UNA città in cui si consumi di meno, in cui si blocchino le grandi opere ma non la metropolitana che, anzi, “serve a risparmiare energia”. Sarebbe la Torino del futuro se si applicasse la teoria della “decrescita felice”. Maurizio Pallante è indubbiamente il teorico italiano del movimento della decrescita promosso a livello internazionale da Serge Latouche. Pallante, torinese, è anche uno dei riferimenti teorici del programma di Chiara Appendino.

Professor Pallante, com’è una città con una decrescita felice?
“E’ una città che riduce in modo selettivo i consumi limitando gli sprechi”.

Può farci un esempio?
“Bisogna ristrutturare gli edifici per ridurre il consumo energetico. Mediamente i nostri palazzi consumano in un anno 20 litri di gasolio per ogni metro cubo da riscaldare. In Germania siamo a 7 litri”.

Come si raggiunge l’obiettivo?
“Con dei cappotti di rivestimento dei muri esterni dei palazzi e con il cambio degli infissi. Così si creerebbero parecchi posti di lavoro riducendo il consumo di energia”.

Torino ha investito molto sul teleriscaldamento per ridurre i consumi. Non va bene?
“Non va bene perché il teleriscaldamento non serve a ridurre il consumo di energia degli edifici”.

Ma riduce il consumo di carburanti tradizionali per produrla..
“Non è la stessa cosa. E’ meglio intervenire sugli edifici”.

Immagino lei sia contrario ai grattacieli..
“Non conosco l’efficenza energetica dei grattacieli torinesi. Non mi piaccio per ragioni estetiche, tutto qui”.

Che cos’altro ridurrebbe?
“Le grandi opere”. Un esempio? “Il Tav”.

Consuma troppo?
“A prescindere dall’utilità, con il Tav per Lione ogni milione di euro speso crea 0,73 posti di lavoro. Se si investe nelle energie alternative, ad esempio i pannelli solari, ogni milione speso crea 13 posti di lavoro”.

Ma i pannelli solari non risolvono il problema dei collegamenti e della logisitca..
“Ma io faccio il ragionamento di ogni famiglia: se ho un milione da spendere, dove lo spendo? Ecco perché i pannelli convengono e il Tav no”.

Altre grandi opere: la metropolitana?
“Quella va fatta”.

Perché?
“Perché serve a risparmiare utilizzando un mezzo di trasporto efficente che non consuma benzina”.

Perché la metropolitana sì e la ferrovia no?
“Io non sono contrario alla ferrovia, anzi. Sono contrario alla Torino-Lione per ragioni di convenienza. Se un giorno mi dimostreranno che conviene, cambierò idea”.

A proposito di trasporti, come si risolve i problema del traffico nella città della decrescita?
“Penso che le limitazioni siano inevitabili, ma siano soluzioni tampone. Ci vuole altro”.

Ha delle proposte?
“Ho delle idee ma non sono ancora politicamente utilizzabili in concreto”.

Quali idee?
“Il sistema più efficiente e di minor impatto è quello dell’auto elettrica che non funziona a batterie ma è perennemente collegata a una rete di corrente come il tram.

Come il tram?
“Certo. E’ un sistema ancora difficile da immaginare nel concreto. Penso a un cordolo che corre in mezzo alle vie della città al quale le auto sono collegate attraverso un magnete posto sotto la scocca. Questo sarebbe il sistema migliore per l’efficienza energetica. Mi rendo conto che avrebbe degli inconvenienti”.

 

Se lei fosse residente a Torino, per chi voterebbe al ballottaggio di domenica? “Per Chiara Appendino. Il suo mi sembra il

programma più convincente”. Lei è dei 5 Stelle? “Non voto dal 1994. Ma adesso forse potrei tornare a farlo. Anche se..” Anche se? “Dei 5 Stelle non mi piace la loro organizzazione interna. E quelli torinesi mi sembra che pecchino di superficialità. Ma questo è dovuto al fatto che sono stati all’opposizione. Se vincessero le elezioni dovrebbero studiare di più”.

Fonte: LaRepubblica.it

 

 

 

 

 

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