Stazione Internazionale Ferroviaria di Susa: altra cattedrale nel deserto

da | 17 Set 2012

Il progetto per la Stazione Ferroviaria Internazionale di Susa è l’ennesimo esempio di cattedrale nel deserto, di nuovo spreco di denaro pubblico ed di cattiva programmazione, senza studi di convenienza economica e utilizzando come sempre i soldi di tutti noi. Il costo di oltre trecento milioni di euro è superiore a quanto stanziato dal Governo per tutta Italia per l’edilizia scolastica in seguito alla tragedia del liceo Darwin di Rivoli del 2008: questo dato basta da solo a spiegare perchè il bene pubblico non sia più al centro della politica ma secondario ad interessi di casta e non dei cittadini. Susa è una graziosa cittadina di poco più di ottomila abitanti: pur avendo delle testimonianze storiche ed artistiche di prima qualità non si può certo definire un polo di attrazione turistica od economica internazionale.

Non si può neppure pensare che i turisti o gli uomini d’affari in transito per Torino, Milano o altre località italiane a forte vocazione turistica o industriale abbiano interesse a fermarsi a Susa per acquistare la focaccia o per visitare l’anfiteatro romano, rendendo necessaria una nuova stazione progettata dai più grandi architetti mondiali e dal costo finale intorno ai quattrocento milioni di euro. Anche i turisti stranieri della neve diretti in alta valle non passano certo per Susa: arrivano direttamente con il treno a Bardonecchia attraverso l’attuale tunnel del Frejus oppure in aereo a Caselle per poi utilizzare bus o l’attuale linea ferroviaria che da Bussoleno arriva ad Oulx.

Oltre al costo folle per un’opera inutile, nessuno sembra domandarsi chi pagherà poi i costi di esercizio di questa faraonica stazione: a parte i cittadini di Susa e pochi altri sparuti turisti, sarà perennemente vuota. L’attuale tgv Parigi-Milano non ferma neppure a Torino: fermerà a Susa per consentire un aperitivo al Pastis a turisti e uomini d’affari? Gli sciatori diretti a Bardonecchia preferiranno all’attuale tunnel del Frejus di 12 chilometri che li scarica direttamente a Bardonecchia, visitare la “fantastica” stazione internazionale di Susa per proseguire poi a Bussoleno, cambiare treno e finalmente arrivare a Bardonecchia?

La revisione della spesa pubblica ha da poco tagliato da 112 milioni di euro a 48 milioni lo stanziamento per i Canadair arerei antincendio, sono stati azzerati i fondi sociali dello Stato, per non parlare dei tagli ad altri settori vitali come la ricerca o la difesa del territorio dalle alluvioni e dal dissesto idrogeologico, fonte tragicamente ricorrente di morti e danni incalcolabili. Tra poco più di sei mesi andremo a votare: non scordiamoci di come il denaro pubblico viene amministrato, di come vengono tollerate la corruzione e l’evasione fiscale ed infine di come la speculazione finanziaria, con la connivenza di un classe politica irresponsabile, abbiano ridotto il nostro paese. Il cambiamento auspicato da tutti sarà possibile solo con una partecipazione attiva e attenta al voto, l’unica vera e forte arma nelle nostre mani: usiamola!

di Dario Fracchia – Sindaco di Sant’Ambrogio di Torino, Val di Susa