La morte di un eroe del nostro tempo

da | 20 Apr 2011

La morte di un eroe del nostro tempo, che, sempre di più, avrà bisogno di eroi. Vittorio Arrigoni è stato ucciso perché chi uccide non tollera testimoni. Ma anche perchè la spirale di follia in cui questo mondo sta scivolando richiederà sangue sull’altare dei potenti. Il modo migliore di onorare la sua memoria sarà quello di prepararci a fronteggiare un’ondata di violenza che sarà proporzionale alla gravità della crisi in cui si dibattono i poteri che hanno condotto il pianeta nella tempesta che è già cominciata.

Useranno l’inganno per perpetrare le loro violenze. Come in questo caso orribile. Hanno usato la sigla “salafita” perchè si riversasse sul mondo islamico l’esecrazione inevitabile. Ma era un trucco, ovviamente ignobile, per dirottare l’attenzione. Non volevano nessuno scambio di prigionieri. Volevano uccidere Vittorio.

Un ragazzo meraviglioso. Coraggioso, pieno di abnegazione, di idee buone. Scriveva “restiamo umani”: era la sua sigla. Niente è stato detto di più aderente alla realtà di cui avremmo bisogno, di fronte alla disumanità che lui ci aveva raccontato: la ferocia dell’assalto contro Gaza, la determinazione di uccidere i civili, di sterminare “gli scarafaggi” che osano esistere in un luogo che Israele ha deciso essere suo.

Ma Vittorio è stato ucciso perchè resisteva contro un nemico molto più grande.

Dovremo “restare umani” mentre ci assalgono, mentre colpiscono tutti i nostri “territori”, a cominciare dal nostro cervello, dal nostro corpo, dall’acqua che noi siamo, dall’aria che respiriamo, dalla terra a cui siamo ancorati. Il mostro Mercato ha ormai bisogno, per crescere, di annientare la nostra umanità.

Fukushima, la crisi finanziaria, la guerra in Libia, la rivolta araba, sono solo i lampi all’orizzonte.

Dovremo “restare umani” anche perché, se cedessimo – per rabbia, per angoscia – loro avrebbero già vinto.

Fonte: Cometa