Oltre all’enorme impiego di fertilizzanti chimici, i campi di mais hanno un altro “effetto collaterale”: rilasciano protossido di azoto, un gas serra che trattiene il calore 300 volte di più dell’anidride carbonica.
Negli Stati Uniti, soprattutto, se la stanno vedendo brutta; là ci sono distese e distese di monocolture di mais e gli scienziati hanno scoperto che le emissioni di quei campi in protossido di azoto ammontano a 25 gigagrammi all’anno, l’equivalente di circa 1,6 milioni di auto sulle strade. E’ molto di più di quanto gli scienziati avevano stimato in precedenza, a sostenerlo è uno studio recente condotto da ricercatori dell’università del Minnesota e del Dipartimento di Agricoltura americano.
Per misurare le emissioni, il team di studiosi, guidato da Pete Turner, ha effettuato rilevamenti per due anni nel sud est del Minnesota, concludendo che c’era stata in precedenza una sottostima di almeno il 40%. I ricercatori sostengono che le altre aree del pianeta con coltivazioni simili hanno simili condizioni: oltre al Midwest americano, anche vaste zone di Cina, Europa e India. Queste aree “colonizzate” da coltivazioni intensive ammontano complessivamente a 580 milioni di acri, circa sei volte la dimensione della California, e sono le più potenti fonti di protossido di azoto.
A formulare l’equivalenza con l’1,6 milioni di auto è tato Tom Philpott di Mother Jones, assumendo che 1 grammo di protossido di azoto abbia la capacità di trattenere calore equivalente a 300 grammi di anidride carbonica e che l’auto media bruci 4,75 tonnellate metriche di C02 equivalente all’anno.