Un documentario sulla Decrescita Felice

da | 15 Feb 2011

Motivazione

Questo documentario nasce dall’esigenza di un’informazione diretta, fruibile nel linguaggio comunicativo, esauriente e libera da vincoli che la possano rendere sterile e parziale.
Per questo un gruppo di film-maker, ricercatori sociali e giornalisti hanno intrapreso un progetto video in formato documentaristico dedicato alla decrescita. Ci si augura che questa possa essere la prima di una serie di iniziative volte alla comunicazione di massa di processi e fenomeni apparentemente complessi, ma estremamente importanti per far progredire la nostra società verso la vera sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L’idea di base è quella di affrontare tematiche importanti di natura politica, economica e sociale sfruttando la comunicazione audiovisivia per tradurre dei messaggi complessi in una dialettica semplice ed intuitiva, affinché queste tematiche raggiungano il maggior numero possibile di persone (invece di restare limitate alla solita cerchia del cosiddetto ceto medio riflessivo). Nel mondo contemporaneo, prescindere da tale forma di comunicazione significa precludersi la possibilità di promuovere cambiamenti sociali dal basso e coinvolgere persone che potrebbero essere facilmente raggiunte, ma che spesso rinunciano a partecipare per limiti di tempo, risorse economiche e cognitive. O semplicemente perché la comunicazione convenzionale, soprattutto quella scritta, ha un mercato limitato e per tante persone rappresenta un ostacolo non indifferente. 

Soggetto

Il documentario ‘racconta’ i limiti economici, ambientali e sociali del dogma della crescita ed accompagna il lettore in un viaggio nei territori, dove le pratiche della decrescita si stanno sempre più diffondendo. Il film si muove lungo due binari che s’intrecciano: la critica teorica e le pratiche alternative. Sebbene questi due binari proseguano simultaneamente, la critica teorica (per lo più ricostruita attraverso una serie di interviste con rappresentanti del MDF, accademici, esperti della campagna Sbilanciamoci e dell’ISTAT) fornisce le basi al documentario e quindi si sviluppa più velocemente nella prima parte, mentre il viaggio nei territori prosegue in modo più lento, lasciando che lo spettatore “faccia amicizia” con le persone che realizzano la decrescita nelle tante pratiche quotidiane per poi arrivare a scoprire “che cosa fanno” solo nella seconda metà del documentario. L’obiettivo finale è quello di fornire degli strumenti cognitivi per comprendere le aberrazioni dell’attuale modello di sviluppo e scoprire come non sia poi così difficile superarlo e costruire un’altra economia e, a lungo termine, una società diversa, possibilmente facendo capire da subito che in realtà non c’è nemmeno bisogno di estremamente grandi sconvolgimenti della propria vita e della propria quotidianità per avviare il cambiamento.

Struttura

Inizio. Attraverso immagini di repertorio (discorsi alla Camera e al Senato, slogan di partiti politici, servizi giornalistici) si mostra come la crescita sia costantemente sbandierata da tutti i partiti politici in Italia (e non solo, in modo da renderlo più “internazionale”). A questi discorsi vengono intervallatte le prime immagini dai territori, si cominciano a conoscere le persone che accompagneranno la narrazione del documentario.

Critica. Si comincia a parlare dell’origine (il suo stesso inventore, Kuznets, riteneva che non andava bene per misurare il benessere sociale e delle persone) e della crescita del PIL, di che cosa significa e delle sue tante falle. Si discute della sua profonda incompatibilità con un mondo finito e con l’idea stessa di benessere. Le interviste vengono alternate con immagini di repertorio, mentre continua il viaggio nei territori.

Pratiche alternative. La critica lascia lentamente il passo alle pratiche alternative. A questo punto lo spettatore già conosce le persone che lo accompagneranno sui territori anche se non sa esattamente cosa propongono. Quindi questa fase finale è tutta concentrata sulle esperienze concrete, raccogliendo esempi di come la ‘decrescita’ si realizza nella pratica. I casi che andrebbero raccontati sono quelli dei gruppi di acquisto solidale, delle transition towns, delle valute alternative, della produzione domestica, dell’energia co-generata, dell’autoproduzione di energia ed autocostruzione. Si privilegeranno le iniziative collegate ai circoli del MDF.  

Come molti di voi ci hanno consigliato di fare, abbiamo attivato un profilo sul sito di Produzioni Dal Basso, in modo da capire meglio la possibilità di produrre o meno questo documentario sulla decrescita felice.

Se volete prenotare una “quota” (o due, tre, dieci, quante ne volete), lo potete fare qui:

http://www.produzionidalbasso.com/pre_474.html

Speriamo si possa fare!

Intanto grazie a tutti, in particolare a chi ha già risposto positivamente, in alcuni casi anche mettendo a disposizione le sue competenze/conoscenze!