Non si può trasformare una nazione di sessanta milioni di abitanti in un esercito di ragionieri. E questo pericolo dovrebbe avvertirlo in primo luogo la politica che ancora fa riferimento alla sinistra.

La sinistra dovrebbe fare un grande lavoro di pulizia linguistica. Usare le parole con nettezza e senza equivoci. La sinistra in questo momento partecipa a un governo assieme a Berlusconi. Bisogna dirlo senza girarci troppo intorno. E la cosa è possibile perché sia la destra che la sinistra credono che il problema per uscire dalla crisi sia aumentare la crescita. Dunque il governo Monti è possibile perché il nuovo capo non deve mediare tra due culture lontanissime, ma tra due culture che hanno fatto finta di litigare proprio per nascondere la loro somiglianza.

E allora non resta che augurare buoni tagli a Monti. Faccia il suo lavoro e la sinistra che sta fuori dal Parlamento provi a farne un altro di lavoro. Provi a svelare che oltre all’evasione fiscale c’è un’evasione collettiva dalla verità. Le parole della politica e ora anche quelle dei tecnici chiamati dalla politica, sono in debito con la verità. La sinistra che crede a questo modello di crescita ha già rinunciato a essere sinistra. La sinistra che si fa rappresentare dai banchieri ha già deciso di non avere alcuna missione epica.

La crisi richiede comportamenti coraggiosi e invece c’è un minimalismo spaventoso nell’atteggiamento dei partiti. Speriamo che Monti ne tenga conto e proponga un minimalismo anche nei costi della politica. Si parte da qui e dalla riforma elettorale e prima di arrivare ai tagli è il caso di pensare alla qualità dell’istruzione, alla qualità degli ospedali, alla qualità dell’ambiente e così via. Il governo di una nazione deve lavorare con molti verbi. Non ci si può adagiare sul pendolo del crescere e tagliare.

Fonte: Il Manifesto

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