Durante la seconda Conferenza globale sulla salute e sul clima, in corso a Parigi, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è tornata ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti menti climatici (..anch’essi in corso) sulla salute umana. L’incontro tra i ministri della Salute dei governi mondiali, voluto dall’Oms e dal governo francese per l’attuazione dell’Accordo di Parigi raggiunti alla Cop21 rappresenta a sua volta una prima tappa intermedia in cammino verso la Cop22, in programma in Marocco il prossimo novembre.

Secondo Flavia Bustreo, vicedirettore generale, Salute della famiglia, delle donne e dei bambini dell’Oms, il peso delle malattie e delle morti causate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento dell’aria «non solo è tragico, ma anche evitabile. Stiamo lavorando con i governi e le comunità internazionali per contribuire al tentativo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Monitoreremo attentamente i progressi, per tracciare e comunicare i risultati sulla salute e condividere quelle azioni che si traducono in vite salvate. In particolare le vite dei bambini, delle donne, degli anziani e della popolazione più povera e vulnerabile della società, maggiormente sofferente».

Nonostante sia «evitabile», al momento i dati offerti dall’Oms sono tutt’altro che consolanti. Quasi 7 milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria, provocato soprattutto dall’insostenibilità del sistema dei trasporti e dalle fonti di energia domestica che contribuiscono, direttamente o indirettamente, al cambiamento climatico. Cambiamento che si stima provocherà inoltre ogni anno 250 mila morti in più a causa di malaria e diarrea, stress da caldo e malnutrizione, soprattutto tra i bambini, le donne e tra la popolazione povera più vulnerabile.

Eppure solo l’1,5% dei finanziamenti internazionali destinati ai cambiamenti climatici sono allocati a progetti per la salute, mentre i costi dei danni diretti alla salute causati dal clima saranno compresi tra i 2 e i 4 miliardi di dollari entro il 2030.  Secondo l’Oms è necessario che i paesi favoriscano politiche che riducano gli effetti del cambiamento climatico in settori economici chiave come i trasporti e l’energia, promuovendo sistemi di trasporto più sostenibili come quello in bicicletta o a piedi, incoraggiando l’attività fisica e un più facile accesso ai servizi cittadini.

«L’intesa raggiunta dai governi mondiali – aggiunge Flavia Bustreo –  non solo mira a frenare le emissioni di gas serra per mantenere il livello di riscaldamento globale al di sotto di 2°C, ma consente ai paesi di implementare piani di adattamento per la protezione della salute dall’impatto del cambiamento climatico, come le ondate di calore, inondazioni e siccità e il progressivo peggioramento della sicurezza dell’acqua e del cibo. Mi auguro inoltre – conclude Bustreo – che il governo italiano durante la guida del prossimo G7 giochi un ruolo di leader nella promozione di queste azioni».

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