Il 6 Aprile 2017 si è svolto a Bari il “Meeting Group for change” a Bari con Maurizio Pallante, fondatore del Movimento Decrescita Felice e Alessandro Pertosa filosofo, entrambi autori del libro: “Solo una decrescita felice (selettiva e governata) può salvarci” (Edizioni Lindau); Patty L’Abbate, Economista Ecologico, membro del comitato scientifico del Movimento Decrescita Felice e presidente del circolo MDF di Bari.
Hanno partecipato al Meetig Group for change a Bari i rappresentanti di una serie di Associazioni e Gruppi locali:
Elda Perlino, presidente della Consulta Ambientale del Comune di Bari; Elvira Tarsitano, presidente Abap; Gabriella Falcicchio, docente di pedagogia interculturale dell’Università di Bari e rappresentante regionale del Movimento Nonviolento; Francesca Bitetto, docente di socializzazione culture e marginalità dell’Università di Bari; Cesare De Virgilio Suglia, studenti indipendenti UNIBA; Alex Cannavale, ricercatore del Politecnico di Bari e redattore di Basilicata24; Lucia Schinzano, Ambiente e Ambienti ; Matteo Buttazzo, Link UNILE e fondatore di CambiAmoRe ; Massimo Boccone, Greenpeace; Alessandro Ricciuti, EssereAnimali e Bari Città Aperta ; Alberto Visceglia, Lucida follia ; Gaetano Colella GIS Banca Etica ; Roberto Lorusso e Nello De Padova, autori pugliesi del libro DePILiamoci.
ALCUNI INTERVENTI E ARTICOLI DEL MEETING GROUP FOR CHANGE A BARI :
I Ragazzi de “ Il Mondo Che Vorrei” di Altamura
Giovedì 6 Aprile, noi ragazzi della Coop. Sociale “Il Mondo che Vorrei” siamo andati a Bari, accompagnati dal nostro educatore, per ascoltare due autori che hanno scritto un libro (Solo una Decrescita Felice, Selettiva e Governata può Salvarci) che spiega come è possibile vivere in maniera più sana e sostenibile consumando meno. Il tema della presentazione era molto vicino a tante nostre attività svolte con i nostri educatori, ad esempio l’autoproduzione di sapone, dentifricio e deodorante, come pure l’orto didattico,dove cerchiamo di utilizzare materie prime naturali e lavorare con metodi tradizionali per aumentarne la sostenibilità. Noi ci siamo appassionati da subito all’argomento, anche perché non ci aspettavamo che dei professori universitari potessero parlare di argomenti così cari anche a noi. E’ stata un’esperienza nuova che sicuramente ricorderemo con gioia anche perché non ci capita spesso di essere presentati a tutti quanti e ricevere una bellissima accoglienza come quella che ci è stata riservata da Patty L’Abbate e dal circolo MDF di Bari.
Alla fine della bellissima serata, gli autori, Alessandro Pertosa e Maurizio Pallante ci hanno autografato il libro e scritto una bellissima dedica che dice: “ai ragazzi del Mondo Che Vorrei, affinché continuino a percorrere la via dell’utopia”. In realtà dapprima non l’avevamo capita, però poi abbiamo chiesto spiegazioni al nostro educatore che ci ha fatto comprendere meglio il bellissimo significato.Ora sappiamo che utopia (dal greco, non luogo),si riferisce al sogno che un giorno tutti potremo attingere,in maniera più giusta per tutti,alle risorse della nostra MadreTerra.
Web magazine Ambiente&Ambienti
Un intervento che parte dalla considerazione dello spirito “evangelico” che sembra animare il MDF. Partendo dal richiamo al magistero di Papa Francesco e richiamando alcune interviste a Pallante e Pertosa, caratterizzate da parole come collaborazione, la solidarietà, la convivialità, la misura, la creatività, la contemplazione, Lucia Schinzano ha sottolineato il forte richiamo ad un’etica della produzione e della “condivisione gioiosa” e il tono della proposta di ridurre gli sprechi che non ha nulla a che vedere con l’ascetismo. «Ma analoghi richiami ad una vita naturale – ha detto il direttore di Ambient&Ambienti – li ritroviamo nelle iniziative di Slow Food; gli orti urbani si diffondono sempre di più, così come i GAS – Gruppi di acquisto solidale; i pasti e gli alimenti ormai non finiscono più completamente nella spazzatura, ma vengono distribuiti presso le mense della Caritas. Una nuova frontiera è quella dell’abbigliamento,con H&M che ha avviato campagne di recupero e riciclo degli abiti smessi ed ha lanciato anche una collezione Conscius fatta di capi realizzati al 20-30% con fibre riciclate; si va verso la riduzione dell’ospedalizzazione per le future mamme, ora invitate a partorire in casa. Insomma, si potrebbe dire, gli altri fanno,il MDF parla e propone solo uno stile di vita.
«Cosa allora fa la “differenza” nel MDF?», ha chiesto la Schinzano a Pallante e Pertosa. «Molte delle iniziative citate come i GAS sono nate al nostro interno – ha detto Maurizio Pallante – il nostro è uno stile di vita che non vede separati la fase teorica e l’applicazione dei principi del MDF».
