Spesso si parla di rifiuti che possono trasformarsi in risorse e quello di Korogocho, baraccopoli di Nairobi in cui vivono in condizioni precarie circa 120.00 persone, è sicuramente uno degli esempi più riusciti di trasformazione da scarto a ricchezza delle bottiglie di PET riciclato. Un’idea innovativa nata grazie agli studi che i ricercatori del Massachussets Institute of Technology stanno portando avanti per ottenere un risparmio energetico in tutte le zone povere del mondo. A Korogocho, dove la maggior parte delle famiglie è poverissima e non può permettersi di avere né energia elettrica né candele o altre fonti di luce, è stato infatti messo in piedi un progetto rivoluzionario, dal nome Solar Bottle Bulbs, grazie al quale le persone potranno avere illuminazione a costo zero.
COME UNA LAMPADINA DA 60 WATT – Il sistema Solar Bottle Bulbs (lampade a bottiglie solari), scoperto per la prima volta nel 2002 in Brasile e messo a punto dai ricercatori del Massachussets, permette di utilizzare una bottiglia di plastica come fosse, appunto, una lampada. Riempite di acqua e candeggina e fissate a una fessura ricavata sul tetto, le bottiglie rifrangono infatti la luce esterna all’interno dell’abitazione, riuscendo a illuminare le baracche della capitale kenyana, dove non c’è energia elettrica, con la stessa potenza di una lampadina da circa 60 watt. Le bottiglie, una volta posizionate in modo che rimangano esposte per un terzo alla luce del sole, vengono colpite nella parte superiore dai raggi e da qui la luce si diffonde per rifrazione alla parte sottostante, illuminando così le abitazioni, dove anche in pieno giorno, per mancanza di spazio e finestre, è buio pesto.
SOLAR BOTTLE BULBS – Grazie alle Solar Bottle Bulbs è già stata fornita illuminazione alle baraccopoli di aree fortemente urbanizzate, in cui all’altissima densità di popolazione corrisponde una drammatica povertà; il progetto, partito in Brasile nel 2002, passando per Haiti e Filippine, è giunto finalmente anche in Africa dove è stato realizzato e promosso da un gruppo locale, chiamato Koch Hope, di cui fanno parte i giovani abitanti scolarizzati dello slum. Un metodo artigianale ed economico per portare la luce anche nelle case delle famiglie più disagiate che, ad oggi, è stato sperimentato su circa 2.000 abitazioni e che proseguirà per raggiungere anche gli altri quartieri di Nairobi. Un’idea che ha il pregio di affrontare allo stesso tempo un duplice problema: quello della mancanza di energia elettrica nelle zone più povere del pianeta e quello di contribuire al riciclo di migliaia di bottiglie di PET.
UN PROGETTO IN DIVENIRE – Quello compiuto dai ragazzi di Koch Hope è tuttavia soltanto un primo passo per risolvere un problema che affligge la maggior parte delle famiglie africane che versano in condizioni di povertà estrema. Grazie a questa iniziativa la speranza è quella di attirare l’attenzione da parte di donatori che prendano a cuore la situazione in modo da poter, grazie al loro aiuto, estendere le Solar Bottle Bulbs anche alle altre zone della città per poi proseguire portando una soluzione concreta nel resto dell’Africa. Basti pensare che soltanto in Nigeria, dove si contano oltre 160 milioni di abitanti, ogni giorno finiscono tra i rifiuti circa tre milioni di bottiglie di plastica. Una risorsa che sarebbe a portata di mano ma che ha bisogno di buona volontà per diventare realmente tale.
Fonte: Bioecogeo.com