Le parole pronunciate ieri da un vecchio pazzo segnano il confine tra la fine della democrazia in Italia e la sua, pur fioca, sopravvivenza: "Siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare è il futuro per tutto il mondo. La moratoria è servita per avere il tempo che la situazione giapponese si chiarisca e nel giro di 1-2 anni l’opinione pubblica sia abbastanza consapevole da tornare al nucleare, l’accadimento giapponese a seguito anche di sondaggi che abitualmente facciamo ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini, se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire".

Il governo "responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per far sì che si chiarisca la situazione e che, magari, dopo un anno, forse due anni, si possa ritornare ad avere un’opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare, i molti contratti stipulati non vengono abrogati (tra EDF e Enel, ndr), stiamo continuando e decidendo di mandare avanti molti settori di questi contratti come quelli relativi alla formazione”.

In queste parole c’è il totale disprezzo del cittadino, della volontà popolare. La Cassazione deve pronunciarsi sul referendum contro il nucleare. Il Governo ha ritirato la legge per la costruzione delle nuove centrali per riproporla tra un anno (parole pubbliche del capo del Governo) nella speranza che il disastro di Fukushima venga dimenticato. E’, come capirebbe anche un bambino di cinque anni, una presa per il culo. L’Ufficio centrale della Cassazione, presieduta da Capotosti, deve decidere se il referendum si terrà ugualmente. Se lo cancellerà sarà complice.

L’articolo 39 della legge 352/1970 prevede "se prima della data dello svolgimento del referendum, la legge, o l’atto avente forza di legge, o le singole disposizioni di essi cui il referendum si riferisce, siano stati abrogati, l’Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso".

Qui, come è chiaro, non si vuole abrogare nulla, solo far passare il tempo. E’ una tecnica mafiosa: "Quannu tira u ventu fatti canna!" (quando soffia il vento fatti canna) di un governo nuclearista e di un’opposizione collusa che ha Veronesi come testimonial (ex senatore del Pdmenoelle) e che ha fatto fallire l’accorpamento delle elezioni amministrative con i referendum con le sue assenze in aula (10 Pdmenolelle, 2 Idv). La Cassazione è di fronte a un bivio. O con i cittadini, o con un corruttore piduista e i suoi lacchè. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Fonte: beppegrillo.it

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