“Un mercato capitalista che promuove eccessivamente la liberalizzazione del traffico commerciale, senza tenere conto delle diversitàdi popoli e nazioni, è un sistema che rende infelici”. È questo il principio su cui si basa il film di Helena Norberg-Hodge, The economics of happiness, in cui vengono elencate otto “scomode verità” sulla globalizzazione. Un elenco di cosa non funziona, sia nella civiltà occidentale che nei luoghi da questa raggiunti. Ma soprattutto il tentativo di mostrare come biologicamente e culturalmente “la nostra idea di esistenza si sia tramutata in spirito di sopravvivenza, con pochi slanci di vitalità e tanti momenti di sconforto”.
Il documentario-manifesto della Norberg-Hodge ha per oggetto delle sue critiche l’imprenditoria globalizzata, dimostrando come in alcune piccole culture locali, “dove la parola
petrolio non si usa più e la definizione di felicità riconquista il suo vero significato”, si possa benissimo vivere dignitosamente al di fuori delle dinamiche economiche a cui siamo abituati.Le persone di tutto il mondo hanno ormai iniziato a capire il nesso tra i cambiamenti climatici, la pesante instabilità economica in corso e le sofferenze personali come stress, solitudine e depressione che si stanno diffondendo in modo pervasivo in tutte le società. Ed è proprio in questa
consapevolezza che si inserisce la potenzialità di un movimento che potrebbe cambiare il mondo, perché ha capito che “scendere al mercato a comprare le verdure piuttosto che dirigersi nel grande centro commerciale fuori città, dotato di comfort e comodità che ci fanno credere indispensabili, è il primo passo per aiutarci a riscoprire le relazioni essenziali sia con il mondo vivente che con i nostri simili”.Obiettivo di questo film, definito “una sorta di manuale no-global che fa ben sperare sul nostro futuro”, è dunque quello di
fare riflettere soprattutto gli occidentali su come si potrebbero migliorare sia il proprio stato di salute che, di conseguenza, quello degli altri.La regista Helena Norberg-Hodge studia da molti anni gli impatti dell’economia globale sulle culture e sull’agricoltura in tutto il mondo, ed è fondatrice e direttrice della Società Internazionale per l’Ecologia e la Cultura (ISEC). La missione dell’associazione, che ha filiali in diverse nazioni, “esamina le cause profonde della nostra crisi sociale ed ambientale, promuovendo al tempo stesso modelli di vita più sostenibili ed equi tra nord e sud del mondo”.Giunto anche in Italia,
L’economia della felicità sarà trasmesso in anteprima (ma occorre prenotarsi) online martedì 25 ottobre alle ore 21:30 da MYmovies LIVE! Un appuntamento importante per chi vuole capire meglio come potere muoversi verso un futuro migliore.Fonte: ilfattoquotidiano.it