Una indagine dal basso realizzata dai milanesi grazie a Cittadini per l’Aria ha dimostrato che in città la concentrazione di biossido di azoto supera di molto i limiti di legge

CHIARA BALDI
MILANO

I milanesi come i ricercatori delle università per misurare la quantità di biossido di azoto (NO2) nell’aria della loro città. È il progetto dal basso lanciato da Cittadini per l’Aria, onlus milanese che si occupa di temi ambientali. E che oggi ha presentato la prima mappa del biossido di azoto presente nell’aria di Milano ed elaborata, appunto, dai cittadini. Duecentodiciannove fiale situate a casa, nel posto di lavoro o vicino alle scuole dei propri figli, ad un altezza di circa 3 metri rispetto alla strada, che per un mese – dall’11 febbraio all’11 marzo – hanno rilevato la quantità di biossido di azoto presente. Con dei risultati drammatici: a livello mensile, il 96 per cento dei campionatori ha misurato concentrazioni di NO2 di molto superiori al limite dei 40 milligrammi per metro cubo previsto dalla legge su base annua. Solo otto sono stati invece le fiale che sono rimaste sotto il limite tollerato per legge. La zona più “salubre” è quella di Niguarda, che ha un’esposizione mensile di 24 milligrammi per metro cubo, mentre quella più dannosa è zona Certosa all’incrocio con via Monte Ceneri, con 89 milligrammi per metro cubo.

Inoltre, il 46 per cento delle fiale ha rilevato su base mensile concentrazioni fra i 50 e i 60 milligrammi al metro cubo mentre il 29 per cento dei campionatori, ha rilevato concentrazioni che vanno dai 60 agli 80 milligrammi su metro cubo. I rilevatori di viale Bodio, viale Certosa, viale Majno e via Porpora, superano quest’ultimo valore. È stata poi fatta una stima media annua per ciascun campionatore partendo dai dati ottenuti su scala mensile ed è emerso che l’84 per cento dei punti campionati dai cittadini nell’area metropolitana ha concentrazioni annue di biossido di azoto superiori al limite di legge, mentre si stima che solo 35 campionatori passivi su 219 abbiano un livello di concentrazione annuale inferiore ai 40 milligrammi al metro cubo consentiti.

«È il momento per Milano di cambiare mobilità e di puntare a una maggiore tutela della salute e del benessere dei suoi cittadini, diventando un esempio trainante a livello regionale, padano e nazionale. Se ciò non accadrà, vorrà dire che questa amministrazione accetta di governare una città con una qualità dell’aria fuori legge e che danneggia la salute dei suoi stessi cittadini», ha spiegato Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria. Tra le cause, c’è il traffico delle auto a diesel, che è una delle sorgenti principali per la produzione dell’ossido di azoto. Nell’area metropolitana milanese quasi il 50 per cento dei veicoli circolanti sono diesel che emettono quantità di ossidi di azoto 4-5 volte superiori il limite di legge. Non è solo un problema di inquinamento, ma anche di salute: «Il biossido di azoto provoca irritazioni delle mucose, asma e bronchiti oltre a patologie più gravi come edemi polmonari ed enfisemi. Più a rischio sono bambini, anziani e persone già affette da patologie all’apparato respiratorio. Le ultime ricerche scientifiche hanno messo in evidenza effetti nocivi sul feto, sullo sviluppo polmonare di neonati e bambini e danni al sistema cognitivo dei più piccoli e degli anziani», ha detto Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito dell’università Statale di Milano e dell’Irccs Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.

 

Cittadini per l’Aria chiede al Comune di adottare quattro misure per riportare i livelli di biossido di azoto entro i limiti di legge per tutelare la salute dei cittadini: da gennaio 2018 attivare zone a basse emissioni (Lez) istituendo un divieto di circolazione assoluto per i veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 senza filtro antiparticolato ed un sistema di tariffazione, con tariffa commisurata alla necessità di dissuadere l’ingresso in città con tali mezzi, per tutti veicoli diesel (Euro 4, 5 e 6) che non rispettano i livelli emissivi su strada; dal gennaio 2020 estendere la Lez a pagamento ai veicoli che non rispettano almeno il fattore di conformità 1.5 su strada; che tali provvedimenti vengano coordinati a livello metropolitano favorendo l’adozione di analoghe misure nei comuni della Città metropolitana e, infine, dal 2025 divieto di accesso alla zona a basse emissioni di tutti i diesel. Per arrivare al raggiungimento di questo obiettivo, l’associazione milanese invita tutti i cittadini a spedire, attraverso il sito di Cittadini per l’Aria, una mail al sindaco Beppe Sala per chiedergli di intervenire.

Fonte: LaStampa.it