Leggere gli scritti di Alessandro Pertosa è sempre un esercizio validissimo per la mente e per lo spirito. Personalità ricca e variegata, trasmette nei suoi scritti percorsi alternativi rispetto al comune pensare, tagliando il rischio – a volte molto presente – di fare un’ermeneutica dell’ermeneutica di quanto fino ad ora già scritto e detto.

L’ultima sua fatica filosofica –  Dall’economia all’eutéleia.  Scintille di decrescita e d’anarchia, Edizioni per la decrescita felice, dal 13 ottobre in tutte le librerie – fa proprio questo: aprire piste nuove e di approfondimento.

Leggendo e soffermandosi sulle teorie di Pertosa non si può non essere in accordo con lui quando sostiene che siamo schiavi della nostra stessa invenzione che è l’economia e lo siamo da almeno da due millenni, e allo stesso tempo, penso si possa condividere (ma non tutti saranno in accordo) che stiano maturando i tempi e i modi per arrivare finalmente ad una liberazione da questo dominio.

Euteleia è il termine nuovo che Pertosa introduce, e lo fa dopo aver svolto una corposa pars destruens molto dettagliata e fondata dove non fa sconti a nessuno.

Euteleia è quindi la semplicità, la frugalità, la sobrietà che può essere la nuova base per una nuova società che sta nascendo già.

E’ interessante lo scritto di Alessandro perché non parte da assunti filosofici o ideologici a se stanti, ma parte e continua dalla vita quotidiana di ognuno di noi e centrando questo spazio, riesce a dare voce e vigore nuovo ad un concetto troppo spesso frainteso: anarchia.

Anarchia intesa nel suo senso più vero, autentico e nobile quale la piena responsabilità di ogni individuo a creare e tessere relazioni orizzontali che sappiano abbattere ogni steccato di diseguaglianza e sofferenza, in orizzonti di inclusione e non di esclusione. Un concetto in cui la convivialità ha un ruolo fondamentale. Un concetto molto importante che prende sempre più corposità sia nei membri del movimento per la decrescita felice, sia nella popolazione che cerca nuove e sane vie di liberazione da ogni steccato mentale e sociale.

L’autore ritiene che i tempi siano maturi per far tramontare l’economia, e per farlo non bisogna attendere inermi o abituarsi a climi di austerità o di pauperismo. Diversamente Pertosa – in sintonia con il movimento per la decrescita felice – individua propria negli stili decrescisti la via principale da percorrere. La via, non la meta che per l’autore e per chi scrive resta sempre la felicità, che resta si da raggiungere ma che si può sperimentare anche nel percorso.

Personalmente ritengo il libro di Alessandro Pertosa un valido strumento per approfondire e dare solida base ai concetti della decrescita felice. Se molte delle scelte scellerate degli ultimi sessanta o settanta anni sono state possibili, è stato soprattutto perché sono mancate analisi di questo tipo e ancora di più perché si è voluto troppo spesso escludere il pensiero etico e filosofico dalle scelte legate all’economia e al vivere comunitario.

L’azione di MDF cerca tra i suoi scopi anche di portare alla luce quel “nuovo paradigma culturale” ed il libro e il pensare di Alessandro ne sono una buona traduzione e un validissimo spunto di riflessione ed approfondimento.

Alessandro Lauro

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