Basta l’eolico per produrre 42 volte l’energia elettrica attualmente utilizzata nel mondo.

MOLTI INVESTIMENTI SIA IN EUROPA CHE NEGLI USA si stanno concentrando sull’eolico, che rappresenta al momento la tecnologia più matura per generare energie da fonti rinnovabili. Dall’esame delle risorse globali di vento nel Pianeta, uno studio appena pubblicato del Department of Earth and Planetary Sciences dell’Università di Harvard, condotto da Michael McElroy, ipotizza che un network di turbine da 2,5 megawatt di potenza (installate nei luoghi più adatti) potrebbe generare 42 volte l’energia elettrica utilizzata oggi nel mondo. E 5 volte l’energia complessiva (in tutte le sue forme) consumata dai suoi abitanti.

Una boccata d’ossigeno per la Cina
McElroy e il suo team, tuttavia, non si sono fermati ad un’ipotesi globale, ma si sono spinti ad applicare lo stesso principio alla sola Cina, dove potrebbe essere costruita una serie di campi eolici che occuperebbe lo 0,5% del territorio (una superficie pari a quella della Francia), con un investimento di 900 miliardi di dollari. Questo consentirebbe, entro il 2030, di garantire l’intero fabbisogno del Paese attraverso una fonte “verde”. Si tratterebbe, infatti, di una produzione pari a 24,7 PetaWatts (milioni di miliardi di Watt) all’ora. Che secondo gli esperti corrisponde al bisogno energetico cinese per il 2030 (cioè 7 volte l’attuale consumo). Tenendo conto del fatto che, ad oggi, in Cina l’80% della domanda energetica è coperta dal carbone (quasi 6 miliardi di tonnellate di CO2 emesse ogni anno), la scelta dell’eolico equivarrebbe ad una boccata d’ossigeno senza precedenti.

Sezioni eoliche di globo
Le analisi dei ricercatori di Harvard si basano su una vasta serie di simulazioni dei campi di vento, effettuate sui dati forniti dal Goddard Earth Observing Data Assimilation System. McElroy e il suoteam hanno infatti “sezionato” il globo in aree estese circa 3.300 chilometri quadrati, analizzando la velocità del vento ogni sei ore, ed escludendo le aree forestali, quelle coperte di ghiaccio e quelle ad uso urbano. Lo studio non prende in considerazione neanche le aree coperte da acque profonde, che per quanto ottime dal punto di vista dell’intensità del vento, presentano notevoli problemi legati ai costi per la costruzione degli impianti. Ma, nonostante queste  limitazioni, il risultato è una forza potenziale impressionante: basti pensare che i risultati ipotizzano un utilizzo delle turbine eoliche pari a solo il 20% della loro capacità massima. Per quanto riguarda gli impianti on shore (installati su terraferma) il Paese potenzialmente più in grado di sfruttare l’energia  del vento è la Russia, con 120 mila terawatt, seguita da Canada (78 mila) e Stati Uniti (74 mila). Non a caso, il 42% dei nuovi impianti installati nel 2007 negli Usa è costituito proprio  da sistemi eolici, mentre le vendite globali (pari a 19 mila unità) hanno fruttato alle industrie produttrici 156 milioni di dollari. La possibilità di installare in modo diffuso sul territorio impianti  di generazione, apre nuove possibilità anche per la rete elettrica, che può diventare interattiva o “intelligente”. Lo stesso McElroy, tuttavia, sottolinea come soprattutto in Russia e Canada i luoghi con il più alto potenziale eolico siano ben distanti dai centri abitati, il che rischia di far lievitare i costi degli impianti. Ciò nonostante, le possibilità di sfruttamento del vento nel mondo sono davvero inimmaginabili.

Fonte:  www.valori.it

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