Il governo del Botswana colpevole di “trattamento umiliante”.
Il caso è stato descritto come “una storia straziante di sofferenza e disperazione umana”.

La Corte d’Appello del Botswana ha annullato oggi la sentenza che negava ai Boscimani del Kalahari l’accesso all’acqua nelle loro terre ancestrali.

Con l’appoggio di Survival International, i Boscimani avevano fatto ricorso in appello contro una sentenza della Corte Suprema del 2010 che impediva loro di accedere a un pozzo da cui dipendevano per procurarsi l’acqua. La giuria, composta di cinque giudici, ha sentenziato che:

I Boscimani hanno il diritto di attingere acqua dal loro vecchio pozzo, che il governo proibisce loro di utilizzare;
I Boscimani hanno il diritto di scavare nuovi pozzi;
Il comportamento tenuto dal governo verso i Boscimani è un “trattamento umiliante”;
Il governo deve pagare i costi sostenuti dai Boscimani per ricorrere in appello.
“Siamo veramente felici che, alla fine, siano stati riconosciuti i nostri diritti” ha dichiarato un portavoce dei Boscimani festeggiando la decisione. “Abbiamo atteso a lungo per questo. Come qualunque altro essere umano, anche noi abbiamo bisogno d’acqua per vivere. E abbiamo bisogno della nostra terra. Ora preghiamo perchè il governo ci tratti con il rispetto che meritiamo.”

Il governo del Botswana aveva sfrattato a forza i Boscimani dalla Central Kalahari Game Reserve nel 2002. I Boscimani avevano quindi trascinato il governo in tribunale coinvolgendolo in quello che è poi divenuto il processo più lungo e costoso della storia del paese. Nel 2006, con una sentenza storica, l’Alta Corte sancì l’incostituzionalità e l’illegalità degli sfratti e riconobbe ai Boscimani il diritto di vivere nelle terre ancestrali.

Tuttavia, da allora, il governo ha continuato a impedire il ritorno a casa dei Boscimani proibendo loro, tra le altre cose, di utilizzare il pozzo sigillato durante gli sfratti. Nonostante la mancanza d’acqua, molti Boscimani avevano comunque fatto ritorno nella riserva dove sono riusciti a sopravvivere sino ad oggi raccogliendo acqua piovana, bevendo il succo dei meloni o affrontando difficili viaggi a piedi o a dorso di mulo per andare a procurarsi acqua fuori dalla Central Kalahari Game Reserve.

Lo scorso anno i Boscimani hanno deciso di citare di nuovo il governo in tribunale per vedersi riconoscere il diritto di usare il loro pozzo. Il giudice Walia, che ha presieduto l’udienza tenutasi nel giugno 2010, sentenziò purtroppo in favore del governo sostenendo che i Boscimani “avendo deciso di abitare in un luogo remoto e scomodo, sono responsabili di qualsiasi disagio gli capiti di soffrire”. La sua sentenza è stata ora annullata all’unanimità dai cinque giudici della Corte d’Appello che hanno stabilito che negare ai Boscimani il permesso di utilizzare il loro pozzo è un trattamento “umiliante”, contrario alla Costituzione.

Il trattamento che il governo ha inflitto ai Boscimani è stato ampiamente condannato. La Commissione africana per i Diritti dell’uomo e dei popoli ha criticato severamente il governo per aver negato ai Boscimani il “diritto alla vita”, mentre il massimo funzionario delle Nazioni Unite per i popoli indigeni ha verificato che i Boscimani si trovano ad affrontare “condizioni dure e pericolose a causa della mancanza di accesso all’acqua”.

Aggravando la sofferenza dei Boscimani, il governo ha fatto scavato nuovi pozzi ad uso esclusivo degli animali selvatici della riserva e ha autorizzato la Wilderness Safaris ad aprirvi un complesso turistico di lusso, dotato di bar e piscina. Ad oggi oltre 30.000 persone hanno già firmato una petizione che chiede alla compagnia turistica di portar via il suo resort dalla terra boscimane.

Recentemente il governo ha anche concesso alla Gem Diamonds di iniziare i lavori di apertura di una miniera da 3 miliardi di dollari presso in una della comunità dei Boscimani e continua a impedire loro di cacciare per nutrirsi.

“Questa è una grande vittoria per i Boscimani e anche per l’intero Botswana” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Speriamo che le autorità l’accolgano come tale e non solo come un ostacolo ai loro tentativi di cacciare i Boscimani dalle loro terre per far posto alle miniere di diamanti. Un commento da parte del presidente Khama potrebbe mandare ora un segnale più chiaro sull’intenzione o meno del governo di cambiare atteggiamento alla luce di questa sentenza. Al di là di tutto, questa decisione costituisce una vittoria per i diritti umani e il ruolo della legge in tutta la nazione.”

Fonte: Survival.it

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