Ora servono tecnologie veramente innovative

da | 8 Set 2010

Abbiamo già accennato al lavoro che intraprendenti e dinamici imprenditori sono in grado di fare nel campo delle energie rinnovabili, scommettendo su tecnologie innovative ed aventi realmente un ridotto impatto sull’ambiente. Ci sono ad esempio dei produttori di mini-impianti eolici, presenti soprattutto in Inghilterra, ma anche in Italia. Uno di questi è Alessandro Cascini, un ingegnere aeronautico che lavorava per Maserati e Ferrari e che ora, con la sua MAC T , si è riconvertito alla produzione di piccoli impianti eolici (1-1,2 KW di potenza), alti tre metri e con l’elica in legno lamellare, conformata come una piccola scultura.

L’ingegnere pesarese con il suo operato dà conferma del fatto che un’alternativa al grande eolico sono i piccoli impianti. Per questo dire no al grande eolico (cosa anche legittima, di questi tempi, visti i giri di corruzione che sono stati svelati che si sono andati ad aggiungere ai problemi di carattere ambientale e paesaggistico) non è un no all’eolico in sé, ma un tentativo di vedere se è possibile una modalità diversa di realizzazione. Nei fatti, non teorica.

Dal punto di vista ambientale, questi impianti non hanno quasi impatto, se paragonati a quelli alti 120 metri (una bella misura, se si pensa che un palazzo di 9 piani è alto circa 27 metri), ma possono essere addirittura oggetto di arredamento e design. Con questi mini-impianti, inoltre, si sposta poi la produzione di energia elettrica direttamente sul consumatore, anzi, sull’utilizzatore finale, per il quale diventa di conseguenza un interesse primario non sprecare energia.

Se infatti si ha una potenza limitata e se ne consuma più di quella che si produce, si deve comprare il resto dall’Enel. Se invece se ne consuma/utilizza meno, si possono vendere le eccedenze alla rete. Consumare meno energia non significa privarsi di energia, ma usarla razionalmente, sia adottando elettrodomestici e lampade a basso consumo, sia spostando quegli usi che possono essere effettuati di notte (lavatrice/lavapiatti).

Dallo scorso primo luglio è entrata in vigore la cosiddetta “bolletta bioraria“, con la quale si prevede una riduzione dei prezzi dell’elettricità quando la domanda (e i costi) sono minori: la mattina presto, la sera, la notte, il fine settimana ed i giorni festivi. Ciò è stato fatto anche per riequilibrare il sistema ed evitare picchi di consumo, perché durante il giorno, così come nei giorni feriali, il rischio è che l’energia non sia sufficiente a soddisfare la domanda.

Anche i finanziamenti statali si giustificano di più, nel momento in cui si vuole incentivare fenomeni come il mini-eolico, perché non vanno a grandi società che speculano sui contributi dello Stato, ma a quelle famiglie disposte a spendere dei soldi per ridurre la loro impronta ecologica.

Ci sono infine dei vantaggi di carattere politico se si fanno scelte di questo tipo perché, oltre al fatto che la produzione diffusa e distribuita comporta una democratizzazione dell’energia elettrica, si riduce il potere di condizionamento politico nei confronti dei governi da parte delle grandi società.

Tutto questo non è previsione di un futuro possibile e interessante, ma la descrizione di quanto stia già avvenendo, anche se in maniera limitata e ancora poco conosciuta. Questi impianti non solo vengono già prodotti, non solo hanno un prezzo concorrenziale e possono usufruire del conto energia (30 cent al KW prodotto, inferiore al fotovoltaico ma superiore al prezzo con cui si compra normalmente il KW/h), ma vengono venduti anche all’estero.

Persone e realtà come l’ing. Cascini rinnovano la tradizione italiana dei piccoli imprenditori coraggiosi. Questa è italianità. Non quella di vantarsi di grandi opere che spesso non servono alla collettività, né a livello ambientale né tanto meno occupazionale. Se le grandi opere creano dell’occupazione (spesso nemmeno locale) per qualche mese, costando una marea di soldi pubblici (che stiamo vedendo in quali tasche finisce), soluzioni come quelle della MAC T possono creare benefici sia a livello ambientale che, appunto, occupazionale per lungo tempo. Oltre ovviamente al risparmio sia di energia che di denaro che il loro rendimento e la loro efficienza comportano.

Fonte: Il Fatto Quotidiano