Un anno intero di rifiuti dentro un solo sacco della spazzatura. Anzi, per la precisione un sacchetto. E’ il record, britannico e  forse mondiale, del riciclaggio ecologico, realizzato da una famiglia di tre persone residente a Longhope, contea di Gloucester,
Inghilterra centrale. Non una setta di fanatici, bensì gente comune, come tutti gli altri, che fino a due anni or sono prestava solo un orecchio distratto ai danni provocati all’ambiente dalla società dei consumi e che certamente non avrebbe mosso un dito o fatto un piccolo sacrificio personale per cambiare la situazione. Poi, quasi per gioco, hanno cominciato a fare a meno dei sacchetti di plastica per fare la spesa. E da quel momento non si sono più fermati.

Nel 2009 sono riusciti a far stare tutta la spazzatura di un anno nel bidone dei rifiuti davanti a casa. Nel 2010 hanno provato a superarsi e hanno ridotto il loro ammontare di rifiuti a un singolo sacchetto: tutto quello che conteneva erano qualche giocattolo rotto, rasoi usa-egetta non più utilizzabili e penne a biro rimaste senza inchiostro. Basta. Nient’altro. «Mi pare difficile  immaginare che saremo capaci di fare meglio di così», dice Richard Strauss, il capofamiglia, 53 anni, facendosi ritrarre insieme alla consorte Rachel, 38, e alla figlia Verona di 9, che tiene in braccio il sacchettino della loro spazzatura annuale.

Come hanno fatto? Riciclando praticamente tutto quello che consumano, acquistando prodotti alimentari nei mercati e nelle fattorie locali, coltivando — come il Candido di Voltaire — un orticello e naturalmente portandosi dietro i propri sacchetti di tela quando vanno a fare la spesa.

«E’ cominciato tutto così», ricorda Rachel. «Un giorno abbiamo visto in tivù un programma sui danni causati all’ecosistema marino dalla contaminazione con la plastica. Così abbiamo deciso di non usare più sacchetti di plastica per la spesa. All’inizio era un po’ pesante, come fare la dieta o andare in palestra per rimettersi in forma, ma ben presto ci siamo abituati ed è diventato anche divertente». Oltre a comprare alimentari localmente, gli Strauss hanno iniziato a coltivare un orto in giardino: patate, carote, insalata, pomodori, fagioli, ora sono prodotti in casa. Rachel si è messa a cuocere pane e biscotti nel forno.

Richard ha installato pannelli solari sul tetto e una stufa a legno per il resto del riscaldamento. Mobili, vestiti, oggetti che non servono più vengono donati ad associazioni di beneficenza. Tutto quello che avanza viene riciclato come composta, ossia fertilizzante misto. Alla fine non rimane quasi niente da buttare.

La famiglia Strauss ha creato un sito, myzerowaste.com, in cui discute i propri metodi di riciclaggio e scambia informazioni sul tema: ogni mercoledì pubblicano la lista (molto breve, in verità) di cosa hanno gettato via nella settimana precedente. Il sito riceve oltre 70 mila visite al mese.

«Riciclare è più semplice di quanto si immagina, non costa nulla anzi fa risparmiare e se tutti lo facessero sarebbe una grande differenza per la salute del pianeta », dice Rachel. Manca solo un editore che proponga loro un libro: come vivere felici senza rifiuti. Su carta riciclata, naturalmente.

Fonte: Repubblica (09 gennaio 2011)

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