Mobilità su gomma, agricoltura intensiva, incenerimento dei rifiuti, nucleare: i sussidi elargiti dall’Unione europea risultano dannosi per l’ambiente. I settori maggiormente agevolati dagli aiuti pubblici comunitari sono ancora lontani dal promuovere la sostenibilità ambientale. A denunciarlo è un nuovo rapporto della commissione Ambiente del Parlamento Europeo, che mostra come nel vecchio continente si continuino a stanziare decine di miliardi di euro per sussidi che, invece di promuoverne la salvaguardia, incentivano pratiche molto dannose per l’ambiente.
Lo studio (“EU Subsidies for polluting and unsustainable practices”) si focalizza su agricoltura, politiche di coesione, trasporti, energia e pesca, i settori che traggono i maggiori benefici dagli aiuti pubblici, ma che allo stesso tempo sono collegati ai principali effetti indesiderati in termini di ambiente e salute. Ritenuti dagli autori del rapporto un “fenomeno pervasivo”, i sussidi comunitari stanziati per l’ambiente, ad esempio, promuovono soprattutto i trasporti su gomma: il 49% dei fondi sono usati infatti per la costruzione di strade e autostrade, mentre alla mobilità urbana sostenibile rimane il 7% degli stanziamenti.
Per contrastare il surriscaldamento globale, invece, dal 2007 al 2013 si utilizzerà solo il 2,8% di un budget di circa 344 miliardi di euro, vale a dire il 9% di tutti i fondi destinati all’ambiente. Va ancora peggio alle energie pulite, sulle quali si investe solamente il 2,6% del budget. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, invece, di questi 344 miliardi ne verranno usati circa 4.
Dello stesso budget va alla salvaguardia della biodiversità un misero 1,5%, mentre per la ricerca sulle tecnologie verdi rimane lo 0,7%. Uno schiaffo morale alle intenzioni europee di essere leader mondiale in questo campo, soprattutto se si considera che, mentre alle fonti rinnovabili rimane un 4%, da dividersi con le rimanenti fonti tradizionali, alla ricerca sulla fusione nucleare va il 14% dei fondi, a cui si aggiunge un altro 12% destinato al settore nucleare nel suo complesso.
Altro esempio di “pratica insostenibile” agevolata dai sussidi europei è quello dell’incenerimento dei rifiuti. Con gli oltre 100 inceneritori finanziati in tutta Europa, infatti, si stanno bloccando “fondi preziosi per soluzioni più sostenibili ed economiche come la raccolta differenziata, il riciclaggio o il compostaggio”. Un esempio su tutti è quello della Polonia, dove si prevede la realizzazione di 12 nuovi inceneritori: lì i fondi “bruciati” ammonterebbero a 1,2 miliardi di euro, il 66% di tutti i finanziamenti destinati allo smaltimento dei rifiuti.
Se si parla di agricoltura e sviluppo rurale, le cifre si gonfiano ulteriormente. I 42,5 e 14,4 miliardi di euro stanziati nel 2011 per questi due settori, infatti, secondo EU Subsidies for polluting and unsustainable practices, favoriscono soprattutto l’agricoltura intensiva. Questa, legata esclusivamente a una logica di produttività e ben lungi dal considerare la salvaguardia del territorio, risulta essere fra i fenomeni maggiormente inquinanti, sia per il suo massiccio uso di protesi chimiche che per gli effetti che queste possono avere sulla salute umana.
Insomma, l’Ue non sembra proprio sulla strada giusta. Secondo il rapporto della commissione Ambiente, “c’è ancora molto da fare per gestire il budget Ue in modo compatibile con gli obiettivi della EU2020 Strategy”, il piano che vorrebbe trasformare quella europea, entro la fine di questo decennio, in un’economia “intelligente, sostenibile e inclusiva”.
Ma le cose potrebbero cambiare. Per Connie Hedegaard, commissaria per l’Azione per il Clima, l’Europa investirà (solo per il clima) il 20% del nuovo budget totale per gli anni 2014-2020. Del resto, “se si chiede ai cittadini del vecchio continente non ci sono dubbi”, osserva Hedegaard: “Un recente sondaggio mostra che quasi nove europei su dieci sono favorevoli a destinare più fondi alle attività collegate al clima e all’ambiente”. Il problema, però, è che “starà soprattutto agli Stati membri e al Parlamento europeo mantenere tali ambizioni”.
Fonte: ilfattoquotidiano.it