Lunedì 20 gennaio, di fronte al Parlamento europeo, sotto un grigio cielo belga contadini e contadine d’Europa e del mondo si sono riuniti per un’azione simbolica in difesa delle sementi e del loro diritto a usarli, scambiarli e avere accesso alla biodiversità. Una grido contro i brevetti, la commercializzazione dei semi e il controllo sul mercato dei semi esercitato dalle multinazionali.
L’occasione della manifestazione è un voto che interessa, martedì 21 gennaio, la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo in relazione alla commercializzazione delle sementi, la salute degli animali e delle piante e il controllo della catena alimentare (per chi volesse leggere il testo discusso, questo è il link).
La protesta, promossa dalla Coordinamento europeo della Via Campesina, unisce interventi dei contadini e di cittadini, una “bourse aux semences”, un grande spazio per lo scambio libero dei semi tradizionali e diversi ateliers specifici.
L’obiettivo principale è controbilanciare le pressioni esercitate dall’industria perché il Parlamento annulli alcune aperture proposte dalla Commissione: in particolare, il riconoscimento del diritto dei contadini a scambiarsi i semi e la commercializzazione di varietà non registrate o eterogenee.
Naturalmente la questione riguarda anche diverse altre questioni, da sempre a cuore delle organizzazioni contadine: la contaminazione dei semi risultante dalla generalizzazione delle piante e dei semi brevettati, la privatizzazione del controllo pubblico sul mercato, norme di produzione e di commercializzazione inaccessibili per i piccoli produttori e per le produzioni biologiche.
Nonostante la pioggia e l’orario il gruppo radunatosi davanti al Parlamento europeo era piuttosto nutrito e riuniva, accanto ai contadini, attivisti di diverse Organizzazioni non governative impegnate sulle tematiche della sostenibilità e della sovranità alimentare e numerosi giardinieri urbani, anche loro custodi cittadini di antiche semenze.