L’argomento di maggiore attualità dei nostri giorni, di cui si parla ormai da anni e che riempie la pagine dei giornali e i programmi televisivi è la crisi economica. Non so bene perché ma pare che il mondo occidentale, così ricco e sviluppato, sia entrato in una crisi da cui nessuno sa come uscire. Aumenta la povertà, chiudono le aziende, diminuiscono i servizi pubblici, aumentano i costi e le tasse e per molti diventa sempre più difficile arrivare alla fine del mese. Ma perché accade tutto questo e come si potrebbe uscirne?

Mio padre mi ha detto che si tratta di una questione molto complessa ma anche molto importante per il mio futuro e mi ha suggerito di leggere un libro scritto per i ragazzi della mia età, dal titolo “Pilli, Silvia e la decrescita felice”. Il libro racconta l’incontro fra Pilli, una piccola e saggia ape, e Silvia, una ragazza semplice e sensibile che inizia con Pilli un dialogo molto profondo e interessante. Pilli racconta a Silvia che le api amano molto la vita,  a tal punto da farsi carico  anche di quella di tutte le altre specie viventi. Esse infatti lavorano otto ore il giorno per trasportare il polline di fiore in fiore in modo che nascano i frutti di cui si cibano gli animali erbivori, di cui si cibano i carnivori, mentre i semi contenuti nei frutti, cadendo a terra, fanno nascere altri fiori che diventeranno arbusti e alberi.

Insomma, tutti i viventi ricevono vita dal lavoro delle api. Pilli però racconta preoccupata che l’esistenza delle api, e quindi la vita stessa, e’ messa in pericolo dall’inquinamento. Silvia ogni mattina si reca in auto col papà a scuola e davanti ad essa si forma sempre una lunga colonna di auto ferme col motore acceso. Pilli, tossendo, chiede a Silvia se non sarebbe meglio andare a scuola a piedi o in bici. Così non ci sarebbero tante colonne, l’aria sarebbe meno avvelenata e forse ci  metterebbero anche meno tempo. Silvia ascolta perplessa, poi decide di invitare Pilli a casa sua. Entrati in casa, Pilli si lamenta per il troppo caldo e chiede di aprire la finestra ed anche quanto spende la famiglia di Silvia per il riscaldamento. Silvia non lo sa, sa solo che il papà si lamenta sempre quando arriva la bolletta da pagare. Allora Pilli le chiede: “Che senso ha pagare tanti soldi per avere la casa così tanto calda da dover aprire la finestra?”

Arriva il momento della cena e la mamma tira fuori dal freezer una confezione di surgelati che vengono cotti nel forno a microonde. Finita la cena, mentre papà e mamma ricominciano la solita discussione sui soldi che non bastano mai e sulle cose da acquistare il sabato successivo al centro commerciale, Pilli decide di fare a Silvia un regalo e di farle conoscere  un altro mondo e un altro modo di vivere che non sia solo mangiare, consumare, dormire, vestirsi, andare a scuola e guardare la TV. Pilli ha un pungiglione magico che ha il dono di aprire gli occhi a chi  ne viene punto e di fargli vedere un mondo diverso. Silvia accetta, si lascia pungere senza sentire alcun dolore e si ritrova in un altro mondo, un mondo parallelo dove mamma e papà trascorrono più tempo con lei perché lavorano entrambi part-time, ricavano la maggior parte del cibo dall’orto e l’energia la prendono dal sole. Non si recano al centro commerciale ma acquistano i beni necessari attraverso i gruppi di acquisto solidale direttamente dal produttore. In questo mondo ci si aiuta di più e gratuitamente, si scambiano beni come i vestiti, si riparano o si riciclano gli oggetti rotti o dismessi, invece di buttarli nelle discariche o negli inceneritori. Non si spreca l’acqua e nemmeno l’energia, perché tutte le case sono costruite in modo tale da garantire un isolamento ottimale e quindi con consumi molto bassi.

Pilli spiega a Silvia che se una parte dell’umanità non ha nemmeno il necessario per vivere è perché un’altra parte spreca quantità enormi di risorse per avere il superfluo. Basti pensare a tutto il cibo che viene sprecato, migliaia di tonnellate ogni anno. Cibo che è stato prodotto, trasportato per migliaia di kilometri…per finire nella spazzatura! Silvia inizia a rendersi conto che c’è qualcosa di sbagliato nel mondo reale. Tutto questo spreco non può durare. Infatti arriva il giorno in cui il padre di Silvia perde il lavoro a causa della crisi, scatenata dall’avidità dell’uomo. Per competere sul mercato, guadagnare di più e far crescere il PIL (Prodotto Interno Lordo, cioè la quantità di denaro che viene spesa in un anno in un determinato paese per merci e servizi), si produce sempre di più con sempre meno occupati, perché i lavoratori sono considerati un costo e le macchine sostituiscono sempre di più il lavoro umano. Così abbiamo sempre più prodotti che sempre meno persone possono comprare, perché chi non lavora più non ha più soldi da spendere.

Che fare dunque, per aiutare il papà di Silvia e per uscire dalla crisi? Pilli spiega che bisogna ridurre gli sprechi, il consumo di petrolio e di materie prime e la produzione di rifiuti e dedicarsi ad attività come l’agricoltura biologica, il risparmio energetico, il recupero dei materiali e la produzione di energia pulita e rinnovabile. Ma soprattutto dobbiamo aprire gli occhi e capire che anche con meno si può vivere bene e anzi meglio. Questa è la decrescita felice ed è con questo messaggio che Pilli saluta Silvia e invita tutti noi a guardare il mondo con occhi diversi e a trovare le soluzioni per vivere una vita più semplice, leggera e felice.

Salvi Giorgia III D (giovanissima simpatizzante di Mdf Verona)

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