fondatore del Movimento per la Decrescita Felice
DESTRA E SINISTRA ADDIO
Per una nuova declinazione dell’uguaglianza
edito da Lindau
domenica 24 gennaio – ore 10.30
nella sala convegni della Città dell’Altra Economia – largo Dino Frisullo (Metro B Piramide)
modera Filippo La Porta – saggista, giornalista e critico letterario italiano …
introduce Lucia Cuffaro – vice pres. Movimento per la Decrescita Felice
Il manifesto di chi rifiuta la vecchia politica schiava di un’economia disumana e ne chiede una nuova, che permetta di conseguire un vero benessere.
È arrivato il momento di dire addio a questa obsoleta rappresentazione di interessi contrapposti e di rifondare l’analisi e l’azione politica sulla base di uno sguardo nuovo.
Destra e sinistra sono definizioni antiche, che risalgono ai tempi della Rivoluzione francese. Per secoli hanno rappresentato opzioni contrastanti, collettrici di idee, progettualità, sentimenti diversi.
Oggi però appaiono entrambe espressioni di una storia finita: quella di un mondo che puntava a una crescita senza limiti, della quale non ha mai considerato i costi.
L’economia mondiale è ormai entrata in una fase di instabilità destinata a durare e, soprattutto, si sta diffondendo la consapevolezza degli inaccettabili danni ambientali provocati dal modello di sviluppo perseguito fino a ora.
È dunque necessario costruire un paradigma nuovo, e su questa base ridefinire programmi e progetti politici e sociali. Come testimoniano l’enciclica del Papa e il vivace dibattito che ne è seguito, il processo è già iniziato, ma la classe politica – da entrambe le parti – sembra non esserne ancora pienamente cosciente, o non avere la forza di trovare risposte adeguate ai bisogni del nostro tempo.
«Il confronto politico tra destra e sinistra si è sempre svolto a partire da una comune valutazione positiva del modello di produzione industriale. Entrambe lo hanno considerato un progresso perché, grazie all’evoluzione scientifica e tecnologica, ha accresciuto la produzione di merci, consentendo all’umanità di entrare in un’epoca d’abbondanza senza precedenti. Ma oggi la crescita ha oltrepassato le capacità del pianeta di fornirle la quantità crescente di risorse di cui ha bisogno, e il mercato induce a scatenare guerre per tenere sotto controllo le zone del mondo più ricche di risorse, suscitando nei paesi meno industrializzati ondate migratorie incontenibili. Per bloccare le cause di questi processi distruttivi è necessario sviluppare tecnologie più avanzate, finalizzate ad accrescere l’efficienza con cui si trasformano le materie prime. Occorre avviare una decrescita selettiva, fondata sulla riduzione degli sprechi e dell’impronta ecologica dell’umanità. Se si abbandona l’ideologia della crescita, che ha accomunato la destra e la sinistra, è anche possibile articolare in maniera diversa e rilanciare la tensione all’uguaglianza. Una critica alla gestione della destra di questa fase storica, e una presa di coscienza che la sconfitta della sinistra sia stata la sconfitta dell’applicazione storica che ha dato dell’uguaglianza, non dell’idea di uguaglianza. Del resto, come ha avuto un inizio storico, la diade “destra-sinistra” potrebbe avere fine con la fine della possibilità di continuare a far crescere la produzione di merci. È il momento di intraprendere un percorso politico nuovo, di aprire una nuova fase della storia in cui l’economia non sia più schiava della distopia della crescita infinita.» Maurizio Pallante