L’estate scorsa il settore della produzione di uova in Europa, e anche in Italia, è stato travolto dallo scandalo Fipronil, l’insetticida tossico che è stato trovato in alcuni allevamenti e produzioni. Poi nelle ultime settimane si è ricominciato a parlare di aviaria, con abbattimenti conseguenti. Fatto sta che la produzione di uova incontra sempre più ostacoli. Allora, se proprio le vogliamo mantenere sulle nostre tavole, scegliamole biologiche.

Per l’aviaria controlli e misure di osservazione  hanno interessato Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia Romagna e Veneto.

Per il Fipronil, la scorsa estate erano state ritirate migliaia di uova contaminate da questo insetticida, il cui uso è vietato nell’Unione Europea e che oltre una certa soglia (0,72 milligrammi per chilo) è tossico per l’uomo. Inoltre si era dato corso all’abbattimento di milioni di galline. Lo scandalo, partito dall’Olanda e dal Belgio, ha coinvolto 40 Paesi, di cui 24 dell’Unione Europea, Italia compresa.

Gli allevamenti nei quali sono state trovate tracce di Fipronil si sono fermati. “La sanificazione è un processo lungo perché il Fipronil è molto resistente. Bisogna pulire con solventi e poi con detergenti. Quindi verificare, con tamponi, se la sostanza è stata eliminata e fare le analisi” spiega Gianluca Bagnara, presidente di Assoavi. Poi, una volta eliminata ogni traccia di Fipronil da un allevamento, occorrono mesi perché si torni al ritmo produttivo di prima.

Secondo il sistema di allerta rapido alimentare europeo (Rasff) dal 21 luglio scorso gli interventi e le notifiche collegate al Fipronil rilevate da Bruxelles sono state diverse centinaia e hanno coinvolto decine di nazioni. Tutto ciò si è reso evidente agli occhi di chi acquista nei supermercati perché per diversi periodi le uova hanno scarseggiato sugli scaffali.

Inoltre, il 25 agosto scorso il Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Silvio Borrello, aveva sollecitato i servizi veterinari  affinchè svolgessero controlli in merito al sospetto che ci fosse un collegamento tra la presenza di aviaria e quella di Fipronil, poiché era stata rilevata una sovrapposizione che apriva la strada a supposizioni da verificare

«L’allevamento intensivo di polli, galline e tacchini sta alla malattia infettiva dell’influenza aviaria (detta anche influenza dei polli) come benzina per il fuoco – spiega la Lav – Oggi l’alternativa intelligente al contenimento di certe malattie è rappresentata dalla scelta di non mangiare più animali. Il modello alimentare, personale e collettivo, va ripensato guardando in prospettiva alle reali conseguenze delle nostre scelte alimentari, per  l’ambiente, per gli animali ancora sacrificati, per la nostra salute. La scelta di ingredienti non animali (legumi, proteine vegetali frutta e verdura di stagione) è, infatti, in grado di favorire un migliore stato di salute, è adatta a tutte le fasce di età e di attività. Si tratta di una scelta di alto valore etico e, tra gli altri vantaggi, protegge dalle numerose malattie causate direttamente o indirettamente dal consumo di carne».

Vediamo le tipologie di allevamenti avicoli.

Allevamento in gabbia o in batteria
Allevamento in gabbie di filo di ferro alte una quarantina di centimetri; ci stanno circa 14 per metro quadro. Dovrebbero esserci vaschette per l’acqua e il mangime; luce artificiale a cicli.

Allevamento a terra
Conduzione in capannoni nei quali gli animali possono muoversi. La densità di polli per m² non può superare il numero di sette e sul pavimento devono essere sparse granaglie che permettano ai polli di beccare e razzolare.
La covata delle uova avviene in nidi comuni, mentre per il mangime e l’acqua sono disponibili vaschette.

Allevamento all’aperto
Le galline ovaiole hanno a disposizione una stalla che deve soddisfare le stesse caratteristiche viste per l’allevamento a terra, ma in più gli animali possono spostarsi dalla stalla verso uno spazio all’aperto e viceversa. Per ogni ettaro a cielo aperto possono essere tenuti un massimo di 2.500 polli.

Allevamento biologico
Nell’allevamento biologico gli animali devono avere sempre a disposizione piccoli stagni nei quali poter sguazzare e nel pollaio sono presenti anche galli. Il mangime è di provenienza biologica, principalmente cereali e mais. L’impiego di additivi per favorire la crescita, amminoacidi sintetici, mangimi modificati geneticamente, farine di pesce è vietato. I pulcini devono provenire da allevamenti biologici.

Fonte: Terranuova.it

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