La questione è molto semplice: il sistema è tutto sbagliato. No, non voglio parlare dei massimi sistemi. Questi li lasciamo a chi già in partenza sapeva e sa che sono tutta un’illusione. No, oggi voglio parlare del sistema sbagliato quotidiano, quello che vivono migliaia di famiglie. Il sistema dove molti sono rimasti imprigionati e alcuni stanno tentando di uscirne.

Le famiglie di oggi devono essere per forza a due redditi. Con un solo reddito normale non arrivi a fine mese, con due hai maggiori probabilità di arrivarci e di poter sfamare una terza bocca e concederti una o due uscite al mese. Lo so, vedo storcere un po’ il naso a qualcuno che dice: se pensi solo ai soldi è normale. Ed io concordo che i soldi non debbano essere l’unico fine ma un semplice mezzo. Purtroppo però – volendo volare bassi ed essere realisti – oggi le famiglie che decidono o devono restare in ambito urbano hanno dei costi così elevati (fitto, abbonamento mezzi pubblici, eventuale auto, assicurazioni, parte di cibo) che inevitabilmente si rende necessaria l’occupazione di entrambi i partner. La crisi lavorativa che c’è poi peggiora la situazione già estremamente precaria. Se poi queste due persone decidano l’atto di generare un figlio (cosa bellissima) le cose si complicano un po’. Perché? Sempre per i maggiori costi ma non principalmente per questo. Mi spiego. Lavorare in due in una famiglia oggi, comporta orari molto lunghi dove nella migliore delle ipotesi si condivide un pasto tutti insieme: la cena solitamente. E i bambini? E il tempo trascorso tutti insieme? E la crescita umana della famiglia? Esistono madri che si alzano alle 6 e tornano a casa alle 17. Pranzano una volta alla settimana con una parte della famiglia. Ritornano a casa e devono iniziare il lavoro di casalinga e per cena forse vedono il marito e i figli. Durante gran parte della giornata i figli con chi possono stare? Anche gli adolescenti dove trovano centri di vera aggregazione? Ed inoltre, in queste fasi delicate come può un genitore sorvegliare e custodire la crescita umana di suo figlio? E se per caso qualche figlio ha un serio o lieve disabilità? A chi e come affidarlo?

Eppure il sistema che abbiamo messo su è così: divisorio, scomponente, frazionante, scissorio. E’ stato progettato, pensato e attuato per dividere e smembrare il più possibile.

Si, ogni giorno siamo divisi dai nostri affetti più cari, dalle vere urgenze della vita, dal vero rapporto con noi stessi, dalla nostra creatività ed interiorità. Ogni giorno siamo minacciati dentro di noi dall’essere divisi tra quello che vogliamo incarnare e quello al quale siamo costretti ad essere per portare a casa il troppo necessario che non basta quasi mai. Ogni giorno i nostri rapporti quotidiani devono cedere il passo ad “urgenze” che separano da altre “urgenze”. Quotidianamente dobbiamo scegliere da quale situazione, affetto, relazione, cosa, rapporto separarci per far posto ad altro che non abbiamo scelto e voluto.

Frazionati nelle scelte, nelle cose, negli orari, negli affetti. Smembrati nei desideri non sempre realizzabili o abdicati per forza di cose. Elemosiniamo briciole e le scambiamo per pezzi di pane fresco.

Ma si può cambiare? In parte si. I circoli per la decrescita felice, la decrescita personale, persone e associazioni che hanno capito che così non va, sono di grande aiuto; però il sistema disgiuntivo al quale apparteniamo, è forte e quanto più riesce a dividere le persone maggiormente si rafforza aumentando il suo potere.

Si è sempre fondato su questo, “l’un contro l’altro armati” direbbe il poeta, e quando più si verifica questo, la bestia divisoria si rigenera e miete vittime. I primi a cadere sono quelli più deboli che pagano una solitudine immensa, perché coloro che devono e vogliono salvaguardarli devono pagare il prezzo di ore impagabili sottratte alla loro presenza. È una salvezza a perdere ma in molti casi necessaria o inevitabile per le molte strade precluse.

C’è da riflettere su questo punto e chi ha avuto la fortuna di concepire come sta andando il mondo ha il dovere morale di non voltarsi dall’altra parte ma di intervenire. Chi ha compreso come stanno evolvendo le situazioni e su quali scenari ci stiamo preparando a vivere ha il compito primario di “Accordare”. Accompagnare e organizzare le varie parti positive, mettendole insieme. Creare legami fondati non sull’interesse personale ma sull’armonia dei problemi e delle soluzioni. Mettere insieme le situazioni, condividere paure, ansie e speranze. Condividere le soluzioni già efficaci e renderne partecipi chi le cerca e non le trova.

Accordare è legare e se possibile legarsi gli uni gli altri, non come forma di dipendenza o di controllo ma come condivisione dello stesso destino umano. Senza secondi fini o scopri di lucro o interessi. Ognuno di noi nella propria situazione piccola o grande, particolare ed unica dovrebbe diventare esperto di “accordi”. Come dei bravi musicisti che sanno toccare e sistemare le corde giuste.

Accordare – del resto non lo si dimentichi – viene dal latino Cor – cordis , cioè Cuore.

Chi ha orecchie per intendere…

 

Alessandro Lauro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *