Si è svolta lo scorso novembre (16 -24) la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, per coinvolgere e informare anche i consumatori dell’iniziativa focalizzata agli imballaggi dei beni di largo consumo che, insieme agli articoli usa e getta, diventano quel genere di rifiuto con cui si deve fare i conti quotidianamente.

E’ ritornata, infatti, la seconda edizione dell’iniziativa Meno rifiuti e più benessere in 10 mosse promosso dall’associazione Nazionale Comuni Virtuosi, alla quale  ha aderito in maniera ufficiale anche il Movimento per la Decrescita Felice.

Come Movimento per la Decrescita Felice sposiamo in pieno l’iniziativa e guardando sempre al lungo periodo riteniamo necessario che tali iniziative non vengano solo attuate nelle settimane di diffusione a livello Europeo ma che diventino sempre di più una vera abitudine e uno stile di vita comune alla GDO alle industrie a tutte le persone responsabili. Per tale motivo diamo nuovamente voce all’iniziativa promossa nei giorni scorsi, ribadendone l‘importanza e la continuità. Riportiamo quindi di seguito alcune importanti dichiarazioni della dott.ssa Silvia Ricci (responsabile campagne di Comuni Virtuosi) che illustra meglio l’intento dell’iniziativa e la sua importanza, e il sunto delle 10 regole volte alla diminuzione dei rifiuti nella Grande Distribuzione e nell’industria. Invitando tutti, soprattuto i singoli cittadini, a visitare il link dell’iniziativa e a firmare e diffondere la petizione

“L’invito all’azione che Meno Rifiuti più Benessere rappresenta nei confronti delle aziende, va oltre ai contenuti delle 10 mosse , sia sotto l’aspetto ambientale che partecipativo. Sotto l’aspetto ambientale poiché l’impatto complessivo di un prodotto non è limitato al solo packaging, come la prima mossa evidenzia. Sotto l’aspetto partecipativo perché riuscire a coinvolgere pubblicamente le aziende a comunicare il proprio impegno come avviene all’estero, non è una modalità alla quale le aziende italiane sono avvezze” afferma Silvia Ricci, Responsabile Campagne dell’ACV, Associazione Comuni Virtuosi.

Come ACV abbiamo però coinvolto con successo un buon numero di gruppi della Grande Distribuzione con la campagna Porta la Sporta. Quest’ultima iniziativa, pensata per ridurre l’impatto ambientale ma anche economico che i rifiuti da imballaggio e articoli usa e getta hanno per le casse comunali, dovrebbe essere una palla che le aziende colgono al balzo per dimostrare che quanto pubblicato nel bilancio di sostenibilità si riflette nella prassi aziendale.
Questa iniziativa rappresenta oltre 3000 cittadini che hanno firmato la petizione, 300 enti locali e diverse associazioni. L’ascolto del cliente , la collaborazione con le organizzazioni non profit e con gli enti locali (a favore di obiettivi comuni e a beneficio dei territori ) sono argomenti che sono di casa nei bilanci di sostenibilità. Pertanto non possiamo che essere fiduciosi di ricevere prima o poi un cenno di riscontro alle comunicazioni che stiamo inviando alle aziende e che proseguiranno anche nel prossimo anno” conclude Silvia Ricci

Hanno sottoscritto il documento circa 300 enti locali e aderito associazioni nazionali come Greenaccord, Fare Verde, MDF- Movimento Decrescita Felice, Slow Food Italia , Cittadinanza Attiva, Altroconsumo e l’Associazione Borghi Autentici d’Italia.

Ma cosa viene chiesto di fare nello specifico? una semplificazione delle 10 mosse lanciate dall’iniziativa la troviamo qui di seguito, nell’auspicio che possano divenire sempre più parte integrante dell’educazione civile di ogni cittadino, da tramettere anche e soprattutto nelle forme industriali intelligenti.

LE DIECI MOSSE

Testo semplificato

1) Ripensare e innovare i prodotti del domani con una visione di design sistemico ;

2) Minimizzare l’impiego di imballaggi, ridurre all’essenziale quelli primari (peso/spessore/dimensioni) ed eliminare il sovra imballaggio e alcune tipologie di componenti accessorie che impediscono un riciclo ecoefficiente;

3) Sostituire o eliminare negli imballaggi quelle componenti che ne impediscono o complicano il riciclaggio come le etichette sleeves e l’uso di additivi, coloranti e composti esterni o l’utilizzo di materiali teoricamente compostabili o riciclabili ma per i quali non esistono filiere di raccolta dedicate e impianti che li gestiscano;

4) Promuovere l’uso di contenitori a rendere (anche in plastica infrangibile) e progetti di vuoto a rendere come Vetro Indietro;

5) Utilizzare ove possibile materiale riciclato per realizzare il packaging al posto di materia vergine;

6) Adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli imballaggi che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al consumatore il grado di riciclabilità dell’imballaggio stesso;

7) Nei punti vendita della GDO: introdurre nel proprio assortimento prodotti a basso impatto ambientale comunicandone nei punti vendita il valore aggiunto per orientare il mercato in senso ecologico;

8 ) Nei punti vendita della GDO: eliminare l’overpackaging, e gli imballaggi non o difficilmente riciclabili nel confezionamento in house e adottare soluzioni riutilizzabili ad uso interno e per la logistica dei rifornimenti;

9) Nei punti vendita della GDO: favorire un cambio di abitudini che spinga i cittadini consumatori al riutilizzo di contenitori portati da casa dal settore della detergenza, all’ortofrutta all’alimentare.

10) Nei punti vendita della GDO: inserire e valorizzare nell’assortimento prodotti adatti all’uso multiplo provvisti di ricambi o parti intercambiabili partendo da oggetti usati quotidianamente come lo spazzolino da denti e il rasoio.

 

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