Per una volta il Pil non c’entra. Nella classifica tra le regioni più vivibili, dove la qualità della vita è considerata più alta, i Bilanci di Giustizia hanno valutato secondo altri criteri.
Il rapporto Quars (Qualità Regionale dello Sviluppo) ha rilevato luci e ombre delle Regioni Italiane sulla base di 41 indicatori distribuiti all’interno di sette dimensioni (ambiente, economia e lavoro, diritti e cittadinanza, salute, istruzione e cultura, pari opportunità, partecipazione).
I risultati sono sorprendenti proprio perché si discostano dalle rilevazioni fatte in chiave economico e produttiva dagli altri istituti di ricerca. La Lombardia e il Lazio, che ospitano le due principali città italiane, nella classifica del Pil occupano entrambe i primi posti della classifica, ma nella graduatoria del QUARS fanno uno scivolone.
Difficile la situazione di tutte le Regioni meridionali (relegate al fondo della classifica generale), soprattutto per quanto riguarda gli indicatori sull’economia e il lavoro. Sul fronte dell’istruzione e della cultura, l’ultima posizione spetta alla Sicilia, la penultima alla Valle d’Aosta. Nella dimensione dei diritti e della cittadinanza si evidenziano risultati negativi per la Toscana tra le regioni del centro-nord. Nell’ambito degli indicatori sulla salute l’ Emilia Romagna conquista il primo posto in classifica, scalzando il Friuli Venezia Giulia che perde due posizioni rispetto al 2010. Note negative arrivano per Lazio e Lombardia dai dati sull’ambiente: il Lazio è al diciottesimo posto, la Lombardia al sedicesimo nella classifica delle regioni italiane capeggiata dalla Valle d’Aosta, davanti al Trentino-Alto Adige.
Tutti i risultati verranno presentati il prossimo 26 marzo alle ore 10.30 presso la Scuola del Sociale della Provincia di Roma in via Cassia 472, all’interno dei tre giorni di convegni di “Oltre la crisi”.
Fonte: Aam Terra Nuova