Benedetta irrequietezza del “networking green”

da | 9 Mar 2012

E’ un universo in rapida espansione quello di gruppi di cittadini alla ricerca di cibo biologico o a km 0/100, o del modo di imparare a coltivare un orto; ma anche di ricercatori e organizzazioni ambientaliste che oggi stanno facendo largo uso di social media e applicazioni smartphone per documentare i cambiamenti nel mondo naturale e mobilitare il sostegno all’azione.

Paul Hawken, sociologo attivista e leader ambientalista ha analizzato il movimento mondiale per il cambiamento sociale e ambientale. Ha speso oltre un decennio alla ricerca di organizzazioni dedicate a ripristinare l’ambiente e a promuovere la giustizia sociale. Ha osservato e censito tutto quanto, da compagnie da miliardi di dollari a organizzazioni non profit, fino alle iniziative individuali. Questi gruppi insieme costituiscono il più grande movimento sulla terra, un movimento che non ha nome, leader, luogo, e che è in gran parte perlopiù ignorato dai politici e dai media. Come la natura stessa, Hawken sostiene che questo tipo di movimento si sta organizzando dal basso verso l’alto, in ogni città, paese e cultura. Sta emergendo come una straordinaria espressione creativa dei bisogni della gente in tutto il mondo. Il libro risultato dalla sua indagine, "Blessed Unrested – Benedetta Irrequietezza" esplora la diversità del movimento, le sue brillanti idee, le strategie innovative e la storia.

Hawken, al culmine di molti anni di leadership nel settore della giustizia ambientale e sociale, incoraggia molto in questo libro a credere che un grande cambiamento è già in atto. Soprattutto incoraggia coloro che sono preoccupati del destino del mondo e le sue conclusioni sorprendono anche gli attivisti del movimento stesso. Fondamentalmente si tratta di una descrizione del genio collettivo dell’umanità, del movimento inarrestabile e della potenzialità di re-immaginare il nostro rapporto con l’ambiente e con il prossimo. Soprattutto si tratta dell’espansione di questo movimento, grazie anche e soprattutto alla tecnologia che ci ha fornito internet negli ultimi quindici anni.

Solo in Italia i social network di stampo green sono almeno una decina, quelli più conosciuti e usati da coloro che si interessano ad argomenti green (in fondo tutti i link per visitarli). Sicuramente non si muovono soltanto sul web, ma soprattutto usano il web per comunicare. Uno fra tutti da citare è il movimento Zeitgeist, conosciuto da tutti gli italiani che seguono programmi televisivi, in particolare "Il senso della Vita" condotto da Paolo Bonolis. Infatti il fondatore del movimento italiano Zeitgeist, Federico Pistono collabora assieme agli attivisti romani alle attività di redazione del programma, con Paolo Bonolis e col co-autore Michele Afferrante.

L’esempio eclatante di come il "green" sul web stia spopolando, è lo spettacolo quotidiano di 80 milioni di persone che dallo scorso anno stanno affollando il verde finto di FarmVille, un gioco di social networking su Facebook in cui si partecipa virtualmente alle attività di una fattoria immaginaria. Ovviamente questo gioco è oggetto di ridicolo da parte degli ambientalisti che per anni si sono lamentati del basso livello di interesse del pubblico per gli ecosistemi… I media tradizionali in precedenza hanno sfruttato ogni metodo tradizionale e mezzi di comunicazione per penetrare l’indifferenza del vasto pubblico ai temi eco, dai documentari alle fosche previsioni. E forse qualcosa è cambiato. Ancora comunque non passa settimana senza che i media convenzionali sfornino un reportage giornalistico su un cibo che fa male alla salute, sul cambiamento degli ecosistemi, sulle catastrofi naturali, o peggio ancora sulle estinzioni di massa di animali o piante. Un tornado di cattive notizie che ispirano più al cinismo che al cambiamento. Dunque nello spirito "piuttosto che combatterli, unisci a loro", anche gli ambientalisti hanno iniziato abbracciare il nemico, la forza che rende in primo luogo la gente alienata dalla natura: la tecnologia. I social media sono quindi diventati gli strumenti più usati nei circoli di storia naturale: gli scienziati vogliono confrontarsi direttamente per avere informazioni con una popolazione che sa di più sui laptop che di paesaggi o di cultura alimentare! Il social networking quindi promette bene, collegando gli scienziati o gli ecologisti con un ampio pubblico e permettendo anche il potenziamento di eserciti naturalisti, come il Guerrilla Gardening. Un movimento di azione urbana che in questi giorni sta letteralmente "seminando" le città italiane di bulbi, rendendo i cittadini e i partecipanti alle azioni liberi di agire autonomamente con un tam tam di notizie che circolano solo nella rete virtuale, senza stampare carta e abbattere alberi per diffondere le informazioni.

