Ostaggi inconsapevoli degli impegni, del lavoro, dello stress, degli obiettivi, dei mutui, dei mezzi di trasporto, di uno stile di vita caotico e sterile.

Inconsapevoli spesso.

A volte ci tocca per un istante il pensiero, il sospetto che è troppo e insensato quanto ci viene richiesto di sopportare e anzi siamo perfino indotti a desiderare, ma subito dopo ci lasciamo risommergere dai ritmi forsennati che tutti noi ormai siamo abituati a tenere.

Siamo schiavi, davvero schiavi. E tanto più siamo schiavi di questa società e cultura individualista e arrivista come impazzita che in un certo senso amiamo e difendiamo il nostro padrone, il dio denaro, il dio potere, il dio successo, il dio ambizione.

E’ ormai come una nostra seconda identità; siamo ormai anche, e spesso purtroppo, prevalentemente la professione che svolgiamo anziché i valori e i sentimenti che abbiamo dentro. E per questo la difendiamo strenuamente.

E’ quello che ci propinano da sempre, fin da bambini, con una educazione scolastica incentrata sulla conoscenza e la competizione anziché, come dovrebbe essere, sulla formazione del carattere e sulla solidarietà tra esseri umani. Il tutto rinforzato e ingigantito dal bombardamento dei mezzi di comunicazione di massa che anche quando non fanno pubblicità, nei rari momenti in cui fanno o dovrebbero fare informazione, mettono l’accento sulle negatività, sui dolori, sui lutti, sulle disgrazie, sulla violenza, sulla prevaricazione, sulla ingiustizia, su ciò che non funziona.

Questo ci condiziona e getta le basi per un continuo malcontento e una continua insoddisfazione.

Cerchiamo la felicità dove non la troveremo mai. La felicità non è un oggetto e non può derivare da ambizione appagata o da ricchezze accumulate.

La felicità è uno stato mentale e la si trova dentro di noi, e non è per niente difficile raggiungerla come si crede: basta decidere di essere felici.

E’ così banale vero !

Basta volerlo essere, desiderarlo con fiducia. Sentirci grati, fiduciosi, benevoli, sorridenti, qualsiasi cosa accada. In alcuni casi, di fronte a prove dolorose e dure è difficile non provare dolore, non abbattersi, ma sarà questione di qualche momento, di qualche ora, di qualche giorno o settimana o mese. Basterà dare al nostro corpo e alla nostra mente la capacità di metabolizzare l’accaduto e lavorare per neutralizzarlo.  Per recuperare al più presto la fiducia e la pace interiore, una pace ricca di  tutto.

di Alessandra Nanni

Fonte: Decrescita.com

One thought on “Dilatare il Proprio Tempo”

  1. Vero.
    La felicità dipende da noi. Facciamo in modo che il nostro pensiero razionale non ci distrugga, e lasciamo la nostra coscienza, il nostro vero “io”, libero, sereno, in pace.
    Sottolineo l’idea della cooperazione, della collaborazione eliminando la competizione (il vero male di questo mondo).
    Lo dico da tempo, e sono FELICE di vedere che ci sono persone che la pensano in modo simile.
    Ti ringrazio Alessandra.

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