La bioeconomia è lotta allo spreco e scelta qualitativa nelle produzioni e nell’utilizzo di quelle che Nicholas Georgescu Roegen definiva “comodità esosomatiche”. Possiamo quindi inquadrare fra le buone pratiche di bioeconomia la scelta di gruppi di cittadini, insiemi di imprese, complessi ospedalieri o centri commerciali di aggregarsi per gestire l’energia in maniera congiunta e autonoma (almeno in parte). Lo scopo è quello di ottimizzare costi e consumi e rendersi indipendenti dalla rete dalla quale abitualmente acquistiamo energia. Sono le Energy Community, che condividono, appunto, sia la produzione, che la distribuzione ed il consumo di energia. Siamo ancora agli albori, ma i vantaggi saranno importantissimi, soprattutto in tema di efficienza energetica e di indipendenza.
Per raggiungere questo obiettivo si sta già lavorando sulla strada giusta:rinnovabili, risparmio energetico, generazione distribuita, sistemi di accumulo e nuove tecnologie, sono i driver che guideranno la rivoluzione. Ovviamente la ristrutturazione per l’efficienza energetica non può che essere alla base di qualunque programma di questo genere. Non vi sarà più spazio, a mano a mano che cresce la consapevolezza delle persone e delle istituzioni dell’importanza della lotta allo spreco, per innovazione tecnologica che non comprenda il risparmio e che sia sbilanciata sull’aumento delle prestazioni. Lavorando sul tema della riduzione delle dispersioni termiche e degli sprechi in genere, è naturale pensare che le Energy community diventino anche gruppi di acquisto per ristrutturazioni green.
Entro il 2020 475.000 Energy Community
Le Energy community non rappresentano piccole esperienze di quote marginali di mercato: il risultato di un recente studio prevede che da qui al 2020 potrebbero sorgere in Italia 475.000 energy community, per un volume d’affari almeno di 29 miliardi di euro. Anche considerando che buona parte del giro d’affari sarà dedicato all’acquisto ed all’autoproduzione di energia, certamente la fetta per l’edilizia non sarà trascurabile. Molte delle attuali difficoltà nell’avviare i lavori di ristrutturazione per l’efficienza energetica potranno essere superati grazie alla possibilità di dialogare e trattare affari con soggetti che aggregano e rappresentano dei singoli microclienti normalmente molto difficili da raggiungere e da mettere d’accordo, come sono ad esempio gli abitanti dei condomini. Trovarsi di fronte un nuovo genere di “stazione appaltante”, probabilmente gestita da persone competenti e plenipotenziarie è un vantaggio di grande importanza per chi fa impresa. Il comparto delle costruzioni e quello dell’impiantistica termica, idraulica ed elettrica, dovranno tenersi pronte a rispondere efficacemente anche a questo nuovo tipo di mercato che potrebbe diventare importante e rilevante nei numeri nell’ambito del settimo ciclo dell’edilizia.