Silvio Paoselli non c’è più. E non si può restare indifferenti.

da | 16 Mar 2015

La notizia tragica del suicidio di Silvio Paoselli, mugnaio buono e conosciuto ai Castelli Romani, non ci ha lasciato indifferenti. Diverse sono state le reazioni anche all’interno di MDF. Di seguito segnaliamo la lettera di Giannozzo Pucci a Maurizio Pallante e a seguire un resoconto della tragica notizia.

Lo scrivevamo su questo spazio pochi giorni fa: “Forse non si potrà vincere la sfida economica. Ma quella umana è da vincere assolutamente”. Lasciamo spazio alle riflessioni che, a questo punto, si impongono.

Caro Maurizio,

Ho provato a cercarti ieri sera ma senza successo. Davanti a fatti come quello che vedi qui sotto c’è solo la mobilitazione, ma non è possibile una mobilitazione che non sia preparata, sostenuta e diretta da un popolo, da circoli, da un movimento con radici. Solo dopo può arrivare un’occasione come questa che meriterebbe una processione a Roma dall’altare della patria, a palazzo Chigi, alla Banca d’Italia e poi a San Pietro, una processione silenziosa con solo accompagnamento di bande musicali, con due facce: la prima quella del funerale dell’Italia suicida rappresentata non solo da Silvio (sulla cui morte c’è anche un’indagine della procura perché la tesi del suicidio non è del tutto credibile) ma anche dalle mafie come truppe di occupazione delle multinazionali americane e della loro filosofia di vita (cioè di morte), delle banche, di tutti i furbi piccoli e grandi che distruggono il paese, dei seduti burocrati ai computer, che fanno i corsi del nulla, per insegnare il nulla obbligatorio per poter fare qualsiasi cosa, della cecità della nuova generazione che comanda che ha sostituito la vecchia che aveva gli occhiali ciechi per le due pecette “destra” e “sinistra”, ma che conservava almeno una lontana memoria degli ideali originari, con la nuova generazione che ha una sola pecetta sui due occhiali l’€. con il relativo medioevo barbarico commerciale, burocratico, globalistico, fiscale di fronte al quale il vero medioevo è un gigante di virtù e civiltà. La seconda faccia coi messaggi di rinascita del paese, con spazzini e postini e ferrovieri che fanno bene il loro mestiere, coi nuovi contadini che riportano la vita nelle campagne, con la liberazione dalle leggi e regole omicide, con la rinascita degli artigiani e delle feste di paese, con la libertà di pregare in pubblico e di credere in Dio nel pieno rispetto di tutte le fedi… Ma ora non è possibile perché saremmo o una sparuta simbolica processione o una grande disordinata armata bracalone che lascerebbe un vuoto che i sempre nuovi furbi occuperebbero. Bisogna cominciare dei corsi di DEMOCRAZIA ITALIANA in tutti i circoli, in cui mettere a fuoco come vorremmo il paese, cosa non va e come dovrebbe andare e cosa fare per cominciare ad agire anche da una piccola cosa…solo se si mette in piedi una rete solida capace di reggere l’impatto col successo, di apparire e scomparire, di avere molti capi e molti nodi, possiamo sperare di poter cambiare qualcosa. Bisogna preparare una rete economica in campi non concorrenziali col sistema, costruendo mercati altri che si intersecano con quelli ufficiali ma sono considerati di nicchia. Bisogna integrarsi coi monasteri del 3° millennio, con motivazioni spirituali e morali forti.
Un caro saluto e a presto
Giannozzo Pucci

Silvio Paoselli, il mugnaio buono delle terre intorno a Rieti, ha lasciato soli i suoi amici del Mercato Contadino Castelli Romani e Capannelle. Il suo corpo l’hanno ritrovato nelle acque del lago del Salto, trascinato via dalla gelide correnti. I suoi amici produttori erano restii a parlarne per rispettare il dolore della famiglia, ma ormai la notizia è di dominio pubblico. I coltivatori e gli allevatori amici di Silvio hanno deciso di gridare al mondo la loro rabbia per quanto accaduto.

 

