grande atto di creatività? Cos’è il pensare nuove forme di vita comunitaria, se non un grande atto di creatività? E ancora, cos’è il progettare nuove tecnologie rispettose delle materie prime e del loro smaltimento, se non un vero e proprio atto di creatività?

Dovremmo chiederci spesso se quello che facciamo alimenta un sistema di dipendenza oppure  crea più libertà dall’attuale sistema? Dovremmo chiederci se le tecnologie che usiamo o che vogliamo costruire sono a favore della vera libertà degli uomini e dell’ecosistema, oppure ne sono solo l’aggravarsi magari vestito di verde.

Rivedere il concetto di agricoltura non più su larga scala ma a misura di comunità, salvaguardando i territori e quindi la salute di chi li abita o li vuole visitare. Rivedere il concetto di alimentazione, senza cadere in guerre ideologiche stupide, e prendere consapevolezza dell’importanza del cibo.

Riscoprire nuove manualità, riscoprire interessi artistici messi in secondo piano, mestieri antichi e coniugarli con le nuove possibilità di comunicazione.

Ridare un senso al fare e al fare bene e meglio. A volte significherà fare di più, altre volte di meno, a seconda delle situazioni specifiche avendo come stella polare il bene comune e non l’arricchimento personale. Da soli, o in piccoli recinti, non si va da nessuna parte.

Ma questo possono farlo solo gli artisti o i grandi scienziati illuminati? L’esatto contrario. Può e deve farlo ognuno di noi perché la posta in gioco è la personale felicità e realizzazione. Ed ognuno di noi ha diritto ad essere felice. Ognuno di noi è un’artista. Nel suo piccolo e nel suo specifico. Nella sua situazione particolare e nel suo contesto di vita. Ognuno di noi porta dentro di sé tutte le capacità per far emergere l’artista che ha dentro. Le grandi querce poi, sono sempre state prima una piccola ghianda! La natura ci è ancora maestra.

Spiritualità e creatività sono i due semi che possono far crescere la vera svolta in questo nostro trapasso epocale.

Non siamo alla fine ma possiamo essere all’inizio di qualcosa di bello, creativo, utile per tutti. Un tempo di rinascita. Ed ogni rinascita parte sempre dal buio e dall’interiorità.

 

Alessandro Lauro

 

 

 

One thought on “Creatività e spiritualità”

  1. E’ scontato dire che sono pienamente d’accordo e che il flusso energetico che si innesca, procedendo per questa strada, dimostra quanto sia magnifica questa verità!!!! Grazie per il suo scritto. Mi e’ Piaciuto molto. Ivana

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