Non c’e’ nulla da fare, tocca a questo mix di generazioni tentare il cambiamento di rotta. Sara’  (e’) questo pezzo di storia miscuglio di persone,culture, volti diversi che segnera’ (segna) il cambio di passo per difendere quello che e’ ancora difendibile e tracciare la rotta. in Italia il processo e’ gia’ iniziato grazie ai circoli per la decrescita felice, alle tante famiglie e persone che praticano stili di decrescita anche se non ne sono pienamente consapevoli. E’ un processo irreversibile perche’ praticare la decrescita fa bene allo spirito e al corpo.

Allo spirito perche’ innanzittutto ti conferma che si era visto giusto: sacrificare una vita per l’occupazione (non il vero lavoro) e’ una mezza fregatura che non ripaga mai del tempo perso per i propri cari.Fa bene allo spirito perche’ recuperare la manualita’ riscoprendo che siamo ancora quel capolavoro capace di creare oggetti e cibi ci mette dentro distillati di felicita’ che danno un senso a certe routine. Fa bene allo sprito perche’ nonostante tutte le difficolta’ di organizzare le giornate tra la vecchia vita e la nuova, piano piano si diventa piu’ sensibili e si percepiscono meglio certi ritmi piu’ naturali. Si affina l’istinto desiderando cio’ che si vuole: una vita bella,buona e felice disarcionata dall’inganno del consumo. Questa e’ la molla che scattata rende irreversibile il processo. Fa bene allo spirito perche’ si smette di credere che la vita abbia senso solo se si diventa qualcuno per molti ma solo se lo si diventa per quei pochi con cui si decide di dividere una vita (fatto non scontato oggi).

Fa bene al corpo – e non e’ da sottovalutare – perche si pretendono (ed e’ giusto) cibi naturali, autoprodotti con cibi naturali, una dieta corretta. Fa bene al corpo perche’ un sano decrescista (senza cadere nei fondamentalismi) rifiuta tutto cio’ che e’ troppo incartato, confezionato dando la preferenza allo sfuso sinonimo di maggior freschezza, riducendo cosi’ enermemente la nascita di discariche o inceneritori cheq sono una buona garanzia per tumori e affini. Fa bene al corpo perche tagliarsi la legna, coltivarsi un orto (grande o sul balcone), farsi il pane, organizzare una seria autoproduzione implica un certo esercizio fisico che anche se meno comodo di certe buste della spesa (magari recapitate direttamente a casa) ripaga sempre in termini di benessere psicofisico.

Si, perche’ e’ chiaro che corpo e spirito o mente cammino insieme e se sta bene l’uno anche l’altro lo segue sulla medesima strada.

Perche’ scrivere queste cose? perche’ so che di questi tempi di trapasso epocale la tentazioni di tornare indietro alle famose cipolle d’egitto e’ forte. Il “chi me lo fa fare” si insinua sottilmente nelle pieghe della stanchezza di certe giornate, dove sembra che non cambi nulla. Ma invece dovremmo sapere bene, che proprio mentre a noi sembra cio’ mentre ad esempio piantiamo un seme e mettiamo a germogliare semi o facciamo il pane, mentre a noi sembra che non cambi nulla, in realta’ sta cambiando molto e nasce un mondo nuovo. Natura insegna.

Certo, a noi tocca e tocchera’ di piu’ il travaglio di questo passaggio perche’ per forza di cose oggettive dovremo essere un po’ del vecchio modo di vivere (serve un minimo di salario) e molto del nuovo modo di essere e a volte si puo’ rischiare un’alienazione, una separazione interiore ma e’ normale. Anche ad Ulisse non furono risparmiati i canti delle Sirene anzi vi si espose ma lui sapeva bene dentro di se dove andare: ritornare a casa sua, dai suoi cari. Buon viaggio a tutti.

di Alessandro Lauro (Mdf Sorrento)