A Bologna, ad esempio, in novembre la Bottega della Canapa ha regalato fino ad esaurimento scorte bulbi per le azioni di guerriglia fiorita in città… al motto di "Attacca il triste grigiore della città e diventa un guerrigliero verde anche tu!". Il 4-5-6 novembre i Guerrilla Gardeners di tutta Italia hanno piantato bulbi e diffuso semi ovunque, dei veri e propri "attacchi verdi" nella città. In cambio la richiesta di mandare foto o i video delle gesta al grido di "colore e bellezza nella mia città!", attraverso e-mail, Facebook, Twitter e canali Youtube. Il manifesto dell’iniziativa incoraggiava a coinvolgere i vicini a piantare nel proprio quartiere, a cercare un ciglio stradale dallo sguardo triste, una buca d’albero vuota, un angolo di terreno non "lavorato" durante l’inverno e… a cominciare a scavare! Perché la prossima primavera le città rifioriscano!

Un altro esempio virtuoso di cosa può accadere con l’esplosione di telefoni cellulari dotati di fotocamere digitali e sistemi di posizionamento globale riguarda la scienza, ma soprattutto l’ambientalismo e i singoli cittadini che hanno migrato al web. Questo modello sta emergendo come un potente moltiplicatore di forza per la conservazione di aree geografiche – e anche da cane da guardia – per la loro conservazione. Ad esempio a maggio scorso, il governo della Namibia ha diffuso un numero verde a cui mandare SMS per segnalare azioni di bracconaggio in maniera anonima: "segnalati cinque rinoceronte in pericolo!". Questo tipo di messaggi ha permesso di individuare molte situazioni di illegalità che mettevano a rischio il grande patrimonio naturale che questa terra ha a disposizione. Un altro esempio virtuoso e non solo virtuale è quello del Giappone: dopo l’esplosione dell’impianto nucleare di Fukushima, i cittadini giapponesi prossimi alle aree dell’incidente, scettici sulle rassicurazioni del governo, hanno acquistato un proprio dosimetro per mappare zone a rischio e radiazioni sul web. Allo stesso modo, nel corso del 2010, sul Golfo del Messico nella zona della fuoriuscita di petrolio, il "Laboratorio pubblico per la tecnologia e la scienze" ha chiesto ai residenti a tracciare la fuoriuscita del petrolio fornendo loro fotocamere digitali che per mandare le immagini venivano legate a aquiloni e palloncini.

I risultati più sorprendenti dal mondo ambientalistico però, da un punto di vista economico, si trovano nel social networking in crowdsourcing. Questo nome difficile definisce un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede per lo sviluppo di un progetto, di un servizio, o di un prodotto, l’aiuto di persone non organizzate in una comunità virtuale. Nel mese di marzo, lo Smithsonian Museum/Zoo ha pubblicato un contatto su Facebook riservato agli specialisti per identificare i 5.000 esemplari di pesci arrivati per il museo zoologico dal Guyana nei Caraibi. Entro 24 ore, ittiologi di tutto il mondo hanno fornito risposte parziali o complete per quasi il 90%. Un altro esempio del networking intelligente è NEON sempre negli Stati Uniti. Il progetto funziona così: ogni partecipante che si iscrive dalla rete può prendere parte al "progetto Germogliamento" selezionando una o più zone naturalistiche da osservare. Il sito del progetto suggerisce più di 75 siti ampiamente distribuiti con alberi e fiori, e informazioni su ciascuno di essi. Gli utenti possono aggiungere anche altre aree di propria scelta. I partecipanti iniziano a controllare i propri impianti almeno una settimana prima della data di germogliamento media, fino al momento in cui le gemme si aprono e le foglie diventano visibili. Dopo il germogliamento, i partecipanti continuano ad osservare l’albero o i fiori per eventi successivi, come la dispersione dei semi e a postare questi dati nella rete. Questo consente di incrociare un gran numero di dati che altrimenti avrebbero dei costi altissimi.

Il social media oggi può davvero innescare un grande cambiamento della storia della scienza naturale e anche della storia dell’umanità si può dire certamente. Grandi compagnie agricole o sementiere, compagnie di allevamento, immobiliaristi e responsabili politici, tutti sono un pochino più controllati dal networking, anche provocando impatti positivi su alcune delle aree più a rischio del mondo. Gli staff chiamati a prendere decisioni nelle aziende considerano anche questo tipo di dati e possono valutare le conseguenze a lungo termine delle proprie scelte. Usando la rete del web per proteggere la Terra, la biodiversità e la conoscenza del valore della scienza, soprattutto "il gioco diventa politicamente neutrale", dice David E. Smith, ex consulente NASA e professore del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Saskatchewan in Canada. Nel frattempo l’ambiente resta comunque in attesa di un software prodigio per trovare la formula sociale che possa attirare un pubblico di massa volubile, perché possa innamorarsi del mondo reale, quello in cui si senta la necessità di fare una passeggiata nella natura e si possa gustare una mela selvatica raccolta dall’albero lungo il cammino.

Fonte: Il giornale del cibo