Chi fa l’agricoltore lo sa bene: bisogna avere la giusta pazienza. Per cosa? Per vedere germogliare quanto si e’ seminato. La natura ha i suoi tempi ben stabiliti, e difficilmente da buca.

Discorso diverso potrebbe essere per il mammifero “uomo” che dotato di materia grigia diversamente distribuita, puo’ talvolta disattendere le attese e le speranze migliori. Accade. Purtroppo fa parte del fascinoso mondo della liberta’ che rende la vita talvolta bella  e alcune volte triste.

Tuttavia il compito di chi ha scoperto la decrescita felice  -e l’ha approfondita nei tempi e nella misura a lui piu’ consoni – e’ quello di seminare bene.

Cosa? Innanzittutto il corretto significato della filosofia decrescista. E poi di conseguenza la pratica quotidiana di tali principi. Unita’ di intenti e di pratica per rendere credibile quanto proclamato nel migliore dei modi possibili.

Le persone, lo vediamo quotidianamente, abbisognano di sicurezze per poter riprendersi la propria liberta’. Da qui la necessita’ di poter incontrare individui perlomeno affidabili, nel senso che mostrino coerenza tra quello che dicono e praticano.

Esiste un identikit di tali persone? Uno preciso non credo, sia perche’ sono allergico ad ogni gabbia dorata e ad ogni etichettatura che possa limitare, anche in buona fede la liberta’ altrui; sia perche’ resto convinto che la decrescita felice trova forme sempre nuove a seconda delle persone, dei luoghi e delle reali necessita’.

Tuttavia restano alcuni punti fermi di buon senso, o meglio naturali e spontanei a chi sposa determinati stili di vita. Mi soffermo su uno solo questa volta. La felicita’ di questa scelta.

Persone che siano felici del loro modus vivendi dovrebbe essere scontato.Su questo punto – peraltro verificabilissimo – si gioca tutta la partita. Ma quale felicita’? Ci hanno sempre ingannato facendoci credere che saremmo stati felici sempre solo quando avremmo raggiunto quel livello di stipendio, quella macchina, quell’ultimo modello di cellulare…ora – a parte i casi in cui queste cose sono giuste e doverose – far dipendere la propria vita da cio’ mi sembra oltremodo offensivo per l’essere umano.  E’ come dire che un capolavoro di Caravaggio valga solo se abbia “quella” giusta cornice. Oggi, e non da oggi, questo e’ il modo di ragionare e di valutare se stessi e gli altri. I decrescisti, con tutti i loro mezzi, dovrebbero smontare pezzo pezzo questa ottusa tesi. L’essere umano vale da se’ indipendentemente dalle cornici che gli mettono o che si mette attorno. Le scienze umane andrebbero interpellate sul perche’ si e’ estremamente felici, creativi e soddisfatti fino ai tre anni di vita e poi inizia un deplorevole calo. Perche’ il nostro occidente sia ricco di depressione pur avendo potuto avere tanto anzi troppo e male. Viviamo nella paura di perdere quello che non abbiamo mai raggiunto. Assurdo eppure e’ cosi’.

I decrescisti sono chiamati urgentemente a rompere, meglio: a frantumare, questi ingranaggi mortiferi. I modi? Sono svariati e passano sicuramente nei sentieri della spoliazione del proprio ego, del cambiamento personale, dell’assumere come habitus mentale il donare e il ricevere cio’ di cui c’e’ bisogno. L’investire anche le proprie risorse in modo intelligente e duraturo per creare spazi reali di convivialita’. In questo i circoli mdf(l’ho scritto piu’ volte) hanno un ruolo cardine. Sono e devono diventare l’ossatura di quartieri,paesi e citta’ fino a quando cio’ che viene offerto e proposto non diventi un nuovo e felice modo di vivere. Fino a quando l’ultima paura di uscire dalla gabbia dorata di questo sistema, non sia stata abbattuta.

La felicita’ credo passi per queste vie e per altre che avro’ certamente dimenticato involontariamente o che debbano essere inventate.

Mentre il mondo crolla ci troviamo sotto i dolori del parto mentre sta nascendo quello nuovo. Siamo nelle doglie, ma dopo – e le donne in questo sono uniche straordinarie maestre – vi e’ solo la gioia della nascita di vita nuova e bella. Felice.

Alessandro Lauro (Mdf Sorrento)

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