Rinnovabili: un coro di ‘no’ si leva contro il possibile condono

da | 19 Ott 2011

Dall’edilizia all’energia la parola d’ordine del Governo sembra essere legalizzare le frodi. Ma c’è chi non ci sta. Un coro di proteste è quello che si è infatti levato in seguito alla circolazione della notizia di un possibile condono per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili costruiti senza la necessaria autorizzazione.

Il provvedimento dal titolo Condono in materia di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili potrebbe essere inserito nel decreto sviluppo in discussione in questi giorni presso il Consiglio dei Ministri.

“Ci chiediamo come sia possibile condonare le illegalità, soprattutto in un comparto come quello delle rinnovabili che avrebbe tanto bisogno di politiche di sviluppo a medio e lungo termine ad oggi assenti e non invece di scorciatoie che fanno male al settore e al Paese”. Assosolare condanna con fermezza il possibile condono per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, “ancor più inspiegabile se si considerano i recenti provvedimenti a danno della parte ‘sana’ del settore che lavora e produce a vantaggio di tutto il sistema Paese”.

“Il doveroso supporto all’energia pulita in Italia – continua Assosolare – passa da misure serie che diano impulso a veri progetti imprenditoriali e condannino senza sconti illegalità e abusi a danno del territorio. Invece di favorire i furbi, auspichiamo che si acceleri sulla strategia energetica nazionale in cui ci auguriamo che le rinnovabili avranno un ruolo di primo piano”.

Dura la condanna anche da parte di Legambiente che definisce il possibile condono “un provvedimento scandaloso a favore di furbetti e malfattori”. Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, “nessun condono è ammissibile per chi specula sull’ambiente e il territorio”.

Il presidente nazionale di Legambiente ha sottolineato che tale provvedimento sarebbe estremamente dannoso per il Paese in quanto "oltre a favorire chi ha realizzato impianti fotovoltaici – soprattutto a terra – in modo illegale e irregolare, in aree agricole e di pregio ambientale, sanerebbe reati edilizi, paesaggistici e ambientali in cambio di una semplice oblazione".

Legambiente rivolge dunque un appello “ai ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali affinché vigilino e intervengano per scongiurare questo atto scandaloso”.