“Sì anche vita di Silvio è stata venduta all’asta”, hanno scritto i suoi amici contadini; come all’asta era stato venduto il suo mulino antico per il quale si era indebitato sino al collo. Non c’è l’ha fatta a reggere in questo tempo in cui il vento della crisi sta desertificando le nostre campagne e le nostre vite. Quel mulino antico è stato acquistato all’asta per una speculazione immobiliare; venduto assieme alla vita di Silvio che non ha retto il dolore di non poter più mettere piede nel tempio della sua vita. Un sms alla sorella ed agli amici del mercato contadino con cui Silvio ha dato l’addio ed ha chiesto di accudire con amore i suoi asini. Poi il tonfo nell’acqua gelida.
Elisa Di Gennaro, presidente dell’Associazione km0, soggetto gestore del Mercato Contadino, sì è mobilitata assieme a tutti i produttori che ogni settimana portano cibo fresco e buono nelle nostre case, e, a nome di tutti i produttori del Circuito Coltivendo dei Mercati Contadini, ha lanciato un appello al Sindaco del Comune di Contigliano, in cui si trova il mulino di Silvio: “Chiediamo che gli speculatori che hanno comprato all’asta il mulino di Silvio non debbano fare del manufatto aziendale un utilizzo diverso da quello per cui Silvio ha sacrificato la sua vita. Chiediamo che non vengano consentiti cambi di destinazione d’uso di quel manufatto. Chiediamo che la triste vicenda della morte di Silvio sia dibattuto dal Consiglio comunale, da convocare con urgenza in seduta straordinaria per trovare un modo per impedire qualunque speculazione su quel manufatto”:
Oreste Molinari, amico di Silvio e compagno di avventure nei mercati, ci ricorda che Silvio per la giornata di domenica 8 marzo, aveva organizzato al mercato di Capannelle un grande evento in occasione della Festa della Donna. “Avrebbe macinato in diretta la farina, e poi preparato e cucinato gli strozzapreti per tutti i clienti e gli amici del mercato. Domenica noi produttori siamo stati tutti al Mercato Contadino Castelli Romani e Capannelle, continua Molinari, per tenere in vita il nostro comune progetto, per continuare ad impastare assieme a Silvio la “farina del suo sacco” .
Si sono incontrati in centinaia all’interno dell’Ippodromo Capannelle, produttori e consumatori, per ricordare Silvio e fare le cose che lui avrebbe voluto fare: impastare la farina, preparare mille forme di pasta, cuocere e mangiare assieme nel rito che al mercato contadino accomuna i tanti che si oppongono al dominio mondiale dell’agroindustria in nome della sovranità alimentare. Cartelli e foto dedicate a Silvio per tutto l’Ippodromo Capannelle; lacrime e sguardi sgomenti, applausi e ricordi. Una protesta silenziosa con raccolta fondi e volti cosparsi di farina per ricordare Silvio Paoselli, il mugnaio buono. Sono esasperati i piccoli produttori agricoli ed i piccoli trasformatori che in questo momento di crisi, schiacciati tra la tirannia della grande distribuzione e l’indifferenza delle istituzioni, trovano uno sbocco alla loro crisi solo grazie al rapporto diretto con i consumatori, attraverso gruppi di acquisto e mercati di filiera corta autogestiti. Aziende il cui reddito agricolo dipende principalmente dalla vendita dei prodotti e non dai trasferimenti pubblici.
L’agricoltura familiare dei piccoli produttori e degli artigiani del cibo di qualità non è adeguatamente sostenuta dalle istituzioni. Molti piccoli produttori, stretti dalla crisi, rischiano di perdere tutto. La situazione è insostenibile. In molti per protesta vorrebbero occupare i luoghi di rappresentanza delle istituzioni. I responsabili del Mercato Contadino rivolgono un appello al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ed all’Assessore all’Agricoltura Sonia Ricci, affinché venga istituito con urgenza un fondo di solidarietà per i produttori in difficoltà che rischiano di perdere i propri beni aziendali. Questa volta pretendono risposte concrete.
“Non deve più accadere”, ci segnala Erminio Latini l’allevatore che ha ricoperto importante cariche istituzionali a difesa del mondo rurale, “che si perdano terre e beni aziendali per aver saltato qualche rata di mutuo. Deve essere immediatamente istituito un fondo di solidarietà per salvare le piccole aziende in crisi ”. Non si pignorano intere vite.
Oreste Molinari, consigliere del Consorzio Tutela Frascati, ci ricorda che “analoghi gravi problemi li viviamo anche nel settore vitivinicolo, dove la crisi continua a mietere vittime. Chiediamo anche al Ministro dell’Agricoltura di contribuire per l’istituzione di un fondo di solidarietà per sostenere i piccoli imprenditori agricoli che rischiano di veder pignorati e venduti all’asta i beni aziendali ”.
La situazione è insostenibile. Come lo è stato in molti altri paesi dove numerosi contadini, come ci ha documentato l’economista Vandana Shiva, si sono tolti la vita per aver perso il controllo dei mezzi di produzione. Sembrava lontano nel ricordo di un altro millennio il racconto di Bernardo Bertolucci, nel film “Novecento”, di un contadino che faceva violenza su se stesso per difendere le proprie condizioni di vita. La scena di quel film ora la ritroviamo proiettata sullo schermo della nostra epoca, come se nulla fosse cambiato nel frattempo. Come se il finale della storia di allora fosse l’inizio di quella di oggi. Intanto gli amici del mercato contadino di Silvio si stanno organizzando per una raccolta pubblica di fondi che serva a salvare quel mulino venduto all’asta, per donarlo alla famiglia.
La mobilitazione continua. Domani dopo i funerali a Rieti ( ore 15,30 Chiesa Regina Pacis di Rieti) i produttori amici di Silvio incontreranno il Sindaco di Contigliano per pretendere risposte concrete. Azioni clamorose di protesta verranno concertate nel corso dei prossimi giorni.
Gli amici produttori non lasceranno solo il dolce mugnaio Silvio nel suo lungo viaggio!

Fonte :http://www.crisitaly.org/notizie/rieti-il-suo-mulino-va-allasta-mugnaio-si-suicida-gettandosi-nel-lago/