Polveri sottili e tumori in costiera

da | 31 Lug 2010

Una volta si diceva: “è nato prima l’uovo o la gallina?”. Oggi dobbiamo dire viene prima l’uomo o il parcheggio? Le macchine sono oramai un residuo del passato. L’automobilista deve solo scegliere come morire: se schiantato contro un muro o una macchina oppure se di tumore tra qualche anno.

Vorrei chiedere ai DIPENDENTI COMUNALI DI SORRENTO addetti alla mobilità se conoscono gli studi di settore sulle polveri sottili (non i PM10 ma i PM2-3)presenti quotidianamente in costiera e che provvedimenti intendono prendere.

I tumori sono in aumento insieme ai parcheggi e alle auto che intasano le notre strade da Castellammare fino a Sorrento. Per ora abbiamo visto solo qualche dissuasore per fare scena e il solito centro storico chiuso. E quelli che abitano al di fuori? E’ giusto che respirino queste polveri? Mi appello al Dipendente STINGA nonchè vicesindaco con delega alla viabilità affinchè possa rispondere ai sorrentini.

Di seguito allego articolo di GIUSEPPE DAMIANO apparso sul primo numero di LA MIA PENISOLA, un’intervista al dottor TORQUATO ESPOSTO che dovrebbe far scattare un campanello di allame se non nelle forze politiche (in altre faccende affaccendati) almeno nei cittadini, padi e madri di famiglie che vogliono uttelare la loro salute e quella dei loro figli e assicurare un futuro migliore e senza morti per tumori causati dalle polveri sottili.
il blog resta a disposizione per ogni replica, proposta per costituire comitati per la salute.
P.s. ricordo che a Milano il sindaco MORATTI è sotto inchiesta per questa questione.

Un serpentone chilometrico di veicoli, polveri sottili che rimangono «imprigionate» in una bolla di umidità e gas velenosi che si propagano dal costone tufaceo. Elementi micidiali per la salute dell’uomo. E, in particolare, dei cittadini della costiera sorrentina, un suggestivo fazzoletto di terra dove sono concentrati traffico, smog, umidità e tufo. Secondo un’osservazione condotta da esperti oncologi che operano in ospedali e cliniche locali, l’alta incidenza di patologie respiratorie nei centri che vanno da Vico Equense a Massa Lubrense deve annoverare, tra le logiche conseguenze, anche l’inquinamento atmosferico prodotto dai tubi di scappamento di vetture e ciclomotori. «Bisogna avere il coraggio di adottare provvedimenti drastici – spiega Torquato Esposito, medico di Sorrento -. Anche blocchi alla circolazione o l’istituzione delle targhe alterne».

Smog e polveri sottili. L’area maggiormente a rischio è decisamente la Statale sorrentina, venticinque chilometri d’asfalto che si snodano dal casello autostradale di Castellammare di Stabia fino al centro abitato di Sorrento. La concentrazione di veicoli è particolarmente elevata lungo il Corso Italia, nel tratto che va dalla basilica di Santa Maria del Lauro a Meta e all’incrocio del rione Marano a Sorrento. A volte, specie nelle ore di punta, un serpentone di lamiere occupa l’intero tappeto d’asfalto cittadino, creando non solo ingorghi, caos e disagi, ma anche inquinamento da «smog invernale». Smog invernale causato da elevate concentrazioni di «particolato», polveri sottili e anidride solforosa, in presenza di alta umidità. «Le polveri sottili – sottolinea Torquato Esposito – sono particolarmente nocive per la salute dell’uomo». Sono particelle microscopiche presenti in atmosfera, il cui diametro aerodinamico medio si aggira sui dieci millesimi di un millimetro. Si presentano sotto forma di polvere, fumo e micro gocce di sostanze liquidi. Le principali fonti sono l’erosione del suolo, gli incendi boschivi, le eruzioni vulcaniche, la dispersione di pollini, il sale marino, ma sono presenti anche nei processi di combustione come nei motori a scoppio, nell’usura di pneumatici, nei freni e sull’asfalto. La loro nocività dipende dalle dimensioni e dalla capacità di raggiungere diverse parti dell’apparato respiratorio. Le patologie legate all’inquinamento da polveri sottili riconosciute sono l’asma, le affezioni cardio-polmonari e la diminuzione delle funzionalità polmonari. La mortalità è, invece, oggetto di dibattito: tuttavia, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sulla base di uno studio condotto nel 2000 in otto città del mondo, stima che siano responsabili dello 0.5 per cento dei decessi registrati nell’anno. Quali contromisure adottare? «Monitorare costantemente il flusso di veicoli – conclude Torquato Esposito -. Rendere noti i risultati e, ove necessario, assumere provvedimenti drastici».
Tufo e Radon. Ma la minaccia per la salute dell’uomo proviene anche dal Radon, un gas radioattivo incolore prodotto dal decadimento del Radio. E’ sprigionato da minerali radioattivi e da materiali da costruzione. Tra questi, il tufo, presente nel tipico costone dell’area sorrentina e in alcuni edifici. L’Oms, già nel 1988, classificò il Radon nel «Gruppo 1», dove sono elencate le sostanze di certa cancerogenicità sull’uomo, come il benzene, l’amianto e il fumo di tabacco. Il rimedio, in linea di principio, si basa sulla ventilazione o l’aspirazione forzata dell’aria. Molti dei Paesi industrializzati hanno emanato precise direttive per spingere la popolazione ad affrontare il problema, invitandola a misurare la concentrazione di radon e, ove necessario, a procedere alla bonifica. I valori consentiti variano da Paese a Paese. L’Italia recepisce, in tal senso, una «Raccomandazione» della Commissione europea che fissa i valori di riferimento della concentrazione di Radon nelle abitazioni a 400 Bq (unità di misura della radioattività) per metro cubo per gli edifici già esistenti e 200 Bq per edifici da costruire. Valori che, comunque, rimangono nocivi per la salute dell’uomo, specie in presenza di aree a scarsa ventilazione. Secondo una ricerca condotta qualche mese fa dagli studenti del liceo scientifico «Gaetano Salvemini» di Sorrento, in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università «Federico II» di Napoli, alcuni locali scolastici e del palazzo municipale di Sorrento, pur rientrando nei valori di tolleranza, superano di gran lunga la concentrazione media di Radon presente nelle abitazioni campane (97 Bq per metro cubo, valore, a sua volta, superiore alla media nazionale, che si aggira sui 77 Bq. E sua volta ancora, superiore alla media mondiale). Nella struttura in tufo del Salvemini (sezione «succursale»), il valore medio di Radon è risultato 241 Bq per metro cubo. Alla scuola elementare «Veneto», 230 Bq. Decisamente più basso (73 Bq), il valore di Radon della sede centrale dell’istituto Salvemini, costruzione in cemento armato.

Fonte: http://sorrentoperladecrescita.blogspot.com/