Definire il cambiamento climatico come un problema solo “ambientale” è riduttivo e pericoloso.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si sta occupando delle ripercussioni dei cambiamenti climatici sulla salute delle popolazioni.

In un documento riassuntivo l’OMS ha sintetizzato nei seguenti punti le principali conclusioni dello studio[1] :

  • I cambiamenti climatici colpiranno importanti determinanti ambientali e sociali di salute come la qualità dell’aria, la disponibilità di acqua potabile, la disponibilità di cibo e di un riparo sicuro.
  • Tra il 2030 e il 2050 è previsto che i cambiamenti climatici provochino approssimativamente 250.000 morti in più all’anno, dovuti prevalentemente a malnutrizione, malaria, diarrea e colpi di calore.
  • I costi diretti  per danni alla salute (esclusi quindi quelli derivati da  danneggiamento di settori determinanti per la salute quali l’agricoltura, l’acqua e l’igiene) si stimano essere tra i 2-4.000.000.000 US $ / anno entro il 2030.
  • Le aree con infrastrutture e sistemi sanitari più deboli – per lo più paesi in via di sviluppo – saranno scarsamente in grado di affrontare la crisi ambientale senza assistenza e preparazione.
  • Ridurre le emissioni di gas serra attraverso un miglioramento del trasporto, della produzione e consumo di cibo e dell’uso dell’energia potrà portare a un miglioramento della salute, in particolare attraverso la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Con quali meccanismi i cambiamenti climatici colpiranno la salute delle popolazioni ?

  1. Aumento estremo delle temperature

Le alte temperature dell’aria contribuiscono direttamente all’aumento della mortalità di malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio, sopratutto nelle persone anziane. Durante l’ondata di caldo  nell’estate del 2003 in Europa è stato registrato un eccesso di 70.000 morti imputabile all’aumento delle temperature.[2]

L’aumento di temperatura determina un aumento dei livelli di ozono e degli altri inquinanti nell’aria; aumenta inoltre i livelli di pollini e allergeni facilitando lo scatenarsi di attacchi di asma nei soggetti affetti.

2. Disastri naturali e variazioni nelle precipitazioni

Globalmente il numero di morti legati a disastri climatici è più che triplicato rispetto al 1960, ogni anno il bilancio è di 60.000 morti, specialmente nei paesi in via di sviluppo. L’innalzarsi dei livelli dei mari e gli eventi climatici estremi comprometteranno abitazioni, strutture sanitarie e sevizi essenziali. Attualmente più di metà della popolazione mondiale vive entro 60Km dal mare. Questo porterà inevitabilmente a migrazioni verso zone geograficamente meno esposte e alla conseguente gestione di milioni di “profughi climatici”.

La grande variabilità delle precipitazioni influenzerà l’accesso all’acqua potabile.  La mancanza di acqua compromette anche l’igiene favorendo il diffondersi di malattie diarroiche che ogni anno uccidono 760.000 bambini  sotto i 5 anni.

L’aumento delle temperature e l’alta variabilità delle precipitazioni comprometterà la produzione dei cibi base, in particolare nelle regioni più povere. Questo determinerà l’aumento di malnutrizione e denutrizione che attualmente sono causa di 3,1milioni di morti all’anno.

3. Infezioni

Le condizioni climatiche colpiranno fortemente le patologie che originano dall’acqua o diffondono attraverso essa o quelle che si trasmettono attraverso vettori  dipendenti dall’ambiente acquatico come insetti, lumache o animali a sangue freddo. Ne sono un esmpio la Malaria e la Dengue, malattie diffuse da specifiche specie di zanzare.


 Chi ne sarà più colpito?

chi paga?L’immagine  soprastante[4] mostra in maniera grafica e chiara la differenza tra i paesi che sono causa del riscaldamento globale e quelli che maggiormente risentiranno dei sui effetti. Nella sezione in alto sono rappresentati con una superficie maggiore quei paesi principali produttori di gas serra; nella sezione in basso sono invece rappresentati più vasti quei paesi che più risentiranno degli effetti che questi cambiamenti climatici provocheranno in termini di mortalità e morbilità. Salta subito all’occhio che chi ha inquinato impunemente fino ad oggi e ha beneficiato di uno sfruttamento sfrenato delle risorse naturali, sarà anche chi ne sarà colpito meno; mentre quelle economie che sono sfruttate e private della capacità di autodeterminasi saranno quelle che si troveranno maggiormente vulnerabili quando gli effetti si manifesteranno.

Ancora una volta un problema che vine considerato un problema “ambientale” o di “salute” si rivela, in realtà, un problema di diseguaglianze e giustizia sociale; ancora una volta ci deve interrogare sui costi che questo modello di sviluppo presuppone e su quale modello pensiamo sia giusto seguire nei decenni a venire.

Michel Cardito


1: WHO. Quantitative risk assessment of the effects of climate change on selected causes of death, 2030s and 2050s. Geneva: World Health Organization, 2014.

2: Robine JM, Cheung SL, Le Roy S, Van Oyen H, Griffiths C, Michel JP, et al. Death toll exceeded 70,000 in Europe during the summer of 2003. C R Biol. 2008;331(2):171-8.

3: IPCC. Summary for Policymakers. In: Edenhofer O, R. Pichs-Madruga, Y. Sokona, E. Farahani, S. Kadner, K. Seyboth, A. Adler, I. Baum, S. Brunner, P. Eickemeier, B., Kriemann JS, S. Schlömer, C. von Stechow, T. Zwickel and J.C. Minx editors. Climate Change 2014, Mitigation of Climate Change Contribution of Working Group III to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change. Cambridge, United Kingdom and New York, NY, USA.: Cambridge University Press; 2014.

4: Managing the health effect of climate change – the Lancet-  2008

http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs266/en/

 

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