Per salvare la api, bastano un fiore o una semplice azione

da | 2 Ott 2013

Vuoi salvare le api? Fallo piantando un fiore. È il consiglio di Greenpeace che, attraverso la campagna Salviamo le api, da tempo cerca di sensibilizzare anche il pubblico italiano alla tutela di questi importantissimi insetti. Che, insieme a bombi, farfalle, mosche, permettono il processo naturale di impollinazione. “Senza gli insetti impollinatori, molti esseri umani e animali avrebbero difficoltà a trovare il cibo di cui hanno bisogno per la loro alimentazione e sopravvivenza”, fa presente l’associazione ambientalista: “Delle 100 colture da cui dipende il 90% della produzione mondiale di cibo, 71 sono legate al lavoro di impollinazione delle api”.

Per aiutare le api non si devono solo firmare petizioni o prediligere prodotti per cui non sono stati utilizzati pesticidi. Si possono fare cose ancora più concrete, seppur semplici. Come coltivare alcune piante: borragine, aneto, rosmarino, timo, coriandolo, sono solo alcuni dei semi consigliati da Greenpeace per creare delle piccole ma preziose “Aree salva-api” (il documento), che permettano a questi piccoli animali di trovare cibo e rifugio. Non servono un orto o un giardino, per aiutare insetti senza i quali, secondo uno studio della University Heights del Rhode Island il 52% dei banconi dei supermercati rimarrebbe vuoto, bastano anche un balcone o il davanzale della propria finestra.

Nonostante in Europa siano stati vietati tre degli insetticidi ritenuti responsabili della drammatica moria di api, che in soli 15 anni hanno subito riduzioni della popolazione fra il 30 e il 90%, questo piccolo animale rischia ancora di scomparire. È per questo che, oltre alla lista di piante e fiori da preferire per i propri spazi verdi, Greenpeace ha diffuso anche cinque importanti consigli per agire contro il rischio di un irreparabile declino degli insetti impollinatori.

Le prime tre azioni sono di tipo virtuale, e sono volte a diffondere il messaggio: dalla firma della petizione sul sito www.salviamoleapi.org, si passa infatti all’ingresso nella foto-community “Qui api al sicuro”, fino alla raccolta firme e alla diffusione di un volantino scaricabile sullo stesso sito. Gli altri due consigli sono invece un po’ più pratici e, di conseguenza, forse ancora più utili. Oltre alla lista di piante e fiori da seminare, infatti, Greenpeace fornisce le poche semplici indicazioni per costruire un vero e proprio alveare per api selvatiche. “Per prima cosa trova un posto tranquillo e riparato”, suggerisce l’associazione: “Scegli aree vicine a campi con fiori come papaveri, fiordaliso o bocche di leone, il miglior nutrimento per far crescere le piccole api sane e forti”. Infine, conclude Greenpeace, “costruisci una cornice esterna in legno, all’interno posiziona dei ceppi di quercia o faggio (dove avrai già praticato dei piccoli fori) oppure un mattone cavo. In aggiunta utilizza canne di bambù e piccoli ramoscelli”.

Anche chi non ama passare troppo tempo on-line e preferisce mettersi all’opera all’aria aperta, insomma, può dare il suo contributo. Evitando così l’estinzione di una specie, la moria di un giardino o lo svuotamento di un supermercato. Qualunque sia la motivazione che spinge a mettersi all’opera, darsi da fare per salvare un piccolo insetto può insegnare che, in fondo, a fare la differenza possono essere davvero le azioni più semplici.

Andrea Bertaglio

fonte: La Stampa