C’è sfiducia nell’aria, soprattutto in Italia e nei Paesi con problemi simili ai suoi. C’è demotivazione, e la gente non sembra sapere cosa fare, o da che parte girarsi per trovare un conforto, un sollievo, una soluzione a una situazione asfissiante. Sembra stiano tutti cercando un modo per uscirne, ma generalmente non sanno come. Sono tutti insoddisfatti, tutti stressati, chi per un motivo, chi per un altro: chi per motivi seri, chi per stupidaggini; chi perché non ha più un lavoro, chi perché ne ha troppo ma si lavora male. Di chiaro sembra esserci solo il fatto che è ormai necessario reinventare tutto.
Per farlo, c’è da liberarsi prima da veri e propri dogmi che, arrivati a questo punto, non hanno più senso (semmai lo hanno avuto). Come quello per cui ci può essere una crescita economica infinita in un ambiente dalle risorse finite. O la convinzione che alla crescita del Prodotto Interno Lordo, e quindi dell’economia per come la conosciamo e dei consumi, corrisponda una crescita del nostro benessere. Beh, è ormai chiaro che non è così, e molte persone sembrano ormai rendersene conto. Allo stesso tempo, però, queste stesse persone non sanno bene da che parte andare. alcune di esse, almeno, perché c’è invece chi crede di saperlo. E la cosa più divertente? È che ne è convinto perché la direzione giusta da seguire è sempre la stessa: quella che si può definire “decrescente”. La sfida, anche se si sa dove si vuole andare, è però come arrivarci.
Prima, ad esempio, si devono imparare molte cose, magari cercando di entrare in contatto con le realtà più interessanti che si vedono in giro, con quelle persone che non vivono le loro scelte come se fossero degli illuminati o appartenenti a sette di invasati, ma che sono disposte ad aiutare chiunque lo chieda a trovare pian piano un nuovo modo di approcciarsi con la vita. Se non si vuole essere schiavi della carriera o dei beni di consumo, ma nemmeno di se stessi, se si vuole semplicemente essere liberi, c’è da togliersi di dosso tanti condizionamenti, tante sovra-strutture provenienti sia dalla società che dall’educazione che si è ricevuta da bambini.
C’è bisogno, prima, di scartare da una parte tutti i bisogni indotti che ci hanno portato ad avere, dall’altra tutti quei sensi di colpa e quelle ansie che non solo non fanno vivere bene, ma non fanno neppure affrontare le scelte che si vogliono fare nel modo giusto. Nel momento in cui il panico o i dubbi prevalgono, infatti, non è possibile fare delle scelte che facciano stare meglio.
Ecco perché c’è chi, nel suo piccolo, vuole andare verso la serenità nel modo più sensato possibile: quello in cui ci si rende conto di essere nel XXI secolo, di essere in un mondo che è cambiato rispetto a prima e non è più quello del secolo scorso; un mondo che non può più essere basato sulla sola crescita dei consumi e del PIL, e che ha bisogno di essere rifatto dalle fondamenta.
Le esperienze che possono indicare come muovere i primi passi sul sentiero da seguire nei prossimi anni o decenni ci sono. Come dice qualcuno, “le idee future sono già in giro”, e quando si può è bene andare a vederle dal vivo, a toccarle con mano. Ogni volta è un’esperienza molto interessante, perché si impara tantissimo, sotto ogni aspetto. Nessuno ci vieta di imitare chi è già più avanti di noi, né di pensare con la nostra testa.
Facciamolo, e andiamo a imparare da chi, vuoi per una scelta coraggiosa, vuoi per una questione di necessità trasformatasi in virtù, ha intrapreso un cammino che prima o poi tutti dovremo seguire.
Da oggi, il documentario Presi per il PIL vi farà vedere alcune di queste persone e di queste realtà. Anche se, per fortuna, ce ne sarebbero moltissime altre da visitare, e da cui imparare.
Giovedì 3 luglio 2014 alle 21:00, presso il Cinema Monviso di Cuneo e duranti il Nuovi Mondi Film Festival, si terrà la prima assoluta del film “Presi per il PIL”. Per maggiori info, visitate il sito del Festival. Vi aspettiamo, anche con gli amici di MDF Cuneo!
Fonte: greenMe.it