Elda Perlino, Presidente Consulta Ambiente Comune di Bari
Quali sono le possibili azioni che da subito possono essere messe in campo per intraprendere un percorso di reale cambiamento degli stili di vita collettivi e quindi il modello economico globale?
A lungo la questione ambientale è stata affrontata da un punto di vista etico e morale, permettendo così all’opinione pubblica di ignorarne l’urgenza, nonostante che già trenta anni fa le curve dei limiti dello sviluppo disegnate dal rapporto del Mit avessero messo in evidenza la necessità di riconsiderare il modello di sviluppo dei paesi “avanzati”. Oggi numerose evidenze scientifiche hanno imposto il problema della sostenibilità in modo urgente, a partire da questioni relative alla disponibilità di risorse fisiche, in primo luogo di energia, che rimettono in questione il modello di sviluppo della società occidentale.Non solo quindi problemi ambientali bensì oggi appare in crisi profonda la struttura stessa dell’impianto produttivo, tutto basato sul soddisfacimento dei consumi individuali, materiali o immateriali.
Appare sempre più chiaro ed evidente come sia oramai urgente cambiare prospettive avvalendosi del dialogo con i cittadini per illustrare le motivazioni del cambiamento e per discuterne gli obiettivi.
Appare evidente come siano necessari diversi approcci per ristabilire un più equo equilibrio tra le componenti ecosistemiche ovvero tra risorse e bisogni,in un’ottica di reale sostenibilità sociale ed economica.In tale contesto dal un lato la ricerca e l’innovazione costituiscono due punti chiave per una strategia di sviluppo sostenibile che permetta anche l’evoluzione di nuove economie basate sulle eco-tecnologie. D’altro canto sebbene il grado di penetrazione della “cultura ambientale” risulta ancora basso,in tutte le componenti della società,è necessario superare un approccio di corto respiro,spingendo tutti i componenti della società ad una conoscenza diretta del patrimonio naturale e dell’ impatto sociale delle diffusione delle buone pratiche energetico ambientali, come pure nell’innovazione degli strumenti normativi e di pianificazione.
L’acquisizione di tale consapevolezza è l’unico strumento in grado di fornire un continuo stimolo alla formazione di una nuova coscienza ecologica, sia individuale che collettiva, capace di nuovi comportamenti e stili di vita, di nuova progettualità in tutte le sfere del vivere sociale.
Gli strumenti con cui intendiamo realizzare una società sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale si basano sulla realizzazione dei percorsi dell’economia sociale.
L’economia sociale si propone in alternativa all’economia liberista post-fordista in un’ottica di promozione dello sviluppo sostenibile.
L’economia sociale poggia sui principi della socio-eco-sostenibilità, che, da una parte, incoraggiano
l’integrazione e l’inclusione sociale e, dall’altra, indirizzano l’economia verso settori innovativi, che sono alla base dello sviluppo sostenibile.
Matteo Buzzato, Presidente dell’associazione e Link UNILE.
CambiAmoRe è un’associazione di promozione sociale, apartitica e senza scopo di lucro, nata per contribuire a creare un’alternativa all’attuale sistema, nella consapevolezza che per farlo è necessario partire da sé stessi e dalla dimensione locale, impegnandosi a costruire un modello di società che sappia riscoprire, affermare e valorizzare la centralità della natura e della vita. Dunque è indispensabile riflettere sulle proprie scelte, sulle azioni e sui desideri quotidiani; bisogna soprattutto essere pronti ad assumersi la responsabilità di quello che accade e non sentirsi vittime delle circostanze, dal momento che è l’unico modo per avere il potere di cambiarle.
La missione dell’associazione è quella di creare momenti e spazi di socialità inclusivi e coinvolgenti di confronto, condivisione, espressione artistica e creativa, in una logica di trasparenza, collaborazione, mutualismo, trasversalità, democraticità, animate dalla passione, dal rispetto per la vita e dalla voglia di tutelare ed emulare gli equilibri e i cicli della natura. Affinchè questo possa realizzarsi è necessario migliorare la qualità delle relazioni e delle sinergie tra attori pubblici e privati del territorio, favorire la messa in rete dei saperi, lo scambio di informazioni, la diffusione di buone pratiche, il coinvolgimento sociale nella progettazione e gestione delle politiche pubbliche.
L’unico modo per generare un cambiamento positivo è passare attraverso l’inclusione e la partecipazione attiva delle comunità locali, alle quali non si può chiedere soltanto di rispettare le regole imposte dall’alto, ma piuttosto di provare a farle emergere da un graduale processo evolutivo delle conoscenze, dell’esperienza e della formazione. Proprio per questo è indispensabile recuperare la capacità e la voglia di autodeterminarsi, riscoprendo l’importanza e la bellezza di essere parte attiva delle dinamiche di creazione, evoluzione e sviluppo dei sistemi sociali, economici e politici, piuttosto che meri destinatari di politiche e decisioni prese da qualcun altro.
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LEGGI L’ARTICOLO DI ALESSANDRO CANNAVALE, REDATTORE DI BASILICATA24.
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