Acqua pubblica. Clini all’Authority: “Fuori i profitti dalle tariffe”

da | 28 Feb 2012

Lo aveva promesso durante l’incontro del 23 febbraio con il Forum italiano dei movimenti per l’acqua e il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha inviato lo scorso venerdì all’Autorità per l’energia elettrica e il Gas e ai presidenti delle Regioni una lettera inequivocabile: “Desidero segnalare l’esigenza di dare attuazione a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, con la sentenza 26/2011, in merito all’abrogazione del comma 1 dell’articolo 154 del D.lgs 152/06, relativo all’adeguata remunerazione del capitale investito, così come stabilito dal DPR 18 luglio 2011 n. 116. Si ritiene infatti che il provvedimento in materia tariffaria debba essere adottato anche nelle more dell’emanazione del DPCM attuativo di cui all’articolo 21, comma 19 del DL n. 201 del 6 novembre 2011, convertito in legge n. 214 del 22 dicembre 2011”.

Sono passati oltre sei mesi dai referendum del 12 e 13 giugno 2011, e ad oggi le Autorità d’Ambito territoriale ottimale e tutti i gestori del servizio idrico integrato ne hanno ignorato l’esito. Per questo il Forum ha promosso in tutta Italia, a partire dal mese di febbraio 2012, una campagna di ‘obbedienza civile’, per il pagamento in tariffa solo di ciò che è previsto per legge, e oggi la lettera del ministro dell’Ambiente chiarisce le ragioni del Forum italiano dei movimenti per l’acqua e dei cittadini tutti, che hanno votato per abrogare i profitti nella gestione del servizio idrico integrato, e per rendere inesigibile in tariffa la ‘remunerazione del capitale investito’.

Dopo l’intervento di Clini non ci sono più alibi: alle Autorità d’Ambito e ai gestori non resta che rispettare, senza ulteriori esitazioni, il voto referendario. Chiediamo, perciò, che modifichino immediatamente le tariffe vigenti e restituiscano ai cittadini quanto sin qui indebitamente riscosso.

La campagna di obbedienza civile proseguirà in tutti i territori sino all’ottenimento del pieno rispetto del risultato referendario e alla completa ripubblicizzazione delle gestioni del servizio idrico integrato. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Fonte: Il Cambiamento