Trappola radioattiva: solo il referendum ci salverà

da | 18 Mar 2011

Mentre il Giappone commuove il mondo lottando con la forza della disperazione contro i reattori “impazziti” di Fukushima e l’Unione Europea ormai parla apertamente di «rischio apocalisse», preparandosi a rivedere – e poi archiviare? – l’energia atomica sul vecchio continente, il governo italiano non fa una piega e insiste: vuole le nuove centrali, ripete, anche se in tre anni non è andato oltre i proclami e le stesse Regioni promettono barricate contro i futuri impianti. Una situazione paradossale, in un paese che si è già pronunciato contro l’energia dell’atomo. Ora il nuovo referendum – per bloccare il ritorno al nucleare – è l’ultima speranza: «Non votare sarebbe un suicidio», avverte Adriano Celentano, autore di un accorato appello sul “Corriere della Sera”.

L’apocalisse è davanti agli occhi del pianeta: settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro, fra terremoto e tsunami. E ora, l’incubo nucleare: radiazioni letali sulla testa dei giapponesi. Celentano cita incredulo le surreali rassicurazioni fornite a caldo da Chicco Testa sulla “tenuta” di Fukushima, drammaticamente smentita nel giro di un’ora, e lancia l’allarme-Italia: «La cosa più incredibile – scrive il “Molleggiato” – è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica, ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale».

Un paese narcotizzato, dove «sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste», e dove «sparisce quindi quel campanello d’allarme che ci mette in guardia». E così, nel bel mezzo di una tragedia spaventosa come quella del Giappone, che sta tenendo il mondo intero col fiato sospeso, Berlusconi può permettersi di ordinare ai suoi ministri di dire che comunque l’Italia andrà avanti nel suo programma nucleare, calpestando il verdetto plebiscitario del referendum che nell’87 decretò la chiusura delle centrali italiane. «Chi se ne frega della sovranità popolare!», commenta amaro lo showman: l’unica sovranità che conti per il premier, aggiunge, «è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi».

Celentano ne ha anche per Casini e il Terzo Polo: «Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato?», scrive lo showman, rivolgendosi direttamente al leader dell’Udc. «Tralasciando il piccolo particolare che l’Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo in cui si muore: una sofferenza di una atrocità inimmaginabile». Centrali “sicure”, di quarta generazione, disponibili forse dal 2030? «La verità è che tu e Berlusconi siete degli ipocriti marci», continua Celentano. «Lo sapete benissimo che, per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le scorie radioattive, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato».

Scorie parcheggiate in semplici contenitori sui piazzali delle centrali, a cui tra l’altro si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente infinito. «Lo sapete benissimo – insiste il “Molleggiato” – e ciò nonostante continuate a ingannare i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche». Celentano “promuove” il sindaco fiorentino Matteo Renzi, che ha messo la sua città sotto la tutela ambientale di “Casa Clima”, l’autorità di Bolzano per l’edilizia ecologica, e sul nucleare rende omaggio ad Antonio Di Pietro, per il decisivo contributo nella raccolta delle 800.000 firme per i referendum: contro il ritorno delle centrali atomiche, contro il “legittimo impedimento” salva-premier e contro la privatizzazione dell’acqua.

Se i referendum rischiano di essere indetti solo a giugno, «quando la gente va al mare», mettendo così in pericolo il raggiungimento del quorum, Celentano rivolge «non un appello, ma una preghiera» perché si vada a votare: elettori «di destra, di sinistra, studenti, leghisti, fascisti e comunisti: per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio», scrive lo showman. «Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati». E’ una «trappola radioattiva» quella che si sta preparando: e noi non dobbiamo caderci. «La natura sta perdendo la pazienza, si sta incazzando», dice Celentano: «Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva». I politici? «Loro “non sanno quello che fanno”». Tocca ai cittadini: ora o mai più (info: www.corriere.it).

Fonte: Libre