Non ci credete? È proprio successo. La tre giorni che si è svolta il 25, 26 e 27 ottobre ha visto la partecipazione di oltre 400 delegati dei 57 Paesi che già hanno deciso di partecipare all’Expo e che diventeranno 120 entro il prossimo anno, secondo le promesse dell’amministratore delegato Giuseppe Sala, e forse 150 entro il 2015. Un primo appuntamento internazionale, “la prima occasione d’incontro con i Paesi in Italia”, esclama trionfante il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: “Avremo l’onere di entusiasmarli e cominciare a lanciare le prime parole d’ordine della nostra Expo. L’ambizione è quella che possano venire a mettersi in mostra ragionando attorno al tema dell’alimentazione in modo coordinato”.
Ma dove sono stati accolti, gli ospiti da “entusiasmare” a Milano e alla sua Expo? Non a Milano, ma a Cernobbio, alle porte di Como. A Villa Erba, sul lago, dove Formigoni ci ha stupito con gli effetti speciali, arrivando in elicottero. Non vogliamo pensare che la scelta di Villa Erba sia stata condizionata dal fatto che la gestione della convegnistica della Villa è affidata in concessione alla Fondazione Fiera, controllata dalla Regione del Celeste Formigoni. Non vogliamo neppure pensare che sulla decisione abbia pesato il particolare che la tre giorni sull’Expo ha fatto incassare a Villa Erba, cioè a Fondazione Fiera, 900 mila euro, pagati dalla società Expo (cioè, in ultima istanza, dai cittadini). Per carità, per entusiasmare sull’Expo vale tutto, si può fare in tutti i luoghi e in tutti i laghi, come dice il Poeta. Ma insomma, non c’è all’ombra della Madonnina un posto, un palazzo, un centro, una rete di hotel, un luogo reale o dello spirito dove ospitare degnamente le manifestazioni dell’Expo?
Prendiamo atto: la prima mossa l’ha vinta Formigoni. Autoproclamato “ministro degli Esteri ” dell’esposizione universale, il Celeste ha dirottato gli invitati a casa sua, nella Villa Erba della Fondazione Fiera. E mica gratis. Ma a dirla tutta, il Celeste sembra già aver vinto anche la posta finale. L’Expo del grande orto planetario non c’è più. È sparita dai progetti l’idea con cui Milano ha vinto la gara internazionale per l’esposizione universale del 2015: il parco botanico unico al mondo che avrebbe dovuto mostrare i climi, le coltivazioni, le tecnologie del pianeta, le trasformazioni dalla terra alla tavola, dalla natura alla cultura. Era l’Expo immaginato da Stefano Boeri quando faceva l’architetto e il consulente dell’evento e ancora oggi desiderato da Stefano Boeri assessore alla cultura e all’Expo della giunta di Giuliano Pisapia.
Quello che Milano si prepara a ospitare è invece l’Expo colossale operazione immobiliare sulle aree sghembe tra due autostrade, utile, più che a “nutrire il pianeta” (come dice lo slogan dell’iniziativa), a nutrire e sanare i conti anemici dei proprietari dei terreni (ora agricoli): cioè il gruppo Cabassi, ma soprattutto la Fondazione Fiera, tanto cara a Formigoni e agli amici di Cl. Che volete che siano, allora, i 900 mila euro incassati per la tre giorni a Villa Erba? Solo il primo antipastino di un ben più ricco banchetto a base di cemento che sarà apparecchiato da qui al 2015.