È partito a Roma il primo programma italiano di mappatura e raccolta della frutta che cresce nelle nostre città. Si chiama Frutta Urbana e prevede la distribuzione gratuita a banchi alimentari o mense sociali del raccolto effettuabile nei parchi pubblici, ma anche la realizzazione di nuovi frutteti per arricchire il verde cittadino, insieme ad attività, eventi, corsi e laboratori.
La prima mappa, che è consultabile sul sito fruttaurbana.org, è stata creata grazie alle indicazioni degli stessi cittadini. Sullo stesso sito è prevista a breve la redazione di un calendario, sempre aggiornato, dove saranno riportati i periodi di raccolta di ogni specie e varietà presente in città. Per dare la possibilità a chi è interessato di partecipare alle attività, sul calendario eventi sono segnalati anche i corsi, gli incontri, le manifestazioni, le operazioni di cura e manutenzione delle piante, oltre alle giornate di raccolta e distribuzione della frutta.
“Frutta urbana”, dice Michela Pasquali, architetto e paesaggista dell‘associazione no profit Linaria che insieme ad altri professionisti del paesaggio ha creato il progetto, “sarà un servizio innovativo, ecologico e gratuito, ma anche un’opportunità di conoscenza e cura del nostro patrimonio botanico”.
Tra gli obiettivi del progetto, infatti, non mancano la realizzazione di una documentazione delpatrimonio botanico della città grazie all’identificazione degli alberi da frutta lungo le strade, nei parchi, nei giardini pubblici e privati; lo sviluppo dell’attività di potatura degli alberi da frutta e la cura delle piante attraverso metodi biologici.
Esperti e ricercatori, tra cui Johnathan Leake, del Dipartimento di Animal & Plant Sciences all’Università di Sheffield, affermano che la frutta che cresce in città non essendo trattata chimicamente con fertilizzanti o pesticidi e non subendo i trattamenti successivi alla raccolta per la maturazione e la conservazione, è meno inquinata rispetto a quella che si trova comunemente nei supermercati, inoltre le particelle inquinanti cittadine che si depositano sulle piante possono essere facilmente rimosse con un lavaggio accurato e non si accumulano all’interno dei frutti.
Dopo l’esperimento romano, i fautori di Frutta Urbana sono pronti a esportare ed estendere il progetto a molte altre città italiane con amministrazioni comunali sensibili e pronte a collaborare nella lotta contro lo spreco.
Daniela Falsitta, Silvia Viganò
4 giugno 2014
Fonte: Salepepe.it