Negli ultimi anni sono comparsi numerosi studi scientifici che dimostrano l’importanza della gravidanza, del parto e del periodo successivo nel condizionare lo sviluppo cerebrale e il benessere emotivo delle persone. In particolare nel nei piccoli viene condizionata la crescita della regione pre-frontale sede del cervello “sociale”, che ci permette di conoscere le nostre emozioni, di riflettere su di esse , e di calmarle. La nascita è un momento importante perchè nei primi contatti con la madre si pongono le basi per le relazioni future. Il modo in cui viene accolto un bambino, il modo in cui si risponde ai suoi bisogni, inciderà nella sua fiducia in sè e negli altri e nella sua capacità di aprirsi al mondo.
La natura ha predisposto che la nascita del piccolo dell’uomo,mammifero della specie homo sapiens ,sia facilitata dalla liberazione di mediatori neuro ormonali ( ossitocina, endorfine, prolattina) che agiscono nell’interesse della sopravvivenza della specie . Essi permettono all’utero della donna di dilatarsi e di fare uscire il piccolo , rendono più tollerabili le sensazioni dolorose, e preparano la madre e il bambino al loro primo incontro. Questi ormoni , oltre a favorire l’allattamento al seno , hanno la capacità di far innamorare, di creare un particolare dipendenza, e rendono la madre più sensibile a capire i bisogni del neonato e a farvi fronte con meno fatica.
Le esperienze precoci stabiliscono una cornice per la vita emotiva , se la cornice è instabile lo stress si affronta con difficoltà e si avrà poca fiducia negli altri , si rischia di diventare antisociali, aggressivi, o di chiudersi in sè stessi.
Perchè questo coktail di ormoni venga liberato in modo efficace però la nascita deve essere il più possibile indisturbata, la donna deve sentirsi tranquilla , l’atmosfera deve essere intima , le interferenze ridotte al minimo. L’attivazione della neocortex invece inibisce l’attività delle aree più antiche del cervello che sono implicate nel meccanismo del parto ( e anche nel rapporto sessuale).Oggi in ospedale , dove avviene quasi la totalità dei parti, l’atmosfera è stressante, l’enfasi viene data a ogni possibile rischio, e tutta una serie di interventi vengono adottati per prevenire la patologia, che possono essi stessi avere effetti negativi e condurre ad ulteriori interventi in una escalation senza fine.
L’ossitocina sintetica che viene somministrata sempre più spesso per via endovenosa per indurre o accellerare il travaglio, o dopo il parto per ridurre il rischio di emorragia materna, inibisce la liberazione dell’ossitocina endogena che , a differenza di quella sintetica , viene liberata nel cervello ed esercita non solo i suoi effetti meccanici in periferia, ma ha effetti comportamentali che solo negli ultimi anni sono stati scoperti , e che sono alla base dell’empatia , della socialità e della capacità di amare.
Nelle strutture ospedaliere I protocolli fanno riferimento a una normalità definita statisticamente, i tempi individuali non vengono considerati, quello che conta è che tutto si concluda il più velocemente possibile.
Si è persa totalmente la fiducia che la donna possa partorire bene con le sue forze purchè sostenuta con empatia , e le donne stesse si sentono impaurite , in pericolo e completamente dipendenti dai ginecologi.
In Italia è noto che la situazione è davvero insostenibile, col 39 % dei parti che avvengono col Taglio Cesareo, e un alto tasso di induzioni , accellerazioni e altri interventi che possono essere causa di ulteriori complicazioni.
E’ la cultura che domina oggi che va modificata, bisogna che le donne abbiano fiducia nella capacità del loro corpo di aprirsi nel parto , devono riappropriarsi della loro forza generatrice. La tecnologia andrebbe usata in modo più appropriato. Il ginecologo non è la figura professionale più adatta a seguire le gravidanze fisiologiche, ma gli interessi economici in gioco sono enormi e non vuole certo abbandonare il suo ruolo di centralità nell’assistenza. L’ostetrica dovrebbe essere la figura più importante nel garantire l’assistenza alla nascita con continuità, prima, durante e dopo il parto. Nelle strutture pubbliche sono ancora molto limitate le possibilità offerte alle ostetriche di lavorare in autonomia.
Il parto in casa viene demonizzato, ma la medicina a basata sull’evidenza ci dimostra che , in una popolazione selezionata, nel parto in casa o in una Casa di maternità gli esiti sono sovrapponibili a quelli dell’Ospedale, ma la soddisfazione della donna e gli effetti anche a distanza sulla salute sono migliori. Gli interventi che si riducono includono le induzioni e le accellerazioni del parto, le episiotomie, i parti operativi e i tagli cesarei. Questi ,che sono interventi anche di una certa entità, possono avere un impatto considerevole sulla salute ,e interferiscono negativamente nella liberazione degli ormoni coinvolti nell’attaccamento , nell’allattamento, nella sensibilità materna a cogliere e far fronte ai bisogni del neonato, e poi nella fiducia e apertura del piccolo verso il mondo che lo circonda.
La scelta sul luogo del parto dovrebbe essere disponibile e andrebbe promossa, e partorire in casa o in una Casa del Parto dovrebbe essere un’opzione possibile e meno costosa per le donne. , come avviene in altri paesi . In Italia solo in Piemonte, Emilia Romagna, Marche e Lazio si possono ottenere dei rimborsi parziali per le spese sostenute.
La politica di chiudere i piccoli punti nascita in nome della sicurezza costringe le donne a lunghi sposamenti per raggiungere i grandi ospedali dove la standardazzazione degli interventi non permette il rispetto per la diversità delle persone, che vengono prese in un ingranaggio simile a una catena di montaggio con scarsa attenzione al rispetto della fisiologia e agli aspetti emotivi di una delle più importanti esperienze nella vita delle persone.