Guarda la puntata de L’Infedele con Maurizio Pallante

da | 18 Set 2012

Potete vederla qui (Maurizio Pallante al minuto 50).

Riportiamo i commenti, intanto, di tre nostri lettori:

I brevi e rari interventi di Maurizio Pallante in trasmissione sono stati sistematicamente interrotti da Gad Lerner, con l’ovvia conseguenza che nessun peso è stato dato alle proposte di riconversione industriale della produzione automobilistica, né ai vantaggi, non solo in termini ambientali, derivanti dalla riduzione degli sprechi energetici. Non è stata possibile un’esposizione del concetto di decrescita felice, che Cofferati ha dimostrato di confondere con quello di recessione.
Come al solito il tema della crescita ha dominato ottuso e incontrastato, riconfermando una volta di più la necessità di una decolonizzazione dell’immaginario collettivo.
In conclusione, mi chiedo che senso abbia avuto invitare il presidente del Movimento per la Decrescita Felice per poi impedirgli di esporre i temi del movimento stesso.
Simona

L’uomo è un animale (mi fermerei spesso solo qui) socievole, dicono i libri di scienze naturali, ma anche cinico, subdolo, venale, ipocrita, turpe, superficiale; si potrebbe continuare con gli aggettivi. La quasi totalità delle persone nasce e vive seguendo determinate regole, imposte da questa società che non ha più valori, diventando così persone qualificate benissimo da quegli aggettivi che ho poc’anzi elencato. Maurizio Pallante per i più è un soggetto scomodo perché propone un sistema diametralmente opposto a quello capitalistico in cui viviamo. Poi, ci sono anche le persone che non capiscono le sue parole dato che tale sistema ormai è radicato per bene nelle nostra coscienze e non vediamo alternative. Io ammetto che è difficile staccarsi dai privilegi a cui siamo abituati tutti, la decrescita dovrebbe essere applicata sul serio, e non solo a parole. Deve essere un atto spontaneo della persona che capisce il suo ruolo nel sistema, e apprende di poterlo far inceppare quando vuole! Ciò si traduce in rivoluzione culturale per prima cosa! Se non si insegnano certi concetti, sin dai primi anni ai bambini, come pensare che essi vedano altre strade? Pensate al film Matrix: tutti credevano che era la realtà, giusta e perfetta ma si sbagliavano di grosso. (scusate l’esempio cinematografico ma secondo me calza abbastanza bene).
Giovanni

Caro Lerner, le voci di Maurizio Pallante e di Luigino Bruni mi sono sembrate le uniche veramente di buon senso, peccato che gli sia stato concesso poco tempo per parlare e argomentare. Abbiamo sentito un Della Valle che approfitta dell’ampio spazio per fare un comizio contro gli Agnelli, un De Nicola di “Fermiamo il declino” che non
ha fatto una sola proposta concreta, un Auci che paragona l’Italia ad un tossicodipendente e Monti sarebbe il medico (quando i veri tossici sono gli economisti drogati di crescita che ora si trovano in crisi di astinenza!), un Savona che propone di rinegoziare e “consolidare” i debiti per poter continuare a spendere e spandere come si è fatto fino a prima della crisi…
Io credo che davvero le uniche proposte nuove e concrete per “fermare il declino” siano quelle della decrescita felice (Pallante), dell’economia civile (Bruni) e della finanza etica (perchè non invitare in trasmissione anche il Presidente della Banca Etica?). Speriamo che in futuro queste voci serie, concrete, autorevoli e credibili possano avere sempre più spazio per indicare al paese le soluzioni e la strada giusta per superare la crisi.
Luca

Credo che, da Gad Lerner, Maurizio Pallante abbia sofferto moltissimo. Non c’è di peggio, per uno che crede profondamente nei valori che sta cercando di comunicare, non riuscire ad esprimerli compiutamente ed essere praticamente ignorato. Capisco perché Beppe Grillo neghi la sua presenza a queste trasmissioni di finto dibattito culturale. Nessuno dei convenuti ha voluto commentare le precise proposte di Maurizio, neppure quelle sulla Fiat, che pure era uno dei temi specifici della serata. Ancora una volta la conversazione accademica si è basata su questioni elettorali. Stiamo ancora cercando il leader carismatico che catalizzi l’espressione elettorale. Non si riesce ad entrare nel merito della questione “crisi” se non riproponendo vecchi schemi e finte strategie che tutti sanno non essere adeguate alla situazione attuale. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, né peggior cieco di chi non vuol vedere. Quanto vecchio e decrepito mi appare questo sistema, incapace ormai di rinnovarsi e di stimolare nuovi sogni. Proprio di un nuovo sogno c’é bisogno. Di un sogno condiviso che rimetta l’individuo, con la sua creatività ed i suoi bisogni spirituali, intellettuali e fisici, e l’ambiente in cui vive, al centro del nostro agire. Si pensa a salvare i mercati mentre l’uomo è vilipeso e negato. Quale follia sta attraversando questa nostra “civiltà”? Beppe Grillo parla di “incantesimo”. Ieri sera ho avuto la netta sensazione che tutti vivessero in un incantesimo, incapaci di vedere la realtà del momento che stiamo vivendo, e che Maurizio fosse da loro considerato un visionario. Si è preferito parlare del nulla. Ricordo una frase attribuita ad Oscar Wilde:”Amo parlare di niente, è l’unico argomento di cui so tutto”. Quanto durerà ancora l’agonia di questo sistema che pare un tumore in metastasi che si nutre di sè stesso?
Fortunatamente molte persone stanno lavorando, prima di tutto su sè stesse, per un cambio di coscienza che credo e vedo si sta già manifestando, in molti settori del vivere sociale, in ogni parte del mondo. Non sarà l’intervento di un taumaturgo  carismatico  a cambiare il mondo ma proprio questo salto di coscienza espresso dal basso, da chi responsabilmente e generosamente, pone sè stesso, il suo sapere e la sua creatività, a servizio del bene comune. Ringrazio Maurizio per l’esempio e gli stimoli che sta dando e che, come ho potuto verificare negli incontri da lui tenuti, sono molto apprezzati e condivisi da tanti, sopratutto dalle nuove generazioni. Ciò fa ben sperare in un prossimo radicale cambiamento.  Buon lavoro a tutti. Luciano Zinnamosca